Diritti tv Serie A, accordo illecito: l'Antitrust multa Mediaset Premium e SkyROMA - Cinquantuno milioni e 419mila euro di multa a Mediaset. Quattro milioni a Sky. Un milione e 944 mila euro alla Lega Calcio, 9 milioni infine alla Infront Italy Srl, consulente della Lega nella partita dei diritti tv. A mercati borsistici chiusi, l'Autorità Antitrust ufficializza le sue sanzioni contro Sky e Mediaset-Rti, riconosciute colpevoli di un accordo segreto, chiuso e restrittivo della concorrenza sui diritti di trasmissione della nostra Serie A dal 2015 al 2018. Accordo favorito dalla Lega Calcio e da Infront. Le multe sono differenziate nell'importo, dunque, e assegnano maggiori responsabilità a Mediaset-Rti, principale beneficiaria del patto illecito. Sky ha provato a sottrarsi all'accordo scellerato, poi è stata indotta a digerirlo. I contratti tirennali sui diritti tv, in ogni caso, sarebbero salvi. L'Antitrust non si spinge fino ad annullarli.
I due editori hanno percorso una strada che l'Antitrust - dopo un anno di severe indagini - classifica come irregolare. L'Antitrust ricorda che la Lega Calcio e il suo consulente Infront Italy Srl hanno indetto un'asta per i diritti tv a giugno 2014. L'esito di questa asta è stato inequivocabile. Sky si è aggiudicata sia il pacchetto A (248 partite per il satellite e le altre piattaforme minori) sia il pacchetto B (248 partite per il digitale terrestre e le altre piattaforme minori). Invece Mediaset-Rti si era imposta solo nel pacchetto D, con dentro 132 partite in esclusiva per tutte le piattaforme e tecnologie trasmissive. Mediaset-Rti, però, avrebbe preso e pagato questo pacchetto D a condizione di aver vinto anche uno tra i pacchetti A e B (mentre le regole dell'asta non ammettevano offerte condizionate).
L'Antitrust si sarebbe aspettata, a questo punto, l'assegnazione dei pacchetti in base agli esiti dell'asta. In alternativa, con un provvedimento motivato, la Lega Calcio avrebbe potuto annullare l'asta e indirne una nuova, aperta alla generalità degli operatori televisivi interessati. Invece sì è scelta la strada di una negoziazione chiusa, privata tra Sky e Mediaset-Rti, che ora è ufficialmente sanzionata dall'Antitrust. Ma Sky - che si era aggiudicata all'asta i diritti sia del satellite sia del digitale terrestre - ha avuto l'unico torto di piegarsi alla negoziazione privata ed è multata in modo più lieve anche in ragione dell'atteggiamento collaborativo che ha assunto di fronte alle contestazioni Antitrust.
La negoziazione ha portato Sky a ottenere il pacchetto A (per il satellite) e Mediaset-Rti il pacchetto B per il digitale terrestre. Mediaset-Rti ha infine girato a Sky anche il terzo pacchetto, quello D. In questo modo, la suddivisione di diritti non è stata effetto del libero gioco della concorrenza. Si è limitata a confermare - a cristallizzare - un assetto storico di spartizione tra le due pay-tv dominanti. Quasi in automatico le stagioni calcistiche dal 2015 al 2018 sono state suddivise come le precedenti, con l'effetto di escludere altri editori dalla partita dei diritti, a partire da Eurosport.
Nel corso del provvedimento è intervenuta una seconda Autorità, quella per le Comunicazioni (l'AgCom). L'AgCom non contesta minimamente la validità dell'impianto accusatorio dell'Antitrust, che si basa su prove molto solide. Però osserva che l'accordo tra Sky e Mediaset-Rti - anche se viola platealmente l'articolo 101 del Trattato Ue in materia di libera concorrenza - non ha generato un danno visibile per il consumatore finale. Paradossalmente - questa la tesi di AgCom - la suddivisione dei diritti tra i due editori ha avuto un effetto
benefico (o non negativo) sui prezzi che abbiamo pagato per vedere le partite della Serie A, vuoi su Sky vuoi su Mediaset Premium. L'AgCom considera infine superata e di difficile applicazione la legge Melandri sui diritti tv di cui chiedeva riforma. Posizione che l'Antitrust sottoscrive.