Guarda non passo la serata a cercarti ogni singola legge, guardati questo link come incipit e poi controllati legge per legge:
http://www.camelotdestraideale.it/20...scono-a-monti/
Se poi sei uno di quelli "abbiamo avuto 3 colpi di stato" "non è stato votato da nessuno" non c'è molto da discutere.
Sicuro, ma non é questo che metto in discussione.
Io contesto quel che hai scritto sull'iper tassazione per calmierare deliberatamente i prezzi, che imho invece é stata la ciliegina sulla torta per un settore già in crisi, e dall'indotto notevole.
Sopratutto poi quando aggiungi che auspichi un'ulteriore inasprimento fiscale sugli immobili.
Ogni opinione é lecita ma per me é pura follia, come lo é sempre quando si pensa all'aumento della tassazione come soluzione a qualsivoglia problema.
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non sto parlando di chi vende le case, né di palazzinari, mi riferisco soprattutto a quelli che lavoravano nell'edilizia e adesso non arrivano più a fine mese
non vorrei sembrare patetico, ma ho visto tragedie tremende, ditte e studi un tempo floridi che hanno chiuso o vivacchiano miseramente dopo aver licenziato la maggior parte della manodopera, talenti eredi di una antica capacità artigianale che si sono trovati col culo per terra da un giorno all'altro
qualcuno (pochi tra quelli che conosco io) è salito sui barconi per cercare di rifarsi una vita all'estero
e così via, si tratta di decine di migliaia di persone
e la bolla immobiliare da noi non era grave come in usa o in spagna, l'eventuale scoppio poteva essere riassorbito facilmente
se per te questo è il modo di creare occupazione e ricchezza, andiamo proprio bene!
EDIT: @Kayato, adesso vado a leggere poi ne riparliamo
no wait. L'edile e' ricettacolo di abusi e malaffare allucinanti, il regno delle srl che falliscono e riaprono a prestanome.
Vero che ne han fatto le spese gli onesti, concordo, ma era diventato il far west.
Il settore immobiliare è cresciuto troppo e sono convinto che una tassazione adeguata sia necessaria -in generale- per limare picchi assurdi nei prezzi.
Se guardiamo MPS, tutte le prime 17 aziende debitrici erano immobiliaristi, gente che ha investito troppo cercando di cavalcare la bolla fino all'ultimo.
Inasprimento fiscale da una parte con contestuale alleggerimento dal lato imposte sul lavoro!Sopratutto poi quando aggiungi che auspichi un'ulteriore inasprimento fiscale sugli immobili.
Ogni opinione é lecita ma per me é pura follia, come lo é sempre quando si pensa all'aumento della tassazione come soluzione a qualsivoglia problema.
Ma non esiste che lo scoppio potesse essere riassorbito! C'era e c'è ancora un ipercostruito immane!
I prezzi delle case avevano raggiunto multipli insostenibili rispetto al tipico salario da dipendente!
La generazione dei vecchi pensionati e possessori di immobili s'è arricchita,
quella dei giovani adulti che lavorano si è impiccata con mutui sproporzionati.
Fortunatamente tutte le bolle sono destinate a scoppiare e la situazione a normalizzarsi.
se volete l'opinione di qualcuno che è nel settore oramai da 15 anni, le tasse non c'entrano niente con la crisi dell'edilizia.
l'edilizia è in crisi perchè non si costruisce più. e non si costruisce più per due motivi.
non si costruisce più nel settore non residenziale perchè non c'è domanda: il settore dell'edilizia industriale la bolla l'ha vissuta nei primi anni 2000 con la tremonti bis e ter (i capannoni si potevano considerare investimenti, ne hanno costruiti a milioni devastando intere regioni perchè c'era il tremonti-supersconto: poi guardacaso non c'erano industrie da metterci, la crisi del 2008 con la perdita del 20% della produzione industriale ha dato la mazzata, e ora il cartello "affittasi capannoni" è più diffuso di quello tondo con scritto "50"); l'edilizia civile e commerciale non ha domanda perchè i consumi sono in gravissima crisi, e finchè non ripartono quelli, non c'è ragione di costruire nuovi edifici commerciali.
e nel residenziale? nel residenziale il ciclo delle imprese costruttrici funzionava così: compro i terreni, vendo le case sul progetto, quando raggiungo il 50% di vendita su carta le banche mi finanziano e costruisco, quando incasso i soldi dei primi appartamenti compro altri terreni e ricomincio; il tutto fondamentalmente basato sul fatto che a costruire una casa si spende 1 e si vende a 2.
il crollo dei prezzi seguito alla crisi del credito del 2008 ha sorpreso le imprese con in pancia i terreni comprati prima della crisi, togliendo loro la possibilità di costruirci sopra guadagnandoci a sufficienza per convincere le banche a scucire. la variazione delle tasse è due ordini di grandezza più piccola dell'ampiezza di questo fenomeno, che è di forza irresistibile.
perchè l'edilizia si riprenda occorre che l'inflazione abbatta il valore dei terreni comprati a un valore compatibile con i nuovi prezzi delle case. si sarebbe dovuto quindi fare di tutto (come draghi) per far correre l'inflazione; ma naturalmente siamo in un periodo addirittura di deflazione, percui ci vorranno decenni perchè ciò avvenga.
eh, ma proviamoci (è quello che cerco di fare ogni giorno. con successo, ehm..., altalenante ). perchè tutti a parole sono contro gli sprechi, ma gli sprechi mica sono soldi gettati nel fuoco del camino, sono soldi spesi. da cosa sono fatti gli 830 miliardi di spesa pubblica? sono fatti da:
a- 50 miliardi di investimenti (drammaticamente ridotti negli ultimi anni: erano 65 nel 2000; questi semmai dovrebbero crescere)
b- 90 miliardi di interessi sul debito (e qua come si fa a ridurli? bisogna dichiarare fallimento)
c- 310 miliardi di pensioni (ahahah, provaci, con la corte costituzionale imbottita di pensionandi d'oro con il retributivo come diritto acquisito)
d- 165 miliardi di stipendi (che stipendiano milioni di dipendenti, con redditi spesso al limite della decenza; e per ognuno che togli, c'è una famiglia che va sul lastrico, i consumi che si contraggono, la deflazione che si aggrava; e poi provi a licenziare qualcuno, e subito piovono giudici del lavoro, sindacati, ecc.)
e- 90 miliardi di consumi intermedi (che mantengono in vita centinaia di migliaia di imprese: per ognuno che tagli, ci sono lavoratori licenziati, stipendi che non vengono più erogati, ecc.; e comunque per ridurli bisogna investire per diventare più efficienti, mica si possono semplicemente non spendere)
f- 80 miliardi trasferimenti alle famiglie (li togli? e siamo tutti più poveri; e ancora più diseguali di adesso)
g- 50 miliardi trasferimenti alle imprese (li togli? vedi punto e, con effetti ancora peggiori, perchè se per il punto e si può pensare che chi lavora nel pubblico sia un gruppo di amichetti, e non è così, questi sono soldi che vanno agli imprenditori "produttivi")
ah, nota: di questi 830 miliardi, circa il 2-3% sono ricchezza aggiuntiva per tutti (sono deficit, cioè soldi che possiamo permetterci di spendere perchè c'è lo stato, ed è così grosso: se lo stato non ci fosse, quei soldi non ce li potremmo permettere).
perciò non c'è sostanzialmente modo di incidere sul monte di questa spesa, se non per numeri trascurabili. tra l'altro molte di queste voci sono largamente sottodimensionate (ad es. quella per stipendi, in molti settori dagli insegnanti agli infermieri ai medici ai tecnici ingegneri come me il pubblico ha una drammatica carenza di posti), molti dei sussidi mantengono letteralmente a galla famiglie, imprese, pensionati che si trasformerebbero in orde di disperati, altri finiscono nelle tasche di mammasantissima abbastanza potenti ed immanicati da spezzare le ossa ai presunti "tagliatori". i modi in cui si potrebbe veramente incidere sono tre:
1- colmare le sproporzioni nord-sud (e sarebbe la morte per intere regioni del sud che stanno già morendo così)
2- comprimere quei 165 miliardi agendo sugli abusi dei livelli più alti (medici, direttori, dirigenti, nessuno è immune, e più sali più è peggio: ed ecco perchè non lo si fa: nessuno è abbastanza forte da spezzare i privilegi di corporazioni fatte da migliaia se non decine di migliaia di persone, del cui voto ha peraltro bisogno per rimanere eletto)
3- "gonfiare" quei 50 miliardi di investimenti e usarli per tagliare drasticamente i 90 miliardi di consumi intermedi (sarebbe cioè una riqualificazione della spesa pubblica, più che una riduzione impossibile: ma ogni nuovo taglio e nuova norma aggiunge un gradino da salire per poterci riuscire: ma NESSUNO lo vuole fare veramente, perchè è lì che si alleano tra loro interessi corporativi, malaffare, agganci politica-imprenditoria, fannullonismo dei dipendenti e paraculismo dei dirigenti, una miscela vischiosa che paralizza tutto e fa MOLTI più danni della corruzione)
questo 3 è quello che cerco di fare nel mio lavoro (farei anche 2, ma non sono abbastanza potente ). peccato che a forza di tagliare e tagliare (e anche per decenni passati di gestione dissennata, si capisce), gli enti pubblici sono tutti nella situazione che alla riga a) non c'è un euro (no investimenti), alla c) meno ancora (niente personale per controllare quello che fanno le imprese, meno ancora per internalizzare attività che privatizzate costano molto di più) e così la riga e) corre senza freni.
che è poi quello che vuole la politica: tagliare le spese che ridistribuirebbero ricchezza (gli investimenti) e diritti (gli stipendi dei livelli più bassi, fermi INcostituzionalmente da 5 anni), facendo contenti gli istinti "sanguinari" di chi vorrebbe cancellare il pubblico (che di per sè non è altro che un meccanismo per spendere più soldi di quelli che avremmo, e cioè di essere più ricchi), ma nella realtà trasferire questa ricchezza dalle tasche dei cittadini a quelle delle imprese che la politica la finanziano.
Ultima modifica di Ronin; 18-02-17 alle 00:07
imho, non se ne esce senza una vera lotta alle mafie, che sono quelle che uccidono il privato in larghe fette d'italia, tra pizzo e spianamento di ogni concorrente alle proprie attivita'. oltre che impoverire lo stato con decine e decine di miliardi di mancate entrate, come si è appena visto con l'incredibile news riguardo la grande evasione in sicilia che viene peraltro snobbata un po' da tutti come fosse acquetta.
edit: e, oltre a quanto sopra scritto, contribuiscono in maniera significativa alla cultura del non rispetto delle regole che tanto danneggia il nostro paese.
Ultima modifica di gmork; 18-02-17 alle 00:25
- in una società in cui ogni più piccolo diritto è perseguito, nessuno ha più diritti - Kungfucio
- sempre sano e ricco, mai povero e malato - kungfucio Vol.2
- meglio un osso oggi che due domani - Alì Baubau e i quaranta cagnoni
non fa per me
probabilmente è ciò che succederebbe in un paese con un normale sviluppo demografico: i pensionati d'oro finirebbero davanti a un ragazzino in divisa cachi che direbbe loro "sai la novità? tu sei pensionato solo a vita, purtroppo".
ma in italia gli insorti sarebbero soverchiati dalla discesa in piazza dei pensionati, come nei migliori film zombie
ma in fin dei conti, voi, nei vostri giri di conoscenze, lavorativi o meno, conoscete solo corrotti, imbelli, nullafacenti e dediti al malaffare? io non credo, e scommetto che conoscete anche tante persone per bene.
il problema sostanziale (della PA e dell'italia tutta) è generazionale: di fronte a 500 milioni di cinesi in piena forza sotto i 40 anni (per fare solo un esempio), i nostri enti pubblici, ma anche industrie, sono guidati a tutti i livelli da una strabordante maggioranza di persone che 10 anni fa pensava già ad andare in pensione, salvo che poi hanno cominciato ad allontanargliela sempre di più. fino a che si pretende che l'aumento di efficienza (che costa lacrime e sangue nelle imprese migliori, figuriamoci nella PA) sia portato avanti da costoro, non si potrà altro che assistere a una catena di fallimenti (peraltro fortemente voluti, visto che ci sono interi bacini elettorali che pescano dentro questi fenomeni, e molti politici sono a loro volta esponenti diretti del processo di ottuagenariazione dell'italia), perchè queste persone a cui la pensione è stata sfilata quando già la accarezzavano, se la riprendono comportandosi sul lavoro come se fossero già sostanzialmente pensionati (in base all'andazzo del "chi me lo fa fare?" che tutte le persone di buona volontà hanno dovuto sperimentare sulla propria pelle, rimanendoci spesso pure ustionate come il sottoscritto ).
è questo il principale motivo, prima ancora della corruzione e del nepotismo, per cui l'italia è paralizzata nella palude, e ci resterà fino a che non si trova la maniera di invertire il trend (compito che diventa sempre più difficile: perchè la pensione si sposta sempre più in là, e molti giovani scappano da un paese che non li vuole "tra i piedi", come dice il ministro con lapsus rivelatore)
la marianna un'idea buona (tra tante bislacche) l'aveva avuta, e cioè prepensionare quella massa di dirigenti 60enni o giù di lì, che sarebbe il primo e più importante degli investimenti pubblici da fare in italia, ma poi gliel'hanno cassata per mancanza di risorse. a forza di non investire per mancanza di risorse, nel pubblico non ci sono più le risorse neppure per le spese correnti minimali necessarie per la sopravvivenza.
in tutte le ristrutturazioni aziendali di grande dimensione si sa che si deve affrontare uno o due periodi fiscali di profondissimo rosso e dolorosi aumenti di capitale, per fare gli investimenti e le riorganizzazioni necessarie a ripartire nuovamente competitivi; e quando le si fa per prima cosa gli azionisti cambiano l'amministratore delegato e tutta la squadra di manager, perchè quelli che ci sono adesso evidentemente non sono adatti, altrimenti l'azienda non sarebbe in crisi: l'unica ristrutturazione che si pensa di poter fare senza questi due inevitabili passaggi è quella della PA, che invece è l'azienda che più grande non c'è per definizione (e dove quindi semmai i due passaggi andrebbero estremizzati di conseguenza). per forza che tutti i tentativi fatti sono clamorosamente falliti.
d'altro canto, facendo la conta di coloro che sono veramente disposti ad affrontarli, temo che si scoprirebbe facilmente che a recarsi alle urne (l'unico posto che conta per i politici) sono ormai di più quelli che hanno da perdere quel po' di presente che gli resta, di quelli che hanno da guadagnare un futuro ancora davanti.
Ultima modifica di Ronin; 18-02-17 alle 09:50
ma io confermo tutto.
Manca sia la volontà sia la possibilità di fare le cose per n mila piccoli privilegiati nimby che possono bloccare ogni cosa (parrucconi della Consulta in primis, come scrivi)
Mi pare che l'anno scorso ci fu la proposta di eliminare i sussidi alle imprese e con quel risparmio togliere l'Irap
Sia mai. L'irap la pagano anche i poveri cristi ma i sussidi sono molto più utili alle imprese degli amichetti.
Poi ci sono piccoli centri di intoccabilità che ormai hanno raggiunto livelli di parossismo
cito un intervento di Barisoni riguardo la Sicilia che è vagamente più bravo di me a spiegare le cose
"Riscosso solo l'8% dell'evaso. Ma la Sicilia paga 886 legali
Cartelle senza capo né coda, notificate fuori termine, piene di nullità»: così, da Catania, un grande tributarista racconta la vita quotidiana di quel mondo a parte che è il fisco siciliano, branca grotteschissima di quella cosa grottesca che è l'autonomia della regione pirandelliana. Antonio Fiumefreddo è a capo di Riscossione Sicilia, il carrozzone che dovrebbe occuparsi di incassare le tasse non pagate: e che, come lui stesso ha raccontato mercoledì in Parlamento, non riscuote quasi nulla, recuperando nel 2015 appena l'8% dei tributi non pagati, nonostante sia forte di una legione di 886 avvocati. In Sicilia pagare le tasse è un optional affidato al senso civico dei contribuenti.
Come questo sia possibile è un mistero. Di certo, Riscossione Sicilia, sembra fatto apposta per proseguire nella tradizione di tolleranza verso evasori grandi e piccoli. Non a caso prima di Fiumefreddo il governatore Crocetta voleva mettere a capo del carrozzone Antonio Ingroia, che di cartelle esattoriali non si era mai occupato in vita sua. E persino il sito web di Riscossione Sicilia è tutta una rivendicazione di inefficienza, tra link che non portano da nessuna parte e recapiti di uffici aperti 2 giorni alla settimana.
55 miliardi di tasse perdute in 10 anni: sarebbero bastati per costruire 7 volte il ponte sullo Stretto di Messina. Qualche concausa si potrà anche cercare nella crisi dell'economia locale. Ma è difficile non collocare i dati forniti da Fiumefreddo nella atavica vocazione siciliana a non pagare le tasse: il 41% dei siciliani non presenta neanche la dichiarazione dei redditi, e chi la presenta tendenzialmente bara, l'analisi dei consumi dice che i contribuenti siciliani spendono 145 euro ogni 100 che ne dichiarano al fisco. Questo rende inevitabile che la Sicilia sia la Regione che più di ogni altra vive a spese del resto del Paese: il suo residuo fiscale, cioè la differenza tra tasse versate dai cittadini e fondi statali incassati era nel 2012 di 16 miliardi, tutti soldi provenienti dal nord.
L'intero sistema tributario siciliano sembra fatto apposta per perdercisi dentro. Come tutte le regioni autonome, la Sicilia trattiene direttamente tutte le tasse, comprese Irpef e Iva; sulla regolarità delle dichiarazioni dei redditi vigila però Roma, attraverso gli uffici sull'isola della Agenzia delle Entrate, che il loro lavoro lo fanno bene. Ma le cartelle poi vengono affidate per essere incassate a Riscossione Sicilia: unica regione autonoma a non affidarsi a Equitalia, neanche il Trentino (che ha una struttura di efficienza mostruosa come Trentino Riscossioni, 85% di multe stradali incassate) recupera in proprio le cartelle erariali.
Pervenute a Riscossione Sicilia le cartelle si perdono nell'iperspazio. Sulle cause del disastro Fiumefreddo è esplicito, «incontriamo presidi mafiosi in cui non si entra né si notifica», ma poi si scopre che a non pagare le cartelle sono tutti, brava gente e colletti bianchi compresi.
Il guaio è che il sistema va bene a tutti quanti, compresi gli enti locali, a partire dai Comuni che con i crediti per tasse che non incasseranno mai abbelliscono i bilanci: «E se togliessero quei crediti - dice il nostro avvocato - i loro bilanci sarebbero ancora più falsi di quanto già sono».
siamo senza speranza
Togliere lo statuto speciale alla Sicilia sarebbe una giustizia
I pensionati non farebbero nulla. E per un vero colpo di stato servirebbe solo una minoranza ben organizzata, che tanto il giorno dopo gli italiani alla finestra si schiererebbero con i vincitori
Il problema è questo:
- siamo ancora vicini all'inizio della curva discendente del declino. Questo vuol dire che c'è ancora un ampio benessere diffuso che non fa percepire la portata dei problemi sul lungo termine
- manca una qualsiasi forza politica decente e con visione a lungo termine
- l'Italia è imprigionata in 22.000 schemi sovranazionali, fra alleanze, trattati, UE, ecc, dove un potere politico può fare poco o nulla
Detto questo, credo semplicemente che i cari pensionati e l'Italia in generale tireranno a campare. Poi se tutto va storto al massimo un giorno si sveglieranno come quelli di Banca Etruria, se non peggio. Risparmi spazzati via, conti correnti bloccati e un "grazie tante, ma abbiamo finito i soldi"
Si, ma ognuno è isolato o al massimo opera in piccoli gruppi. Non hanno influenza e pensano solo alla propria sopravvivenze personale.ma in fin dei conti, voi, nei vostri giri di conoscenze, lavorativi o meno, conoscete solo corrotti, imbelli, nullafacenti e dediti al malaffare? io non credo, e scommetto che conoscete anche tante persone per bene.
Prendi i precari o le partite iva: quando mai sono riusciti a fare gruppi di potere per rappresentare i loro interessi? Eppure stiamo parlando di milioni di persone. Sole e disorganizzate.
però, anche sulle pensioni, stiamo attenti a generalizzare: ci sono i baby pensionati che fanno i saprofiti per la maggior parte della loro vita (o tutta), ma ci sono anche quelli che sono stati svenati da anni di contributi e poi non usufruiranno neanche di una briciola di quanto versato (con tutte le sfumature intermedie)