Per molti versi la presentazione di Doom VFR o Fallout 4 VR è stata molto furba, ma di quella furbizia assolutamente necessaria nell’entertainment. Il video iniziale della conferenza ha coinvolto le platee con la naturale empatia di creativi e dipendenti (con tanto di prole) delle software house, tutti a dire qualcosa che suonava come “noi facciamo videogiochi, sono quelli che avete per le mani tutti i giorni“, in un evento che ha fatto intendere esattamente questo, senza fronzoli, in appena 30 minuti di durata. Subito dopo il discorso è fluidamente proseguito nella realtà virtuale, mostrando quanto il fascino dei visori VR possa diventare familiare e quasi universalmente condivisibile, non fra dieci anni ma dal prossimo ottobre (almeno, per Fallout 4 VR).
Si tratta di esclusive HTC Vive, almeno al lancio, ma in quell’accezione di “titoli di passaggio” che avevo esortato in questo editoriale, pensando a come la realtà virtuale possa incrementare più velocemente il proprio appeal. DOOM e Fallout 4 sono già lì, e persino gli utenti che non hanno mai messo un caschetto possono immaginare (specie dopo i trailer) cosa significhi la sensazione di esplorarli “fisicamente”, tra le devastazioni post-nucleari di Boston o nelle lande insanguinate di Marte.
la sperimentazione su linguaggio e sistemi di controllo in VR è fondamentale
DOOM e Fallout 4 non hanno lo stesso posto nell’Olimpo del gaming, ma in questo caso la loro missione è simile. Per come la vedo io, persino la mancanza di veri intenti simulativi (o realistici-survival, alla maniera di New Vegas) dell’open world di Bethesda potrebbe essere colmata dall’essere lì, compiendo i vecchi gesti di sempre – consultare il Pipboy, combattere, chiacchierare con il mondo – attraverso i nuovi modelli e interfacce in VR, a contatto con consuetudini ben comprensibili e amate. Ottobre non è poi così lontano, e c’è un nuovo esercito di persone (piccolo o grande che sia) che vorrebbe avere HTC Vive nel proprio salotto. Quel che manca adesso è un’offerta “ponte” anche nei costi per i giocatori, magari allineandosi pian piano alla strategia di PlayStation VR (tra le altre cose, Skyrim VR è stato appena annunciato dal palco della conferenza Sony). Non per forza il top tecnologico, ma qualcosa di facilmente fruibile e meno costoso, senza attendere i fisiologici abbassamenti di prezzo nel passaggio di generazione. In tal caso, sono sicuro che avrei molta più compagnia.