Del perché Ultima Online è per me il MMORPG più bello di sempre

ultima online editoriale

Ci sono ricaduto. Tutto è cominciato con Black Desert Online un paio di mesi addietro, e tra una chiacchierata con un paio di amici, qualche paragone nostalgico e il colpo di grazia inferto da World of Warcraft, mi sono ritrovato con una manciata di pagine aperte dedicate a shard più o meno originali di Ultima Online.

Sono ormai diciotto anni che il capolavoro di Richard Garriott è perennemente installato sul mio hard disk, e probabilmente è stato l’unico titolo che ha assistito ad ogni singola evoluzione che ha avuto la mia fidata macchina da gioco preferita, partendo da quel lontanissimo Pentium 166 armato di Voodoo Banshee e arrivando alla bestiolina attuale (con schermo a 1080p che mi costringe a giocare all’interno di un francobollo 800×600), passando persino per il peggior notebook alimentato a criceti che sia mai entrato in casa mia. Non c’è da stupirsi, quindi, se quando mi chiedono quale sia il videogioco per me in assoluto più importante rispondo sospirando “Ultima Online”.

Il MMORPG più bello che sia mai esistito (e su questo punto non transigo) mi ha accompagnato attraverso le tappe più importanti della vita, dalla “scoperta del mondo” grazie alle scuole superiori, alle prime vere amicizie e litigate epocali, senza ovviamente lasciare per strada le prime, drammatiche delusioni amorose che vedevano il buon Mancini, che ai tempi sfoggiava un tamarro capello corto e ingellato, come mia valvola di sfogo atta a superare indenne (più o meno) quel tremendo periodo che fu la pubertà. Non ci fermiamo di certo qui: l’esame di maturità, i traumatici mesi lontano dal PC a far l’animatore turistico e i primi passi da matricola universitaria in una città a me estranea. Ognuno di questi momenti è fermamente impresso nella mia memoria, e accanto ad essi riesco a vedere con preoccupante lucidità il mio personaggio che variava a seconda del server non ufficiale del momento.

Ho vissuto pochissimo gli shard OSI, a causa soprattutto dei costi di abbonamento mensili a dir poco proibitivi per un ragazzino, ma grazie a quei folli compagni di squadra che mi ritrovavo su Starsiege Tribes venni a conoscenza di folte comunità italiane presenti su shard non ufficiali. La mia avventura ebbe così ufficialmente inizio su Universo. Non ricordo bene i primissimi giorni, ma ciò che mi è impossibile dimenticare è quel momento in cui infilai il CD nel lettore e, durante l’installazione, le decine di schermate che mi esortavano a diventare qualsiasi cosa che mi passasse per la testa, da un guerriero in armatura completa a un arciere accompagnato da animali esotici, e di certo non potevo nemmeno lontanamente pensare a quanto fossero veritiere tali frasi.

ultima online editoriale

Sono ormai diciotto anni che il capolavoro di Richard Garriott è perennemente installato sul mio hard disk

Così, armato di modem 56K, con il mio fidato mago Rebooting (sì, avevo un nick orribile) scoprii le meraviglie del gioco di gilda grazie alla XV Legio, e imparai a temere quel dannato fiorellino verde chiamato ICQ che suonava molesto a ogni ora del giorno. Agli albori del 2000, seguendo il mio capogilda, cambiai shard approdando su un neonato DragonLance e finendo a fare il costruttore d’archi tra i boschi ad Est di Britain. Ultima Online, giorno dopo giorno, continuava a dimostrarsi un titolo incredibile, in cui un personaggio ormai veterano poteva accompagnare all’avventura un novellino senza troppi grattacapi e senza preoccuparsi di livelli, gap d’esperienza e dungeon istanziati da affrontare obbligatoriamente in party. Anzi, su Sosaria la parola “istanziato” non esisteva proprio: spesso il pericolo più grande nell’affrontare la tana di un mostro non era il demone a guardia del tesoro finale, ma l’eventuale banda di PK (player killer) che ti aspettava all’uscita; e quando qualcuno voleva cercarti doveva semplicemente dirigersi verso casa tua e bussare, cosa che rimpiango da morire.

La vera epifania l’ebbi scoprendo gli shard GDR: Ultima Online si prestava (e si presta) in maniera incredibile per una sana “ruolata”, alla stregua della serata tra amici armati di patatine e dadi. Sono ormai dieci anni che ho il personaggio parcheggiato su The Miracle Shard, con la sua lunghissima storia che porto orgogliosamente nel cuore tanto che il “suo” nome è diventato in qualche modo anche il mio: Astro.

Garriott ha condizionato gran parte della mia vita, e non passa giorno che non lo ringrazi per le esperienze che mi ha fatto provare

Ultima Online non solo è stato un titolo divertente su cui ho passato mattine, pomeriggi e nottate, sacrificando a volte anche impegni più importanti, ma è stato soprattutto un mezzo che mi ha fatto conoscere persone fantastiche che altrimenti non avrei avuto modo di incontrare, tra cui la mia dolce donzella: studiavamo entrambi a Ferrara, città estranea per entrambi, abitavamo a cinquecento metri di distanza, frequentavamo gli stessi luoghi e avevamo addirittura gli stessi amici in comune, eppure non abbiamo mai avuto modo di incontrarci, se non casualmente dietro a due monitor in un server frequentato da qualche decina di giocatori. Garriott ha condizionato gran parte della mia vita, e non passa giorno che non lo ringrazi per le esperienze che mi ha fatto provare: non c’è da stupirsi se, dopo tutto questo tempo, sono ancora alla ricerca di un videogioco che possa anche solo offrire lontanamente le stesse gioie che mi ha donato Ultima Online nel corso degli anni. Ovviamente non l’ho mai trovato, ma poco male: come dicevo in apertura, Ultima Online è ancora installato nel mio hard disk, e dopo quasi quattro lustri continuo a imperterrito a godermi qualche serata in nome dei vecchi tempi.

Purtroppo ormai il tempo a disposizione, gli impegni e la compagnia di gioco ormai svanita nel nulla mi spingono a vivere in un perenne stato di nostalgia: due chiacchiere con gli amici storici ti spingono a fare la follia, a rispolverare macro e background per riconquistare quel mondo fantastico che, ormai, si è dimenticato di te, ma bastano pochi attimi per rendersi conto che tutto è passato e che, volenti o nolenti, di quelle vecchie esperienze non rimarranno null’altro che fantastici ricordi. Certo, ci rimango malissimo, tanto da starci anche male, ma alla fine posso rincuorarmi con un sorriso dicendo a me stesso che, dopotutto, l’importante è esserci stato, e che nessuno mi porterà via quei fantastici ricordi. Ultima Online non morirà mai.

Articolo precedente
PC

Il mondo visto dal PC

Articolo successivo
No Man's Sky realtà virtuale

Cosa ne sarà dei videogiochi "tripla I"?

Condividi con gli amici










Inviare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non verrà reso pubblico.

Puoi usare i seguenti tag e attributi HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Password dimenticata