Il feticismo della personalizzazione

Black Desert Online immagine PC 05

Credo di avere un problema, uno di quelli che ti manda in un loop infinito da cui difficilmente si esce. Come ogni primavera, alla chiusura delle trade, con gli organici oramai belli che fissi e i roster a posto, di solito mi concedo la mia carriera più o meno definitiva a NBA 2K di turno. Dura quello che dura, con un bel po’ di gare simulate, e mi accompagna dolcemente verso la nuova uscita del prossimo settembre. Di solito è parallela alla carriera di Football Manager, per una tradizione che va avanti da anni. E nulla, quest’anno ho deciso di investire il tempo nella modalità MyGM e non in quella “narrativa” di MyPlayer, per via di tutte quelle robine simpatiche che permettono di fondare la propria franchigia in una lega espansa e vivere la grande esperienza di essere parte integrante del carrozzone mediatico della lega professionistica più figa d’America. Ho già il progettino in mente: Vancouver Cascadians, per riportare una seconda squadra canadese in Western Conference con tanto di nome indipendentista. Un’idea quasi politica, affascinante, che rompe i confini tra Stati Uniti e Canada e, parallelamente, ha degli ottimi colori per fare un logo e una divisa che mi piacciano. E qui entriamo nel dramma, che sta portando questo progetto a fallire prima di cominciare: non mi staccherò mai dell’editor, è un dato di fatto. Sono maniacalmente perfezionista, e non riuscirò a dare il via al progetto prima dei seguenti passi: aprire Illustrator per creare il logo adatto, realizzarlo, caricarlo sui server di 2K, importarlo nel gioco, smanacciare con l’editor interno del titolo per realizzare le divise e il campo da gioco nella più totale perfezione assoluta. Fino ad allora sarò moralmente obbligato e non cominciare la partita. Ho il timore che i Vancouver Cascadians non vedranno mai la luce, ma è anche vero che crogiolarmi nella bellezza del progetto è fondamentalmente una sorta di piacere perverso di cui difficilmente mi priverò.

editor nba2k

Se devo riconoscermi in un personaggio nel corso di tutta la mia avventura, devo essere sicuro che sia perfetto

D’altronde, ‘sta cosa di perdere tempo negli editor è un vizio che non mi toglierò mai. Per dire, ai bei tempi di quando PES era lo storico PES, i primi due giorni li passavo senza neanche avviare una partita, ma mi mettevo lì a cambiare tutti i nomi delle squadre, correggere i vari Roberto Larcos e compagnia, aggiustare le magliette e sistemare una volta per tutte il database, perché altrimenti mi sentivo di vivere nella menzogna e non potevo giocare in quelle condizioni. Allo stesso modo, ricordo ancora le ore passate a creare livree e database alternativi per Nascar Racing di Papyrus e F1 Grand Prix 2, tanto che all’epoca costrinsi mio padre a comprarmi il data manager esterno per poter gestire il tutto. Insomma, il mio rapporto con gli editor, interni ed esterni, è praticamente una storia di passione all’interno del mio idillio amoroso col medium. Non apriamo poi il capitolo degli editor dei personaggi ovunque ci sia: dai titoli sportivi agli RPG, passando per la droga di The Sims, penso che il tempo medio trascorso all’interno dell’editor per creare i PG sia tipo equivalente a qualche mese della mia vita. Il punto è che se devo riconoscermi in una squadra o un singolo personaggio nel corso di tutta la mia avventura, devo essere sicuro che siano perfetti in ogni loro manifestazione, dai colori sociali della divisa fin alle basette dei personaggi, passando, ovviamente per i tratti più ludicamente salienti come caratteristiche e abilità. Non avete idea, infatti, dell’imbruttimento che mi prende quando gli editor ti mettono a disposizione soltanto quattro o cinque modelli in croce tra cui scegliere. Lo vivo malissimo, quasi come un affronto. Se non posso passare almeno due o tre ore a personalizzare tutto il personalizzabile allora tanto vale che mi dai un modello pre esistente e non modificabile, non transigo. Per certi versi, negli ultimi anni sono stato fortunato, perché gli editor dei personaggi sono spesso estremamente curati, e anche quando non danno la possibilità di entrare nel dettaglio nella creazione fisica (The Division, parlo con te!), almeno recuperano sotto il profilo dell’abbigliamento, che è un’altra roba che mi manda ai matti e mi succhia tempo. Allo stesso modo, il proliferare di editor che permettono di andare a modificare qualsiasi dettaglio (sì, sono fra quelli che ha scaricato quello di Black Desert Online pur senza mai giocarci effettivamente) credo che mi condannerà a momenti di stallo come quello dei Vancouver Cascadians, imprigionato in un limbo tra la voglia di giocare e l’impossibilità di trovare tempo a sufficienza da dedicare al processo di editing. Ditemi che non sono solo, e soprattutto non (così) pazzo.

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