Agnelli cambia faccia alla Juve: “Crescere per vincere, è il futuro”
Presentato il nuovo logo del club: l’obiettivo è conquistare altri mercati. Il presidente: “Sesto scudetto o Europa, dev’essere una stagione da leggenda”
Pubblicato il 17/01/2017
MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
«Siamo qui per il futuro», dice subito Andrea Agnelli, dentro al museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Innovazione e tradizione. «Lanciamo ciò che ci definisce, il nuovo logo della Juve», annuncia il presidente. Una sorta di doppia J, con sopra il nome del club: in bianco e nero, of course. Niente stelle, colori: un marchio essenziale, elegante. «Penso a un senso di appartenenza, a uno stile che vada oltre: un modo di essere e di esistere». Di vincere, perché gli occhi scrutano l’orizzonte del futuro, ma il cuore batte per i bordi del campo. Per questo, nonostante la serata di gala, davanti a John Elkann, tanti ospiti e la squadra, Agnelli non fa finta di niente: «C’è un motivo di disappunto, ed è la sconfitta di Firenze: ma l’obiettivo è quello principale, e dobbiamo restare concentrati». Si può perdere una battaglia, non la guerra: «Guardo il logo e lo vedo al fianco di una vittoria, in Italia o in Europa».
In principio fu lo Stadium
Non ci sono quarantamila persone, ma l’aria è un po’ quella del settembre 2011, quando il presidente spalancò le porte dello Stadium. In fondo, è sempre un nuovo inizio. Perché poi la vita, lo sport, sono questione di tempismo. Difatti, Agnelli cita l’ex boss di General Electric, Jack Welck: «Cambia prima di essere costretto a farlo». Prima di dover inseguire, o soccombere. Dunque, ecco a voi il nuovo logo: globale. «Oggi i social media dicono chi sei - spiega ancora il numero uno Juve - e così abbiamo nuovi target: i bambini, le donne, i millennials». Tifosi, affezionati, clienti: «
A cosa pensa la bambina di Shanghai, il millennials di Mexico City, la ragazza di New York? Per questo vogliamo avere un linguaggio meno tecnico e più evocativo». Ovunque e comunque: sulla scia del Real, dello United, del Barcellona, i marchi che stanno conquistando il pianeta. Questa è la sfida: «La Juve vuole diventare più mainstream». Cioè, la tendenza dominante.
«Sempre sul campo»
Il centro di tutto, ricorda però Agnelli, restano il prato, le partite, le vittorie. «Questo logo significa crescere: come squadra e come società. A partire dal campo: dobbiamo continuare a vincere, in Italia e possibilmente in Europa». Ma, come ha brutalizzato il Financial Fair Play, più ricavi, più puoi spendere, investire. «Per vincere bisogna crescere fuori: dobbiamo evolvere il nostro linguaggio e mutare la nostra pelle». Fatto lo stadio, spremuti i diritti tv, non resta che aumentare i ricavi commerciali: dove la grandi d’Europa crescono, da anni. La strada la indica un filmato, come fosse uno spot. Un videoclip in bianco e nero, con le immagini delle Juve che furono, da Sivori a Platini, e le parole che si snodano tra i contrasti: testa a testa, potenza e grazia, bianco e nero». Riecco il nuovo logo: «Un modo di essere e un modo di esistere». Prima aveva parlato Giorgio Moroder, discografico, musicista, dj, tre premi Oscar: per l’innovazione, un asso. Riassume Agnelli: «Ha cambiato il mondo della musica, con la capacità di innovare, ma senza dimenticare la nostra essenza». Così farà la Juve: «Siamo una squadra di calcio, mai dimenticarlo». Come non va dimenticato il bersaglio: «Vincere. E questa stagione ci deve proiettare nella leggenda, che sia il sesto scudetto o il percorso europeo». Sorride Gigi Buffon: «La Juve vede le cose prima degli altri». Che è poi il segreto.