Ho 35 anni, sono nato quando mio padre ne aveva 38, mi sembra una età normale per figliare...
...there's no need to say thank you, the best way to say it is beeing here and fight with us. - Skip
Io ho 32 anni. I 30enni che conosco, alcuni stanno iniziando a sposarsi ora e l'età va dai 30 ai 38 anni. Solo due coppie su oltre 20 e passa hanno figli.
E ti parlo di gente laureata, in convivenza da anni, di cui la maggior parte con lavoro stabile e impiegatizio.
Ma che dici, il puttanaio legislativo attuale è merito dello spirito santo, non certo di chi ha legiferato.
E se perdi il lavoro, che ti frega, c'è una fila immensa di gente che assume.
E, poi, non lo sai? I maghrebinz figliano come conigli. Fai come loro, vai a vivere su un ducato del 1986.
Un po' di elasticità, e che cazzo.
E per carità, molla quell'iphone.
34 a 37, stessa proporzione
Anche io ti facevo molto più oldo
Invece di buttare soldi al cesso per ste campagna del catzo,
cominciassero a far nidi, asili e scuole dell'obbligo adatte al 2016 e non agli anni 50 e aperte a tutti
e magari assegni famigliari che non siano un ridicolo panino al prosciutto, meno di 50€ al mese al figlio, altro che prese pe il culo ma PD.
Poi vedi se la gente non inizia almeno a fare i figli desiderati
Io vivo la situazione opposta: ho 35 anni e tutti, *TUTTI*, i miei amici storici e coetanei sono sposati e con almeno un figlio (il 50% è già al secondo). Tutti laureati, doppio reddito ma nulla di esaltante, mutuo incluso. Inutile dire che mi sento sotto pressione
EDIT: anche perchè, tecnicamente, siamo una di quelle coppie che un figlio potrebbero permetterselo con pochissime rinunce.
Ultima modifica di Pinhead81; 02-09-16 alle 18:34
Vedi, è esattamente questo; hai voglia a dire che i giovani devono fare la rivoluzione, se nemmeno sanno cos'é la rivoluzione; e non lo sanno perché non lo sanno nemmeno i loro padri, forse lo sanno i loro nonni, che bene o male hanno ricostruito l'Italia dopo la guerra, prima che il boom finisse.
C'è anche da dire che la mancanza di valori è quello che ci resta dopo avere conseguito molti dei valori per cui l'ideale romantico del rivoluzionario fa pensare che sia utile sacrificarsi: libertà? Ce l'abbiamo. Ricchezza? Ce l'abbiamo, in abbondanza. Se non fate niente le perderete, dicono i baby boomers e i sessantottini, quelli che la più grande rivoluzione che hanno fatto è levare i reggiseni (che peraltro sono molto sexy) e liberalizzare aborti ed ansiolitici. Embé, gli risponde la mia generazione, ci avete lasciato un futuro senza speranza, perché dovrebbe importarcene?
Questa roba è potente, il nichilismo che ci ha instillato il benessere è più potente di qualsiasi appetito di libertà, soprattutto per la gioventù italiana, traviata dallo Stato-Mamma del tempo dei loro genitori e dalla Mamma-Stato, che si preoccupa se non telefoni tre volte al dì e che (per nostra, anzi per mia fortuna, io sono il primo dei colpevoli eh) non ti mette fuori di casa a 18 anni con quel rendici fieri del Sig. Nahasapimapetilon quando Apu se ne andò in USA a fare il dottorato.
Però poi ti fermi e pensi, allora cosa si fa? Perché quello che hai davanti è uno scontro continuo, altro che sacrifici, è una roba che Don Chisciotte si tirerebbe indietro, partendo dalla tua famiglia, passando per il tuo comitato di quartire, per arrivare a Roma e da lì a Berlino o Bruxelles. Con gli stessi sessantottini di sopra che ti dicono che tu sei giovane, certe cose non le sai e non le puoi capire, che devi lasciare fare a chi è capace, che è meglio se ti trovi un lavoro onesto o farai la fine del fallito, o che magari ti devi accontentare, ecco, sei arrivato, sei consigliere regionale, arraffati il rimborso e ricordati che c'è una sola cosa da difendere; ed è la tua posizione, quella che ti sei guadagnato sgomitando, baciando culi e succhiando cazzi a destra ed a sinistra, quando occorre. Ma tutto questo è superabile, perché io ce l'ho un ideale, che è quello di essere onesto, il primo degli onesti, perchè l'Italia ha bisogno degli onesti, perché io non rubo, perché io non tengo comportamenti illeciti, od anche solo immorali. Sì, tu no, ma gli altri? Di chi ti puoi fidare? Chi la pensa come te? Quanti si arrendono strada facendo? Quanti si adeguano?
Ma noi ce la facciamo, facciamo la vera rivoluzione liberale, finalmente gente unita dalla volontà di ricostruire una società civile degna di questo nome consegue e detiene il potere. E torni al punto di partenza, a fare i conti con la realtà che il passato ti ha fatto ereditare. E' bello fare la rivoluzione e ripartire da zero. Peccato che oggi anche se fai la rivoluzione non riparti affatto da zero; se ti va bene riparti dalla troika.
E allora uno, che è solo, si domanda perché, perché deve sporcarsi le mani e magari fare la figura del brutto anatroccolo, di quello diverso. Perché non dovrebbe cercare di salvarsi lui, invece che cercare di salvare tutti? Del resto lo si diceva già 2000 anni fa, làthe biòsas, vivi nascosto. E chi sono io per contraddire i greci?
Spigolature, eh
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maccheccaz
di vita ne abbiamo una sola, è costellata comunque di tragedie e difficoltà, per tutti, il futuro è incertissimo e dobbiamo comunque figliare come conigli?
il problema mi sembra un altro: convincere (anche con le cattive) i popoli più primitivi a darsi una calmata, la superficie terrestre non è infinita (e poi non ci lamentiamo degli stupri alla natura e dell'inquinamento)
Deve essere il clima romano
Pin responsabile della declino del PaeseEDIT: anche perchè, tecnicamente, siamo una di quelle coppie che un figlio potrebbero permetterselo con pochissime rinunce.
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Lo so. So che molti ragionano così. Ma infatti mica mi aspetto la ripresa, la rivoluzione o una nuova Età dell'Oro.
Proprio per questo sono il teorico dell'Età dell'Ultraviolenza
se arriva l'ultraviolenza io sono il primo che muore
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Vabbè mica è un insulto
Forse il modo in cui scrivi, sempre molto equilibrato e senza sbraghi
O quamdo accennavi qua e la di posizioni di responsabilità che hai ricoperto
Ti facevo almeno un "anta suonato
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Cazzi tua Pinè