Call of Duty: Black Ops III - Recensione Eclipse DLC

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Alla fine (anzi, a metà strada) è arrivato il momento anche di Eclipse, secondo DLC di Call of Duty: Black Ops III, ultimo rampollo di una serie che magari non entusiasma più la critica, le comunità di giocatori immancabilmente dileggiano e che però, alla facciazza nostra, ogni anno piazza sul mercato il tripla A più venduto al mondo.

call of duty black ops 3 eclipse dlc recensione

Sulle pagine della rivista ho avuto modo di descrivere pregi e difetti del titolo base, pieno zeppo di modalità e caratteristiche per accontentare l’enorme bacino di giocatori, che nella grana grossa ci sguazza e ha tutti i diritti di sguazzarci. In particolare, rispetto ai precedenti spin off di Black Ops – a mio modo di vedere i migliori CoD dai tempi di Modern Warfare 2 – il terzo capitolo ha fatto un passo indietro sul piano meramente narrativo, abbandonando subito gli interessanti vagiti di non linearità, e si è invece dimostrato più coraggioso nella predisposizione co-op di tutta la campagna, o anche nella scelta e caratterizzazione (peraltro costosissima, visti gli attori coinvolti) della campagna zombie.

Black Ops III si è dimostrato molto più coraggioso nell’impostazione co-op delle sue due campagne


Dopo una simile esuberanza di contenuti, la strada delle espansioni è tornata su un registro abbastanza schematico. Eclipse, esattamente come il predecessore The Awakening, offre (in esclusiva per un mese su Playstation 4) una collezione di quattro mappe di piccole o medie dimensioni, insieme a un nuovo capitolo della campagna zombie che continua a divertire, ma certo non può aspirare ai livelli di freschezza degli esordi in Call of Duty: World at War. Tra le altre cose, il terzo e validissimo lavoro di Treyarch per CoD è un po’ il lietmotiv di questa espansione, entrando di prepotenza non solo nel co-op ma anche nelle mappe multigiocatore, con il remake di un’ambientazione già vista e molto giocata proprio in quel capitolo.

BANZAI!

In realtà, l’incipit della nuova campagna zombie risale a Origins, e dunque a Black Ops II, con quattro “sequel” in altrettanti DLC dedicati alle avventure di Dempsey, Nikolai, Edward e Takeo. L’ultima volta abbiamo lasciato i quattro eroi in una struttura nazista dal forte (e piacevole) odor di Wolfestein, mentre in Zetsubou No Shima li ritroviamo su una sperduta isola nel Pacifico, con una mappa dall’aspetto più aperto e una caratterizzazione dei nemici ben radicata nel luogo, con piante e mutazioni vegetali tra i nemici insieme, ovviamente, a militi orribilmente trasformati in zombie.

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La trama è intrigante e si inserisce nel tema dei ricorsi temporali e dei mondi alternativi, con il destino dei personaggi che si intreccia agli eventi di Origins e di Shi No Numa, terzo capitolo zombie di World at War, in particolare alla doppia versione del carimsatico Takeo Masaki. In generale, a parte la quasi totale assenza di “vere” sorprese (easter egg e trovatine non fanno testo, pur se gustose), questa parte dell’offerta è quella che continuo a gradire di più, per la sempre piacevole concatenazione di armi e luoghi da sbloccare nella stessa partita, e anche per l’immutato fascino delle sarabande militar-zombesche. Una scelta sin troppo facile, nel mio caso, considerate le botte che riesco a prendere sulle sponde competitive di Playstation 4. Le cose non vanno esattamente così su PC, con i miei controlli preferiti, ma l’esclusiva temporale di Sony continua a fregarmi.

Le mappe multiplayer sono ben realizzate, sia esteticamente che sotto il profilo dei combattimenti

C’è da dire, comunque, che le quattro mappe multiplayer sono tutte ben realizzate, in senso grafico e nell’ottica degli scontri fulminei a medio e breve raggio. Sotto il profilo del gameplay non cambia nulla, dunque, il DNA della serie rimane lo stesso, ma vanno comunque rilevate le singole caratterizzazioni estetiche e funzionali, così come gli accenni di background narrativo in un paio di scenari. Per la verità, i riferimenti appaiono un po’ genericamente sci-fi in Spire, mappa ambientata in una stazione aeroportuale sospesa nel cielo, piena di passaggi laterali da sfruttare con le acrobazie da runner e, allo stesso tempo, di abissi “stratosferici” (in senso stretto) in cui precipitare; Verge, invece, presenta un doppio motivo di interesse determinato, da una parte, dal remake di una delle migliori e più variegate mappe di World at War, Banzai, e dall’altra dall’incursione in uno scenario a cavallo tra Mad Max e Borderlands, rispettivamente per il background – la lotta di due fazioni per le risorse, in uno scenario postapocalittico – e per l’aspetto estetico vagamente cartoon di tunnel e strutture varie.

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Rift brilla di meno sotto il profilo visivo, e comunque affianca Spire (e diverse altre mappe, ormai) nei passaggi in bilico sul vuoto e nelle lunghe pareti su cui correre, pur presentando una sequenza più serrata di spazi al chiuso e stretti corridoi. Anche Knockout non stupisce più di tanto in termini di level design, forse il più classico del pacchetto, ma riesce a risultare più che simpatica per la sua ambientazione da film di Kung Fu anni ’70, in un villaggio cinese dove si prepara un torneo di lotta. E questo è quanto, il giro di boa dei DLC di Black Ops 3 è compiuto: qualcosa mi dice che il resto del viaggio continuerà a stupirmi poco.

Eclipse continua sulla stessa strada di Awakening, e d’altronde la road map dei DLC di Black Ops 3 è stata tracciata e annunciata da un pezzo. Quattro mappe di media o buona fattura, insieme a un capitolo della campagna zombie un po’ meno raffinato rispetto a Der Eisendrache, ma assai interessante per chi si è fatto prendere dalle avventure multidimensionali di Dempsey, Nikolai, Edward e Takeo. Speriamo solo che, dopo questo giro di boa, ci sia spazio per qualcosa di un pochino più sorprendente nel design delle mappe e, perché no, anche sul piano degli Specialisti. In fin dei conti, sono stati una delle novità di Black Ops 3, e un rinforzino su poteri o personaggi sarebbe più che auspicabile.

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Pro

  • Il capitolo co-op si conferma ben scritto e realizzato.
  • Le mappe restano in media inglese, in quanto a qualità...

Contro

  • ...ma uno sforzo ulteriore sarebbe gradito.
  • Ancora nessuna vera novità per equipaggiamento e Specialisti.
7.5

Buono

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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