Tales of Berseria immagine PC PS4 04

Tales of Berseria

PC PS4

Tales of Berseria – Provato

Il mio rapporto con i JRPG ha vissuto fasi di dipendenza, amore ragionevole e pieno distacco, ma è anche vero che in questo rollercoaster emotivo nei confronti di un genere – che a mio parere, a volte, è troppo prigioniero di se stesso, della necessità di iterare alcune soluzioni per ragion di mercato e per accontentare i fan – ho sempre trovato alcuni studi in grado di portare avanti la tradizione con fiero cipiglio e una misura tutto sommato garbata. Fra questi c’è sicuramente Bandai Namco con la serie Tales che, anche quando trovavo tendenzialmente difficile dedicarmi al ruolismo di matrice nipponica, mi ha sempre regalato esperienze gradevoli. Con Tales of Berseria (disponibile in Giappone dall’estate e in uscita da noi il 27 gennaio) la ricetta non cambia, e dopo la prima decina di ore nel Sacro Impero di Midgand posso tranquillamente dire che siamo davanti all’ennesimo, solidissimo capitolo di una serie che si dimostra un baluardo del genere.

VENGEANCE IS MINE

Cosa può spingere un’adorabile ragazza devota alla famiglia e piena di buoni sentimenti ad intraprendere un viaggio in compagnia di demoni e pirati alla ricerca della vendetta? Un evento traumatico e una maledizione, di certo, ma alla base della trasformazione c’è proprio il suo carattere estremamente emotivo e pieno di passione.

Tales of Berseria immagine PC PS4 03

siamo davanti all’ennesimo, solidissimo capitolo di una serie che si dimostra un baluardo del genere

D’altronde, Midgand è un mondo dove domina la paura, vittima com’è di uno strano morbo che trasforma le persone in demoni, e non c’è troppo spazio per la fiducia. Per questa ragione gli eroi sono di fatto esorcisti asceti che hanno creato una sorta di clero, chiamato Abbazia, che ha instaurato un regime quasi dittatoriale per mantenere il controllo e combattere la “demonite”, dunque è facile che qualunque tipo di passione possa essere condannata. Certo, avere un braccio demoniaco non aiuta la socialità, mentre la tendenza a mangiare demoni può tornare utile agli stessi “eroi”. Queste, per sommi capi e senza spoiler, sono le radici narrative di Tales of Berseria, che ci mette nei panni di Velvet, la ragazza di cui sopra, e di uno sgangherato gruppo di pseudo-cattivi animati da ragioni più o meno nobili.

Per quanto appaia subito chiaro come la malvagità del gruppo sia una contingenza più che una predisposizione all’oscurità, l’idea di ribaltare la celebrazione dei buoni sentimenti di Tales of Zestiria (con cui Berseria condivide l’ambientazione, benché le vicende di quest’ultimo avvengano in un lontano passato del mondo) per raccontare una storia più ambigua e meno manichea nelle sue manifestazioni mi è sembrato un approccio decisamente più vincente e, soprattutto, più adatto a mantenere alto l’interesse nei confronti del canovaccio. I personaggi di Berseria sono vivi e interessanti, e la caratterizzazione riporta un po’ all’intimità di Xillia, ma d’altronde con il ritorno di Yoshimasa Tanaka a capo del progetto era facile aspettarsi una soluzione del genere. Sia chiaro, non siamo davanti a un twist maturo ed estremamente profondo della saga, che resta foriera di una narrazione godibile, centellinando momenti intensi a una generale leggerezza simpatica, ma che non entra mai in un’introspezione molto articolata.

Nonostante ciò, i personaggi sono abbastanza azzeccati, il cast funziona e in più di un’occasione mi ha ricordato le goliardiche atmosfere di Slayers, e va bene così. Quanto detto, al netto di un paio di macchiette che possono serenamente dare sui nervi, perché prese dal cassone dei grandi classici del genere come la ragazzina chiacchierona, fastidiosa e combinaguai (sì, Magilou, parlo di te!).

PRENDI L’ARTE E METTILA DA PARTE

Se la narrazione sembra avere una marcia in più rispetto al recente passato, il gameplay rappresenta un’evoluzione lineare di quanto visto in Zestiria, con il Linear Motion Battle System sempre più sugli scudi, e che – come al solito – offre un ottimo approccio al combattimento in tempo reale, grazie alla possibilità di impostare combo di quattro mosse sui tasti frontali del pad e mixarli alla bisogna.

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il Linear Motion Battle System offre un ottimo approccio al combattimento in tempo reale

Il sistema delle Arti (ovvero le tecniche d’attacco, siano esse marziali o magiche) ritorna anche in questo episodio, e si declina in maniera diversa per ogni personaggio, adattandosi alla sua personalità e alla sua natura. In ogni momento della battaglia è possibile prendere il controllo di uno dei quattro membri del party, come risultato abbiamo un sistema di combattimento che ha sempre qualcosa da dire e che, generalmente, diverte. L’unico dubbio, in effetti, è se tutta la ricchezza che offre sia davvero “necessaria”. Mi spiego meglio: Tales of Berseria, nelle prime 10 ore di gioco, senza lesinare spiegoni e tutorial, mette in campo una mole incredibile di strumenti per personalizzare aspetto dei character, tecniche di battaglia e strategie di combattimento (c’è anche, ovviamente, un pannello per gestire l’AI dei personaggi controllati dalla CPU), ma in definitiva ho sentito la necessità di ottimizzare il party solo in un paio d’occasioni. È anche vero che l’introduzione alla vicenda è molto lunga e diluita, e che in effetti il gioco prende pieno ritmo dopo qualche ora, ma resta da capire quanto, nel corso dell’avventura, l’estrema ricchezza sia effettivamente essenziale e vitale ai fini del gioco. Anche perché le cose da fare sembrano davvero tante, grazie al ritorno del fantastico sistema di cucina per avere buff per la singola battaglia, così come l’interessante comparsa, a un certo punto, di un minigioco di esplorazione navale che ricorda da vicino la Brotherhood di Assassin’s Creed, con la possibilità di accumulare materiali e oggetti mandando in giro la propria ciurma. Tutto molto bello, ma anche in questo caso resta da capire quanto le ore passate nei menu saranno ricompensate.

IL BUON, VECCHIO TALES

Tales of Berseria, dunque, è un titolo estremamente tradizionale, che almeno nelle prime ore di gioco diverte e rende partecipi di una classica storia di vendetta con un buon twist in termini di punto di vista e prospettiva. L’esplorazione del mondo, figlia di Zestiria, alterna aree di raccordo a zone più vaste che racchiudono più di qualche segreto, ma siamo sempre in un Tales e dunque il gioco non si fa problemi a creare barriere invisibili per indirizzare il nostro cammino.

Tales of Berseria immagine PC PS4 08A salvare dalla sensazione di costrizione, al momento, è il ritmo molto veloce della narrazione, che riesce a orchestrare con buonsenso e intelligenza le varie componenti della storia, nonostante qualche lungaggine di troppo nelle primissime fasi di gioco.

Tales of Berseria mette in campo molti strumenti per personalizzare aspetto, tecniche di battaglia e strategie di combattimento

A minare leggermente un avvio solido e in definitiva convincente, però, c’è la cornice tecnica, che di certo non è all’altezza della ricchezza contenutistica: per quanto lo sforzo del team di creare un mondo vario e interessante sia apprezzabile (d’altronde, i viaggi in nave riescono a coprire immediatamente lunghi tratti), la qualità di modelli e texture è ampiamente demodé, con il look complessivo salvato in extremis da un character design tradizionale ma più che discreto.

Un plauso, al solito, va alla colonna sonora di Motoi Sakuraba, epica, appassionante e di gusto, con un buon citazionismo dei temi degli scorsi Tales e un paio di motivi che fanno breccia nel cuore dei nostalgici perché portano alla mente l’afflato epico di un certo Chrono Trigger. Insomma, nonostante qualche piccola titubanza, il viaggio di Velvet alla ricerca della propria vendetta è iniziato benone, e non vedo l’ora di capire cosa celino quei noiosissimi membri dell’Abbazia.

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