(dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo? (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo? - Pagina 60

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Discussione: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

  1. #1181
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Perdonate l'italiano zoppicante

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  2. #1182
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    per colpa della riduzione dei fondi alla Nasa, abbiamo perso il treno per non avere portato di già il primo uomo su Marte

  3. #1183
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da abaper Visualizza Messaggio
    Sul razzismo, proprio ieri un parente di mia moglie (che sarà in un da 40 e ormai parla italiano con l'accento inglese e ha la cittadinanza inglese) su un mezzo pubblico gli hanno intimato di alzarsi e lasciare il posto ad un inglese doc.
    Boh, non gli era mai capitato. Da quel che ho capito, è come quando ha vinto Alemanno a Roma. Come allora i fascisti si sentivano autorizzati ad alzare il braccio, così adesso i pirla inglesi si sentono autorizzati a esprimere il loro razzismo.

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    E' un nigga il parente di tua moglie?
    ...owwait, c'avrà mica la faccia da terrone come Antares

    ()


  4. #1184
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Edward Green Visualizza Messaggio
    Inglesi di backstage, sta succedendo tutto questo a Londra?
    Ed, chiediamoci due cose.
    Quale e' la produzione inglese?
    In parole povere, cosa producono gli Inglesi nel loro territorio, quali settori sono la loro economia?

    Ora a parte la finanza, che capirai bene HA BISOGNO di essere dentro il mercato unico( non star' qui a spiegarti il perche'), quali altri settori?

    Prendiamo l' "automotive" ovvero le autovetture?
    Chi produce in inghilterra?
    dai un occhio e guarda chi produce cosa e dove lo esporta.

    http://www.bbc.com/news/business-36659660

    controlla anche il settore "chimico".

    So cazzi, piu' si guarda e piu' si nota che la BREXIT sono cazzi sopratutto per l'UK.



    P.S. Divertente che proprio ieri ho iniziato Assassin Creed Syndicate. Liberero' Londra. ->
    Ultima modifica di Recidivo; 30-06-16 alle 10:30

  5. #1185
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?


  6. #1186
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    la maggioranza dei favorevoli a un’uscita dall’Unione Europea vengono dalle città industriali e appartengono a ceti medio-bassi, quelli maggiormente colpiti dall’austerity che, in Europa, prende le sembianze della Germania e del governo di Angela Merkel.
    Zio cane, neanche io grafici.

    http://www.bbc.com/news/politics/eu_referendum/results

    Manchester
    Leave 39.6%
    79,991 VOTES
    Remain 60.4%
    121,823 VOTES

    Liverpool
    Leave 41.8%
    85,101 VOTES
    Remain 58.2%
    118,453 VOTES

    Bristol
    Leave 38.3%
    87,418 VOTES
    Remain 61.7%
    141,027 VOTES

    York
    Leave 42.0%
    45,983 VOTES
    Remain 58.0%
    63,617 VOTES

  7. #1187
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?


  8. #1188
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    niente, il brexit non ha insegnato un cazzo, insistono con l'austerity col culo degli altri:


    huffingtonpost.it
    BASTONE E CAROTA DELLA MERKEL SULLE BANCHE ITALIANE

    Fine del Consiglio europeo. La Merkel parla ai giornalisti. Poco dopo il presidente del Consiglio si trova davanti ai giornalisti. E cerca di stemperare le polemiche con una battuta: "Sorrido perché qualcuno dice Renzi pensa alle banche. Sono costretto a farlo, di tutto mi sarei occupato meno che di istituti di credito, conosco le banche per i miei mutui". Mai come questa volta il fondo amaro di un moto di spirito rivela di come al centro delle discussioni post-Brexit ci siano le banche. Soprattutto quelle italiane.





    Angela Merkel ha apparentemente sbattuto la porta in faccia alle aspirazioni di Palazzo Chigi nel rivedere le regole del bail-in. Ma in realtà la trattativa italiana in Europa procede, anche se in salita e a passi corti, ma con un obiettivo: avere la possibilità, in caso di “reale emergenza”, di intervenire per tempo anche con strumenti statali. Che possono spaziare dalla ricapitalizzazione del fondo Atlante grazie a risorse di fondi pensioni, assicurazioni e una quota più consistente di Cdp (si parla di 5 miliardi) per occuparsi dei crediti deteriorati delle banche, all’ipotesi di ‘Padoan bond’, ovvero una riedizione dei Monti bond usati per Mps, fino alla previsione di un ruolo di Cdp (magari con risorse del Tesoro) nella ricapitalizzazione di eventuali banche in crisi.
    Secondo quanto rivela una fonte di governo, a preoccupare maggiormente, soprattutto in questi turbolenti giorni post-Brexit, è la situazione di Monte dei Paschi di Siena. Che già nel venerdì nero dopo il referendum inglese aveva toccato il suo minimo storico a 0,39 euro, chiudendo a -16,45% e che oggi ha chiuso a -2,87% aggiornando i nuovi minimi storici a 0,3887 euro. Sull’andamento della Borsa non hanno aiutato, nemmeno per altri titoli bancari (vedi Bper -5,45%, Ubi -5,23%, Bpm -3,38%, Banco Popolare -3,24%) le parole della cancelliera Angela Merkel che ha “gelato” Matteo Renzi dicendo: "Abbiamo lavorato per darci regole comuni su risoluzione e ricapitalizzazione delle banche, e non possiamo cambiare le regole ogni due anni". Non è un caso che, di fronte a indici azionari europei in recupero e sui massimi a metà seduta, Milano abbia frenato con i bancari subito dopo l’uscita di una notizia di Bloomberg che anticipava il no della Germania a ogni tentativo per proteggere gli investitori con un piano italiano di ricapitalizzazione delle banche.
    Al momento, ragiona una fonte di governo, non c’è un pericolo imminente per le banche italiane, come va ripetendo anche il premier Matteo Renzi. Ma l’esecutivo, e in primis il tavolo tecnico costituito sotto la regia di Palazzo Chigi, cui partecipano ministero dell'Economia e dello Sviluppo economico, insieme a Banca d'Italia e Cdp, monitora continuamente i mercati ed è pronto a intervenire in caso di necessità.
    Ed è per questo che, nonostante il niet arrivato dalla Merkel su una revisione ‘flessibile’ del bail-in e sulle norme sugli aiuti di Stato, e il botta e risposta che ne è conseguito con Matteo Renzi, la trattativa tra Italia e Ue va avanti. Le ipotesi sul tavolo sono diverse: si parla ad esempio di strumenti ibridi di ricapitalizzazione con intervento pubblico, garanzie pubbliche su obbligazioni bancarie, interventi con 'equity' di veicoli finanziari e fondi di gestione dei 'non performing loans'. Si tratta in particolare su due punti: allentamento delle regole della cosiddetta Brrd e sul bail-in in casi di eccezionalità per permettere l’intervento pubblico nel salvataggio delle banche e la ricapitalizzazione del fondo Atlante, magari con una maggiore quota di Cdp.
    Che Merkel si riferisca strettamente alle regole attuali del 'bail-in' e alle regole europee sugli aiuti di Stato quando dice che le norme non vanno riviste ogni due anni, non chiude la partita. Sembra infatti che le sue parole si riferissero più che altro a una indisponibilità ad appellarsi, da parte dell’Italia o di altri Paesi, all'articolo 108 del Trattato Ue che permette al Consiglio, su richiesta di uno Stato membro, di decidere all'unanimità che un aiuto di Stato sia compatibile con il mercato interno in deroga dalle norme "quando circostanze eccezionali giustifichino tale decisione". Resta però la possibilità, e su questo starebbe in piedi la trattativa italiana, di far leva su due norme del bail-in che già oggi permettono delle deroghe. L'articolo 44 della direttiva europea sulla risoluzione, infatti, indica che "in circostanze eccezionali l'autorità di risoluzione può escludere, integralmente o parzialmente, talune passività dall'applicazione dei poteri di svalutazione o di conversione". E l'articolo 32 lascia la porta aperta a garanzie pubbliche a sostegno degli strumenti di liquidità forniti da Banche centrali, una garanzia pubblica sulle passività di nuova emissione oppure a una iniezione di mezzi propri o all'acquisto di strumenti di capitale a prezzi e condizioni "che non conferiscono un vantaggio". Deroghe per le quali, appunto, serve l’ok da parte dell’Unione, un ok “preventivo” che l’Italia sta cercando di incassare così che, se si dovesse presentare una situazione di emergenza, possa intervenire essendo sicura di non incorrere in una brusca frenata da parte di Bruxelles.
    Quanto alla seconda linea di trattativa, quella sul Fondo Atlante 2, lo stesso Renzi oggi ha detto: “Il fondo Atlante ha dato risposte molto importanti ed è in condizioni di essere ulteriormente ricapitalizzato". Secondo quanto viene spiegato, la trattativa con l’Europa riguarderebbe soprattutto il ruolo di Cassa depositi e prestiti, che attualmente partecipa ad Atlante con mezzo miliardo. Accordandosi con l’Europa, così che non ci siano problemi di aiuti di Stato, si potrebbe ipotizzare un Fondo Atlante 2 con una presenza più massiccia di Cdp e un aiuto da assicurazioni e fondi pensione. Anche se, ragiona una fonte di governo, si dovrebbe vedere come utilizzare risorse, quelle di Cdp, che comunque derivano dal risparmio postale. Un’ipotesi potrebbe essere ricapitalizzare Cdp con fondi del Tesoro per questa operazione. Ma, anche per questo, servirebbe un lasciapassare europeo.


    Il piano segreto di Berlino per "germanizzare" l'Europa

    L'idea di Schäuble è quella di un'Unione ancora più rigida che non fa sconti a chi sgarra. E a guida tedesca





    Noam Benjamin - Gio, 30/06/2016 - 07:58



    C'è molta carne al fuoco nell'agenda di Wolfgang Schäuble. Se il negoziato con Londra sulla Brexit è affidato ai capi di Stato e di governo dell'Ue, il ministro delle Finanze tedesco guarda al futuro.
    I suoi uomini all'opera nella Detlev-Rohwedder-Haus, raro esempio di architettura nazista sfuggito ai bombardamenti alleati su Berlino, immaginano già un'Ue senza gli inglesi finalmente piegata al rigorismo.
    È stato Handelsblatt, il primo quotidiano economico tedesco, a svelare cosa bolle in pentola: il «piano segreto» punta a inchiodare «gli Stati membri davanti alla loro responsabilità per una politica di bilancio stabile»; massimo rispetto, dunque, per le regole sul Patto di stabilità, sul Patto per la crescita o sul Fiscal compact. Come ottenere tanta severità da una manica di paesi mediterranei indisciplinati? È semplice: «Immaginando la possibilità per la Commissione di respingere i bilanci nazionali che non corrispondano alle direttive europee sul deficit». Questo il bastone. Quanto alla carota, il piano Schäuble prevede anche uno stimolo: la corretta implementazione delle direttive rivolte ai singoli Stati darebbe accesso a più risorse dei fondi strutturali.
    «Niente di nuovo sotto il sole», spiega al Giornale Björn Hacker, docente di Economia Politica all'Università delle Scienze Applicate di Berlino (Htw). «A chi in Germania o all'estero - come il vicecancelliere Sigmar Gabriel, Matteo Renzi e Francois Hollande - chiede un bilancio comune, Schäuble risponde picche: nessun nuovo budget ma solo le risorse già esistenti. E a chi non rispetta le direttive, non toccano neppure i fondi strutturali». Secondo l'accademico il piano del falco del pareggio di bilancio avrebbe effetti depressivi: «Uno stato già in difficoltà non solo non potrà ricorrere a uno stimolo fiscale o a politiche espansive, ma si vedrà tagliare anche le risorse dei fondi strutturali».
    Quanto alla Commissione, il rafforzamento del suo potere sarebbe solo formale. La riforma serve infatti a privarla del ruolo di custode dei Trattati, assegnato a una non meglio specificata autorità garante non elettiva. Ridotto il numero dei commissari, al collegio oggi guidato da Juncker resterebbe solo l'onere di approvare o respingere i bilanci nazionali non in regola. «Sarebbe la fine del potere politico della Commissione: una vendetta per avere in passato concesso dilazioni e flessibilità agli Stati invece di attivare le procedure per deficit eccessivo». La scure del ministro si abbatte poi sull'unica istituzione che in questi anni ha agito in piena autonomia: la Banca centrale europea. Il programma di Schäuble prevede di toglierle il controllo delle banche europee, definito «in conflitto d'interessi con la gestione della politica monetaria».
    «Sarebbe la fine del progetto di un'unione bancaria: d'altronde né il ministro né la Merkel l'hanno mai voluta - ricorda il docente - ma nel 2012 Mario Monti e l'allora neoeletto Hollande strapparono la promessa alla cancelliera, che da parte sua cercava il loro appoggio per il Fiscal compact». Il piano svelato da Handelsblatt presenta però un vantaggio: è capace di scontentare sia chi crede a un'unione più stretta basata su una vera unione monetaria e bancaria sia gli euroscettici che chiedono un'Ue con meno competenze. L'ultima novità Schäuble la riserva per l'Esm: il Meccanismo europeo di stabilità assume progressivamente le competenze della troika, oggi suddivise fra Commissione, Bce e Fmi. Una «riforma positiva» per Hacker che ha il pregio, dalla prospettiva di Schäuble di far fuori il Fondo monetario internazionale, colpevole in passato di aver proposto la ristrutturazione del debito greco, laddove i tedeschi «vogliono esigere i loro crediti senza sconti».










    secondo me l'unico paese che doveva uscire è la germania.
    almeno se si coalizzassero tra i paesi euro spagna, portogallo, italia, grecia e francia, attualmente tutti a trazione pseudosocialista, pseudo perché c'è rimasto poco ormai di socialista in europa, per mandare affanculo l'austerity...
    adesso o mai più.

  9. #1189
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Recidivo Visualizza Messaggio

    Chiunque abbia scritto il testo che hai citato si e' dimenticato di anteporre "ex" a "citta' industriali", tutti quei centri relativamente minori che sono stati i piu' colpiti dalla deindustrializzazione degli anni '80 e '90.

    I grossi centri metropolitani hanno quasi tutti resistito, ed in alcuni casi prosperato anche grazie a interventi pubblici, la provincia invece e' stata lasciata marcire.

    Nel grafico che hai linkato le Midlands (cioe' l'ex cuore manufatturiero del Paese) sono tutte blu, e cosi' anche, ad esempio, buona parte del Nord, mentre zone rurali ma ricche delle Home Counties nel Sud, e le piu' prospere aree urbane del Nord hanno votato Remain.

  10. #1190
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Daniel_san Visualizza Messaggio
    Chiunque abbia scritto il testo che hai citato si e' dimenticato di anteporre "ex" a "citta' industriali", tutti quei centri relativamente minori che sono stati i piu' colpiti dalla deindustrializzazione degli anni '80 e '90.

    I grossi centri metropolitani hanno quasi tutti resistito, ed in alcuni casi prosperato anche grazie a interventi pubblici, la provincia invece e' stata lasciata marcire.

    Nel grafico che hai linkato le Midlands (cioe' l'ex cuore manufatturiero del Paese) sono tutte blu, e cosi' anche, ad esempio, buona parte del Nord, mentre zone rurali ma ricche delle Home Counties nel Sud, e le piu' prospere aree urbane del Nord hanno votato Remain.
    Capirai, cambia solamente il significato. Sono parole.

    Poi vogliamo chiederci di chi e' la colpa del "tutti quei centri relativamente minori che sono stati i piu' colpiti dalla deindustrializzazione degli anni '80 e '90"
    sara' colpa della UE?
    Sara' che in UK il migrante con il quale ce l'hanno non sono gli africani o gli islamici o gli indiani, no in UK ce l'hanno con i migranti comunitari.
    Con i polacchi sopratutto.

  11. #1191
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Scheuble

    https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
    Corsair iCue5000X RGB - Asus ROG-STRIX Z690 F-GAMING ARGB - Intel Core i7 12700K - Corsair iCue H150i Capellix RGB - 2X Corsair Dominator Platinum RGB DDR5 5600MHz 16GB - Samsung 980PRO M.2 1TB NVMe PCIe - PCS 1TBe SSD M.2 - Seagate Barracuda 2TB - Corsair 1000W RMx Series MOD. 80PLUS GOLD - Asus ROX-STRIX GEFORCE RTX3070Ti 8GB - Kit 4 ventole Corsair LL120 RGB LED - Windows 11 64bit

  12. #1192
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Interessante articolo sul sole 24ore che parla di banche tedesche e di brexit.

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  13. #1193

    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Secondo me il piano "segreto" della Germania è quello di distruggere l'Europa.

    Again.

    Ma che si fottessero.

    spedito con ricevuta di ritorno

  14. #1194
    The Crimson Ghost L'avatar di Kayato
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Derfel Cadarn Visualizza Messaggio
    niente, il brexit non ha insegnato un cazzo, insistono con l'austerity col culo degli altri:


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    BASTONE E CAROTA DELLA MERKEL SULLE BANCHE ITALIANE

    Fine del Consiglio europeo. La Merkel parla ai giornalisti. Poco dopo il presidente del Consiglio si trova davanti ai giornalisti. E cerca di stemperare le polemiche con una battuta: "Sorrido perché qualcuno dice Renzi pensa alle banche. Sono costretto a farlo, di tutto mi sarei occupato meno che di istituti di credito, conosco le banche per i miei mutui". Mai come questa volta il fondo amaro di un moto di spirito rivela di come al centro delle discussioni post-Brexit ci siano le banche. Soprattutto quelle italiane.





    Angela Merkel ha apparentemente sbattuto la porta in faccia alle aspirazioni di Palazzo Chigi nel rivedere le regole del bail-in. Ma in realtà la trattativa italiana in Europa procede, anche se in salita e a passi corti, ma con un obiettivo: avere la possibilità, in caso di “reale emergenza”, di intervenire per tempo anche con strumenti statali. Che possono spaziare dalla ricapitalizzazione del fondo Atlante grazie a risorse di fondi pensioni, assicurazioni e una quota più consistente di Cdp (si parla di 5 miliardi) per occuparsi dei crediti deteriorati delle banche, all’ipotesi di ‘Padoan bond’, ovvero una riedizione dei Monti bond usati per Mps, fino alla previsione di un ruolo di Cdp (magari con risorse del Tesoro) nella ricapitalizzazione di eventuali banche in crisi.
    Secondo quanto rivela una fonte di governo, a preoccupare maggiormente, soprattutto in questi turbolenti giorni post-Brexit, è la situazione di Monte dei Paschi di Siena. Che già nel venerdì nero dopo il referendum inglese aveva toccato il suo minimo storico a 0,39 euro, chiudendo a -16,45% e che oggi ha chiuso a -2,87% aggiornando i nuovi minimi storici a 0,3887 euro. Sull’andamento della Borsa non hanno aiutato, nemmeno per altri titoli bancari (vedi Bper -5,45%, Ubi -5,23%, Bpm -3,38%, Banco Popolare -3,24%) le parole della cancelliera Angela Merkel che ha “gelato” Matteo Renzi dicendo: "Abbiamo lavorato per darci regole comuni su risoluzione e ricapitalizzazione delle banche, e non possiamo cambiare le regole ogni due anni". Non è un caso che, di fronte a indici azionari europei in recupero e sui massimi a metà seduta, Milano abbia frenato con i bancari subito dopo l’uscita di una notizia di Bloomberg che anticipava il no della Germania a ogni tentativo per proteggere gli investitori con un piano italiano di ricapitalizzazione delle banche.
    Al momento, ragiona una fonte di governo, non c’è un pericolo imminente per le banche italiane, come va ripetendo anche il premier Matteo Renzi. Ma l’esecutivo, e in primis il tavolo tecnico costituito sotto la regia di Palazzo Chigi, cui partecipano ministero dell'Economia e dello Sviluppo economico, insieme a Banca d'Italia e Cdp, monitora continuamente i mercati ed è pronto a intervenire in caso di necessità.
    Ed è per questo che, nonostante il niet arrivato dalla Merkel su una revisione ‘flessibile’ del bail-in e sulle norme sugli aiuti di Stato, e il botta e risposta che ne è conseguito con Matteo Renzi, la trattativa tra Italia e Ue va avanti. Le ipotesi sul tavolo sono diverse: si parla ad esempio di strumenti ibridi di ricapitalizzazione con intervento pubblico, garanzie pubbliche su obbligazioni bancarie, interventi con 'equity' di veicoli finanziari e fondi di gestione dei 'non performing loans'. Si tratta in particolare su due punti: allentamento delle regole della cosiddetta Brrd e sul bail-in in casi di eccezionalità per permettere l’intervento pubblico nel salvataggio delle banche e la ricapitalizzazione del fondo Atlante, magari con una maggiore quota di Cdp.
    Che Merkel si riferisca strettamente alle regole attuali del 'bail-in' e alle regole europee sugli aiuti di Stato quando dice che le norme non vanno riviste ogni due anni, non chiude la partita. Sembra infatti che le sue parole si riferissero più che altro a una indisponibilità ad appellarsi, da parte dell’Italia o di altri Paesi, all'articolo 108 del Trattato Ue che permette al Consiglio, su richiesta di uno Stato membro, di decidere all'unanimità che un aiuto di Stato sia compatibile con il mercato interno in deroga dalle norme "quando circostanze eccezionali giustifichino tale decisione". Resta però la possibilità, e su questo starebbe in piedi la trattativa italiana, di far leva su due norme del bail-in che già oggi permettono delle deroghe. L'articolo 44 della direttiva europea sulla risoluzione, infatti, indica che "in circostanze eccezionali l'autorità di risoluzione può escludere, integralmente o parzialmente, talune passività dall'applicazione dei poteri di svalutazione o di conversione". E l'articolo 32 lascia la porta aperta a garanzie pubbliche a sostegno degli strumenti di liquidità forniti da Banche centrali, una garanzia pubblica sulle passività di nuova emissione oppure a una iniezione di mezzi propri o all'acquisto di strumenti di capitale a prezzi e condizioni "che non conferiscono un vantaggio". Deroghe per le quali, appunto, serve l’ok da parte dell’Unione, un ok “preventivo” che l’Italia sta cercando di incassare così che, se si dovesse presentare una situazione di emergenza, possa intervenire essendo sicura di non incorrere in una brusca frenata da parte di Bruxelles.
    Quanto alla seconda linea di trattativa, quella sul Fondo Atlante 2, lo stesso Renzi oggi ha detto: “Il fondo Atlante ha dato risposte molto importanti ed è in condizioni di essere ulteriormente ricapitalizzato". Secondo quanto viene spiegato, la trattativa con l’Europa riguarderebbe soprattutto il ruolo di Cassa depositi e prestiti, che attualmente partecipa ad Atlante con mezzo miliardo. Accordandosi con l’Europa, così che non ci siano problemi di aiuti di Stato, si potrebbe ipotizzare un Fondo Atlante 2 con una presenza più massiccia di Cdp e un aiuto da assicurazioni e fondi pensione. Anche se, ragiona una fonte di governo, si dovrebbe vedere come utilizzare risorse, quelle di Cdp, che comunque derivano dal risparmio postale. Un’ipotesi potrebbe essere ricapitalizzare Cdp con fondi del Tesoro per questa operazione. Ma, anche per questo, servirebbe un lasciapassare europeo.


    Il piano segreto di Berlino per "germanizzare" l'Europa

    L'idea di Schäuble è quella di un'Unione ancora più rigida che non fa sconti a chi sgarra. E a guida tedesca





    Noam Benjamin - Gio, 30/06/2016 - 07:58



    C'è molta carne al fuoco nell'agenda di Wolfgang Schäuble. Se il negoziato con Londra sulla Brexit è affidato ai capi di Stato e di governo dell'Ue, il ministro delle Finanze tedesco guarda al futuro.
    I suoi uomini all'opera nella Detlev-Rohwedder-Haus, raro esempio di architettura nazista sfuggito ai bombardamenti alleati su Berlino, immaginano già un'Ue senza gli inglesi finalmente piegata al rigorismo.
    È stato Handelsblatt, il primo quotidiano economico tedesco, a svelare cosa bolle in pentola: il «piano segreto» punta a inchiodare «gli Stati membri davanti alla loro responsabilità per una politica di bilancio stabile»; massimo rispetto, dunque, per le regole sul Patto di stabilità, sul Patto per la crescita o sul Fiscal compact. Come ottenere tanta severità da una manica di paesi mediterranei indisciplinati? È semplice: «Immaginando la possibilità per la Commissione di respingere i bilanci nazionali che non corrispondano alle direttive europee sul deficit». Questo il bastone. Quanto alla carota, il piano Schäuble prevede anche uno stimolo: la corretta implementazione delle direttive rivolte ai singoli Stati darebbe accesso a più risorse dei fondi strutturali.
    «Niente di nuovo sotto il sole», spiega al Giornale Björn Hacker, docente di Economia Politica all'Università delle Scienze Applicate di Berlino (Htw). «A chi in Germania o all'estero - come il vicecancelliere Sigmar Gabriel, Matteo Renzi e Francois Hollande - chiede un bilancio comune, Schäuble risponde picche: nessun nuovo budget ma solo le risorse già esistenti. E a chi non rispetta le direttive, non toccano neppure i fondi strutturali». Secondo l'accademico il piano del falco del pareggio di bilancio avrebbe effetti depressivi: «Uno stato già in difficoltà non solo non potrà ricorrere a uno stimolo fiscale o a politiche espansive, ma si vedrà tagliare anche le risorse dei fondi strutturali».
    Quanto alla Commissione, il rafforzamento del suo potere sarebbe solo formale. La riforma serve infatti a privarla del ruolo di custode dei Trattati, assegnato a una non meglio specificata autorità garante non elettiva. Ridotto il numero dei commissari, al collegio oggi guidato da Juncker resterebbe solo l'onere di approvare o respingere i bilanci nazionali non in regola. «Sarebbe la fine del potere politico della Commissione: una vendetta per avere in passato concesso dilazioni e flessibilità agli Stati invece di attivare le procedure per deficit eccessivo». La scure del ministro si abbatte poi sull'unica istituzione che in questi anni ha agito in piena autonomia: la Banca centrale europea. Il programma di Schäuble prevede di toglierle il controllo delle banche europee, definito «in conflitto d'interessi con la gestione della politica monetaria».
    «Sarebbe la fine del progetto di un'unione bancaria: d'altronde né il ministro né la Merkel l'hanno mai voluta - ricorda il docente - ma nel 2012 Mario Monti e l'allora neoeletto Hollande strapparono la promessa alla cancelliera, che da parte sua cercava il loro appoggio per il Fiscal compact». Il piano svelato da Handelsblatt presenta però un vantaggio: è capace di scontentare sia chi crede a un'unione più stretta basata su una vera unione monetaria e bancaria sia gli euroscettici che chiedono un'Ue con meno competenze. L'ultima novità Schäuble la riserva per l'Esm: il Meccanismo europeo di stabilità assume progressivamente le competenze della troika, oggi suddivise fra Commissione, Bce e Fmi. Una «riforma positiva» per Hacker che ha il pregio, dalla prospettiva di Schäuble di far fuori il Fondo monetario internazionale, colpevole in passato di aver proposto la ristrutturazione del debito greco, laddove i tedeschi «vogliono esigere i loro crediti senza sconti».










    secondo me l'unico paese che doveva uscire è la germania.
    almeno se si coalizzassero tra i paesi euro spagna, portogallo, italia, grecia e francia, attualmente tutti a trazione pseudosocialista, pseudo perché c'è rimasto poco ormai di socialista in europa, per mandare affanculo l'austerity...
    adesso o mai più.

  15. #1195
    Marotta Vattene L'avatar di MrVermont
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    C'è poco da fare il nazismo in loro è genetico. Devono avere un gene a forma di svastica.

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  16. #1196
    Grande Capo Estiqaatsi L'avatar di Manu
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Diabolik Visualizza Messaggio
    Fra l'altro faccio sommessamente notare che Londra con la chiusura di oggi è già praticamente tornata ai livelli pre-24
    Forse perché chi di dovere ha già subodorato che, referendum o meno, alla fine non cambierà un cazzo? Magari escono formalmente dall'UE per poi rientrarci dalla finestra... questo intendo.

  17. #1197
    alberace
    Guest

    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    boris coso ha rinunciato a guidare l'impero indipendente

  18. #1198
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Recidivo Visualizza Messaggio
    Ed, chiediamoci due cose.
    Quale e' la produzione inglese?
    In parole povere, cosa producono gli Inglesi nel loro territorio, quali settori sono la loro economia?

    Ora a parte la finanza, che capirai bene HA BISOGNO di essere dentro il mercato unico( non star' qui a spiegarti il perche'), quali altri settori?

    Prendiamo l' "automotive" ovvero le autovetture?
    Chi produce in inghilterra?
    dai un occhio e guarda chi produce cosa e dove lo esporta.

    http://www.bbc.com/news/business-36659660

    controlla anche il settore "chimico".

    So cazzi, piu' si guarda e piu' si nota che la BREXIT sono cazzi sopratutto per l'UK.
    Recidivo, ma hai fatto delle scommesse sbagliate sulla borsa di Londra? Qua dentro sei il più angosciato dalla Brexit...

    Comunque io stavo chiedendo solo quanta verità ci possa essere in un post di FB dove uno trasforma Londra in Mogadiscio nel giro di 72 ore...

    Può darsi che l'UK andrà nella merda, ma non di sicuro diventerà terzo mondo nell'arco di una settimana. Fra l'altro non è nell'interesse della Germania far affondare l'Inghilterra: http://www.thegamesmachine.it/forum/...tml#post371245

    E questo cambia parecchio le carte in tavola.

    Io vedo su i social e mass media troppa emotività e disinformazione a tutto spiano. Con sangue freddo e calma vediamo cosa succederà nei prossimi 6 mesi.

  19. #1199
    Grande Capo Estiqaatsi L'avatar di Manu
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da alberace Visualizza Messaggio
    boris coso ha rinunciato a guidare l'impero indipendente
    Ma come? Sarà mica che si è cagato in mano?

    Le risate

  20. #1200
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da alberace Visualizza Messaggio
    boris coso ha rinunciato a guidare l'impero indipendente
    Cialtrone

    Ora si spiega la differenza di atteggiamento fra lui e Farage. Il primo probabilmente sperava di perdere, il secondo invece ha giocato fino in fondo.

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