La Mummia inizia come un film à la Indiana Jones, nel pieno dell’azione tra sabbia ed esplosioni. Qui, forse, assistiamo a uno dei pochissimi momenti validi della pellicola, con la scoperta improvvisa di un’antica tomba egizia, relativo sarcofago maledetto e liberazione di una mummia dai poteri apocalittici. Così ha origine il Dark Universe, ennesimo universo cinematografico condiviso, dove – al centro di tutto – saranno posti gli iconici e leggendari mostri di Universal. I problemi dei film inseriti in contesti più grandi si riscontrano sempre nella fasi finali della pellicola, perché la necessità di dedicare gli ultimi minuti alle produzioni che verranno spezza, inevitabilmente, la narrazione. La Mummia non sfugge a questa regola: parte da un’interessante storia d’origine, ma alla fine l’ipotetico cerchio si chiude in una nuvola di fumo. Viene dunque spontaneo chiedersi, a fine film, cosa si sia visto nei 100 minuti trascorsi in sala.
Con La Mummia ha origine il Dark Universe
La sufficienza secca che troverete in calce a questo articolo potrebbe apparire in contrasto con il testo della recensione, tuttavia ha un senso ben preciso: ho realizzato che per apprezzare (eventualmente), smontare e analizzare siffatti film devo venire a patti con una richiesta che giunge direttamente da parte del pubblico pagante. La Mummia prende forma su pochi concetti del cinema d’intrattenimento degli ultimi dieci anni che gli spettatori sembrano apprezzare: l’idea è di serializzare un racconto più grande e di creare un film narrativamente semplice che faccia ridere, portandosi però dietro inevitabili errori di sceneggiatura; uno scheletro narrativo ben saldo, la logica attorno agli eventi soprannaturali e la cura del dettaglio, invece, paiono diventati elementi superflui. E così mi ritrovo ad ammettere che La Mummia è il perfetto popcorn movie di realizzazione standard nella Hollywood contemporanea, divertente, pieno di azione, ma sconclusionato negli eventi, narrativamente povero e, peggio ancora, capace di gestire male i pochi aspetti di trama interessanti. Di chi mi stai raccontando le origini? Chi è questa società segreta che controlla i mostri e il Male sulla Terra? Al momento, non è dato saperlo.
Nondimeno, preso nella sua interezza, il film è un relativo disastro, perché si ha la consapevolezza che più di tanto, da un concept del genere, non si può tirare fuori, e quindi si scende a patti con la propria coscienza: La Mummia e le produzioni future vivranno del minimo indispensabile, di grandissimi effetti speciali – la sequenza di Londra coperta dalla tempesta di sabbia è notevolissima (questo va detto) – di qualche idea ben congegnata e di una concezione dell’eroe derivata dai sempre più abusati cinefumetti, ma nulla più.
La Mummia è il perfetto popcorn movie di realizzazione standard, divertente, pieno di azione, ma sconclusionato negli eventi
Ammetto, senza vergogna, che non è questo il tipo di cinema di intrattenimento che prediligo; tuttavia, ne riconosco comunque il valore produttivo all’interno di un’industria che deve ricordasi che il cinema è arte tanto quanto, appunto, industria. Questo primo passo è stato dunque acerbo e zoppicante, mostrando qualche buona intuizione che per (eventualmente) concretizzarsi avrà bisogno di altri due o tre film. Probabilmente, il Dark Universe nel corso degli anni acquisterà una sua forte identità, ma per ora La Mummia sembra più l’Uomo Invisibile.
VOTO 6
Genere: fantastico, azione
Publisher: Universal Pictures
Regia: Alex Kurtzman
Colonna Sonora: Brian Tyler
Intepreti: Tom Cruise, Russell Crowe, Sofia Boutella, Annabelle Wallis
Durata: 110 minuti