Film dalle grandi potenzialità, London Town è un piccolo gioiello riuscito solo in parte. La ricostruzione storica è accurata: i dettagli sul disagio popolare, sulle rivolte per i salari e sulle critiche all’immigrazione rappresentano al meglio il periodo thatcheriano. Quello che non convince, invece, è proprio il cuore pulsante della pellicola, ovvero la figura dei The Clash e quella scintilla di ribellione che sono stati in grado di portare in un periodo buio e difficile per la popolazione londinese.
London Town narra di come la musica riesca ad influenzare la nostra società
Gradevole tutto il resto, dalla trama alla scelta del cast, con i tratti e i caratteri dei personaggi prodotti dalle pressioni di un Paese incerto del domani. London Town risulta ottimo per chi si avvicina alla scena musicale del genere per la prima volta, ancor di più in quanto narra di come la musica, come altri movimenti o forme d’arte, riesca ad influenzare, e alcune volte cambiare, la nostra società e le persone. Piacerà di meno, invece, a chi si aspettava un po’ di cattiveria in più. Cinematograficamente parlando, manca un personaggio à la Johnny Quid, visto nel RocknRolla di Guy Ritchie che canta con strafottenza Bankrobber dei The Clash al padre criminale, prima di essere picchiato. Poesia.
London Town è in questi giorni nelle sale inglesi, mentre noi lo vedremo a inizio 2017.
VOTO 6.5
Genere: commedia, musicale
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Regia: Derrick Borte
Colonna Sonora: Bryan Senti
Intepreti: Daniel Huttlestone, Jonathan Rhys-Meyers, Tom Hughes, Natascha McElhone
Durata: 92 minuti