Originariamente Scritto da
Ronin
voglio specificare meglio questo tema che ritengo essenziale.
nelle società moderne ci sono un sacco di tematiche tecniche che sfuggono alla classificazione per grandi temi "politici".
parlo per esempio di quanti NOx possono emettere le caldaie a biomassa, quanto COD è permesso negli scarichi industriali in fognatura, quanti dB possono venire emessi da un macchinario a 10 metri, quanti mm2 di sezione devono avere i cavi elettrici e innumerevoli altri parametri. non è che la democrazia è in pericolo e i diritti civili violati se condividiamo che il livello massimo di cloriti nell'acqua è 700 ppm, o che la trasmittanza massima ammessa sulle chiusure vetrate è 1,7 W/m^2*K.
tutti questi parametri infatti vengono unificati a livello europeo tramite le direttive: si condividono in tutta UE, così sono uguali dappertutto, e si ottengono vantaggi di efficienza imponenti SENZA rinunciare ad alcuna sovranità (perchè la fisica è uguale dappertutto):
- basta impararli una volta, e sei esperto in tutta la UE;
- basta progettare un prodotto rispettandoli, e lo puoi vendere in tutta la UE;
- puoi comporre componenti di tutti i produttori che vuoi, perchè sono normalizzati e quindi intercambiabili: il bullone fatto da uno si avvita nel dato fatto da un altro;
bene, tutti questi parametri (e le relative procedure, con cui questi parametri vengono calcolati, e le relative soglie, che devono venire verificate) in italia sono stati messi nelle mani delle regioni, con la demenziale riforma federalista del 2001. è QUESTO che condanna l'italia al sottosviluppo: in burundi e guinea bissau NON SONO RIUSCITI a creare un caos del genere. in sostanza l'italia (unico paese al mondo) ha aderito al sistema UE che come sostanziale vantaggio ha quello dell'unificazione degli aspetti tecnici, e poi ha messo nelle mani di 20 enti la potestà di cambiarli a piacimento in modo incontrollato.
enti locali che usano questa potestà come clava anticoncorrenziale, in modo da creare piccoli orticelli in cui la casta locale ha un vantaggio di posizione (perchè è l'unica che ne conosce gli orpelli): così ci ritroviamo 20/21 della pubblica amministrazione che si occupa di riscrivere leggi che ci sono già
, dove i nostri concorrenti recepiscono la direttiva europea e hanno finito, e le loro imprese operano tranquille da lisbona a kiev, mentre le nostre tra piacenza, mantova e verona si trovano tre leggi diverse per ogni aspetto (3 per i rifiuti, 3 per l'energia, ecc.).
il risultato non poteva che essere il disastro completo. e così è stato. lo vedi per esempio sull'edilizia, che è uno degli ambiti dove le leggi regionali sono più complesse, ed è parallelamente il settore che è più in crisi di tutti (anche per altri motivi: ma questa è una grossa mano).
perciò agli enti locali va tolta la potestà su TUTTI gli aspetti tecnici che sono coperti dalle direttive UE; e gli vanno anche tolte le decisioni basilari in tema di diritti dei cittadini (livelli di assistenza sanitaria, istruzione). ciò corrisponde sostanzialmente a svuotarne quasi del tutto NON il livello politico (dove si esercita la democrazia), ma i livelli amministrativi e burocratici, salvo poche cose residue (es. il trasporto pubblico locale), lasciando all'assemblea legislativa il solo compito di distribuire i fondi UE (che per legge son regionali, e quindi così vanno gestiti), e liberando migliaia di persone (letteralmente) da trasferire a settori dove ce n'è un bisogno enorme, come ad es. la giustizia (NON per fare i giudici: ma gli uscieri, i cancellieri, e altri ruoli operativi di livello medio o basso, dove le persone possono tranquillamente essere riqualificate con un po' di formazione mirata).
le nostre sacche di inefficienza sono i nostri pozzi petroliferi da trivellare.