Presentato allo scorso E3 nella forma di tech demo dai risultati non particolarmente convincenti, Eagle Flight di Ubisoft realizza l’antico sogno dell’uomo di spiccare il volo, in una realtà virtuale immersa giocoforza in una rappresentazione “ridotta” e low-poly di Parigi per venire incontro ai limiti tecnologici di PlayStation 4 e del suo recentissimo visore.
Pur basando il suo stile grafico su un compromesso tecnologico, il mondo colorato e vibrante del titolo francese è però assolutamente credibile e accattivante, merito di una direzione artistica che al dettaglio delle forme ha preferito un look cartoon e un buon numero di elementi animati su schermo. La capitale europea, che fa da sfondo al volo dell’aquila protagonista, è una città riconquistata dalla natura e dagli animali selvaggi, dove una vegetazione rigogliosa spicca su alcune delle opere d’arte più iconiche e la fauna sopravvissuta agli zoo si è ormai riversata per le strade, trasformando quelle che una volta erano “le opere dell’ingegno umano” in un vero e proprio labirinto regolato solo dalla norma del “mors tua vita mea”.
DAL NIDO AL CIELO
Nella modalità a singolo giocatore si segue la vita di un aquilotto partendo proprio dalla schiusa dell’uovo fino al suo debutto nella “società” dei pennuti più agguerriti. Si spazia da missioni in cui si è chiamati a conquistare il tempo migliore, sfrecciando attraverso cerchi colorati fra i cieli della città, fino alla raccolta di collezionabili sui tetti delle strutture e cibo sull’increspatura delle correnti della Senna, attraverso diversi capitoli e sfide rigiocabili che non spiccano per particolare complessità ludica ma che, grazie alla loro natura arcade (e alla presenza di più che necessarie leaderboard), riescono a risultare interessanti anche a distanza di tempo.
Le prove proposte da Eagle Flight sono davvero tante e vengono suddivise per livello di difficoltà, sbloccandosi mano a mano che il giocatore inanella successi e guadagna giudizi sempre più alti, fino ad un massimo di tre stelle.
Capitoli e sfide rigiocabili non spiccano per particolare complessità ludica, ma sono interessanti grazie alla loro natura arcade
Una delle meccaniche più importanti di Eagle Flight, sebbene la sua inclusione risulti forzata da necessità prettamente “videogiocose”, è quella relativa agli scontri aerei fra rapaci, punto focale del multiplayer online. Le aquile possono sfidarsi con prepotenti attacchi fisici e dalla distanza da deflettere alzando gli scudi con il giusto tempismo, in modalità in cui, sostanzialmente, si deve sopravvivere a velocissime corse contro il tempo e gli avversari, spesso affidandosi all’abilità non solo propria, ma anche dei membri di squadra. Purtroppo, non esistono variazioni di gameplay o un numero di modalità tale da giustificare l’acquisto del gioco solamente in funzione del comparto multiplayer, ma vi assicuro che sfrecciare in mezzo ai vicoli di Parigi, sfruttando la complessità delle architetture per depistare i giocatori avversari o spingerli a schiantarsi, è un’esperienza adrenalinica che andrebbe provata almeno una volta nella vita.
AQUILE DA BATTAGLIA
Il più grande limite di Eagle Flight, tuttavia, rimane una formula ludica figlia del più bieco meccanismo di trial and error, dove un solo errore può portare i giocatori a dover ripetere sequenze lunghe anche svariati minuti.La cosa può rendere le sfide multiplayer tutto sommato divertenti, visto il tempo di respawn relativamente contenuto, ma guardando alla modalità single player – specie nelle missioni avanzate – il tutto si trasforma molto spesso più in un esercizio di pazienza e tenacia che in un vero e proprio sfoggio di abilità. Il pericolo di incorrere in fasi estremamente frustranti, specie nelle battute finali della breve campagna a giocatore singolo, è piuttosto alto.
Eagle Flight è giocabile interamente sfruttando l’inclinazione del capo, affidando al joypad di PlayStation 4 pochissimi comandi collaterali
Il sistema di controllo, se non altro, è molto reattivo e pensato appositamente per non affaticare troppo il collo. La fatica di Ubisoft è una produzione giocabile interamente sfruttando l’inclinazione del capo, affidando al joypad di PlayStation 4 pochissimi comandi collaterali. A dispetto di quanto si potrebbe pensare, cambiare la traiettoria di ricerca del rapace non equivale a voltare la testa verso la direzione desiderata, la manovra, invece, può essere attuata semplicemente inclinando il capo a sinistra o a destra di tanti gradi quanto più velocemente ci si vuole voltare. Un’idea che, abbinata al peso contenuto del casco per la realtà virtuale di Sony, va ad arginare sensibilmente la possibilità di incorrere in effetti collaterali e malessere generale.
Anche spiacevoli sensazioni di vuoto d’aria o nausea sono facilmente evitate grazie alla presenza di elementi fissi, come il becco del volatile controllato, che danno la sensazione di essere a bordo di un qualche mezzo, eliminando completamente il disorientamento suscitato da produzioni in cui le evoluzioni aeree sono al centro dell’azione, come il già trattato Windlands. Se consideriamo che ci si può anche abbandonare alla tranquillità di una modalità a volo libero, beh, tanto di guadagnato!
Eagle Flight è un debutto nella realtà virtuale vincente da parte di Ubisoft, chiaramente interessata a sperimentare le possibilità offerte da questo nuovo medium. L’esperienza funziona e diverte (con alti e bassi) sia in single che in multiplayer, e sebbene il tutto somigli ad una versione ridotta di qualcosa di più grande, esattamente come accade per tanti altri prodotti disponibili per PlayStation VR, Eagle Flight rimane un’esperienza altamente consigliata, fosse anche solo per la possibilità di raggiungere la sommità della Torre Eiffel per poi lasciarsi precipitare a capofitto verso il suolo e proseguire verso Notre-Dame.