Ubisoft è stata un po’ la protagonista dell’E3 in merito alla quantità di annunci e alla voglia di stupire con nuove IP, e Skull & Bones dello studio di Singapore è un po’ una buona immagine della filosofia di una compagnia abilissima nel riproporre contenuti con intelligenza (poi certo, a volte magari con troppa insistenza, però il concetto in sé continuo a reputarlo giusto) e in forme diverse. Skull & Bones nasce da una costola della trilogia americana di Assassin’s Creed, e da Black Flag in particolare, da cui recupera l’ambientazione piratesca. Qui, però, non c’è traccia né di lame celate né di manufatti dell’Eden, ma solo di grossi scafi, vele di tessuto, palle di cannone e canti di battaglia, perché il fulcro di tutto sono quelle battaglie navali adorate un po’ da tutti, anche da chi tutto sommato quel Black Flag non l’ha mai riconosciuto come un “vero” capitolo di Assassin’s Creed. Skull & Bones porta la danza sull’acqua a bordo di velieri e fregate verso nuovi orizzonti, trasformando una sezione del gioco in un titolo fatto e finito, dall’anima esclusivamente multiplayer, che si candida un po’ a essere il compagno piratesco di For Honor.
TAGLIAGOLA COL VENTO IN POPPA
Nonostante un trailer mozzafiato (grazie anche alla splendida cover slow-tempo di Crazy) che per un attimo ha lasciato sperare in un single player a metà strada tra Pirates! e Sea Dogs 2, Skull & Bones ha svelato ben presto la sua natura da multiplayer only, che mette a confronto due flotte di cinque navi pronte a darsi battaglia nel Mare dei Caraibi. I tesori non mancano di certo e, anzi, proprio intorno alla raccolta più o meno forzata di argento che si sono svolte le mie due partite; riguardo bestie mitologiche come il kraken e leggende piratesche, invece, apparentemente avranno il loro spazio e saranno comunque integrate in una struttura tutta da scoprire, visto che a all’E3 è stato soltanto mostrato il cuore del gioco, ovvero le battaglie.
Skull & Bones ha svelato ben presto la sua natura da multiplayer only
MALEDIZIONI CARAIBICHE
Skull & Bones in termine di dinamiche, ce la fa. È divertente, sfrutta al meglio il lascito di Black Flag e avere un gioco sui pirati fa sempre bene. Anche tecnicamente, per quanto non sia anni luce avanti al titolo di Assassin’s Creed in versione next-gen, è comunque un bel vedere, e la resa dell’acqua e del moto ondoso è comunque convincente. Detto ciò, resta da capire come sarà alla fine il gioco che costruiranno intorno alle battaglie. I conflitti navali sono convincenti e divertenti, ricchi anche di tocchi di classe come la necessità di utilizzare la vedetta per leggere al meglio la situazione all’orizzonte, calcolando al meglio il vento per l’uso di armi a distanza come il mortaio. Tutti questi elementi creano certo un’impalcatura distinta da una discreta profondità, ma non è emerso alcun dettaglio su quanto l’ecosistema piratesco online pensato da Ubisoft Singapore possa svilupparsi sulla media e lunga distanza, vista l’assenza di dettagli sulle modalità, sulla personalizzazione a lungo termine delle navi e della propria ciurma, o comunque su una definizione un po’ più puntuale del contesto di gioco.
La nuova IP piratesca di Ubisoft dovrà necessariamente avere un sistema di ranking e progressione appetibile e coinvolgente