Capisco il tuo punto di vista e concordo in toto su uno fra i maggiori pregi di Manchester by the Sea; quel realismo anticinematografico che diventa puro cinema senza scadere nel ridicolo involontario (penso a dettagli tipo la barella che non si chiude quando la caricano nell'ambulanza o alla gestione dei tempi colmi di imbarazzanti silenzi). Nel cambio però - che tu voglia accettarlo o meno - ho preferito di gran lunga l'impatto emotivo di un film che gioca secondo le convenzioni del cinema ma nel momento più prevedibile (quando pensi che finisca col buttarla nella gangster-story di quartiere) sfodera invece tutta la sua commovente grazia, misura e sensibilità. Fences ha toni volutamente teatrali e anche in quello risiede la sua forza puramente scenica che in rapporto al contenuto può piacere o meno. Per il resto, gli oscar valgono quanto valgono ovvero poco o niente; fra i non protagonisti hanno messo Mahershala Ali che in Moonlight si vede tipo dieci minuti in tutto. Ma le categorie attoriali sono da sempre quelle più condizionate da pochi e per questo tendo a considerarle come indice di prese di posizione interne alle major, il prestigio più autocelebrativo della manifestazione che per antonomasia celebra se stessa.
Stiamo parlando di due bei gran pezzi di film: Fences è piaciuto tanto anche a me, diciamo che la sua teatralità la prende tutta dal fatto che in effetti, è l'adattamento di un pezzo teatrale
Washington e Davis bravissimi, film intenso, il fallimento di un uomo che una volta tanto non è colpa di una società discriminatoria, società intesa come vita al di fuori della casa, che rimane oltre lo sfondo, tra l'altro
diciamo che se capitasse ad uno dei due, una volta tanto, non sarei scandalizzato, ecco!
E poi ci sono anche Hackcoso Ridge lì, e Lion
Mi piacerebbe lo vincesse Arrival, a dire il vero.
per me basta che non vinca La La land, ma dubito accada...
mi è piaciuto un botto, Arrival, ma riconosco che Manchester e Fences mi hanno colpito di più, ma qui si va a sensibilità personale perchè la qualità di tutti e tre non si discute
e come detto, anche hackcoso e lion sono per me meritevoli
diciamo che vincerà l'unico o quasi, che non mi piace
ma sono io che mi addormento alle prime note di qualsiasi musical
Non puoi insegnare la fotografia, devono imparare da soli come farla meglio che si può, guardando ottime fotografie e facendone di pessime. (Cit. Cecil Beaton)
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25/08/2012 - Un ultimo piccolo passo per un grande uomo, un grande ricordo per tutta l'umanità.
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Lalaland è superiore a tutti gli altri, deal with it
Promised Land, i contadini poveri ma buoni vs la corporazione ricca e cattiva. Da una parte l'elettorato redneck di Trump che vive in culo al mondo e si crede furbo perchè sceglie la vaselina invece della sabbia, dall'altra quelli dei giacimenti di gas naturale che vogliono trivellare duro e per farlo veicolano l'opinione pubblica. E' evidente che Matt Damon abbia particolarmente a cuore la tematica (qui attore, sceneggiatore e per poco anche regista, ruolo poi delegato al pilota automatico di Gus Van Sant) ma per queste cose di solito la gente va in analisi, non ci fa un film.
Edit 26/02:
Ben Wheatley e Kill senza List ma col solito gusto per falò e dettagli splatter, nonchè un finale sardonico e amaro che ancora una volta funge da perfetta chiusura al grottesco squallore che lo ha preceduto.
Ultima modifica di Dies Irae; 26-02-17 alle 01:16
Visto a cure for wellness, infine.
Un B-movie in confezione Swarovski. Visivamente curatissimo da lacrime agli occhi, si lascia andare sulla trama. Il protagonista, bravo, mi ricorda un giovane DiCaprio. Eh no, non siamo dinanzi a un novello shutter island in salsa alpina.
Responso finale: trascurabile, ma per certe sensibilità consiglio il recupero casalingo
In UK è vietato addirittura ai 18. Sesso o violenza?
alcune scene disturbanti, né violente né sessuali
Allied
Proprio bellino, giusto la scena iniziale dell'arrivo in paracadute che si vedeva essere finta e non ho ben capito l'attendibilità del sesso libero in quella Londra sotto la guerra.
Ouija - L'origine del male, ovvero prendi il seguito di un brutto z-movie girato con i piedi e dallo in mano a un regista di talento che usa la forma prequel per recidere ogni legame col predecessore. Inizia come The Conjuring col back to the past (sixties galore!) e la madre single con due figlie a carico, prosegue come L'esorcista con la possessione e l'intervento del pretino, finisce come La Casa buttando tutto in caciara e sfidando brillantemente il ridicolo in più di un'occasione. Bella atmosfera, bella ambientazione, pochi jumpscare usati più che bene, tutto discretamente curato come da tradizione delle produzioni Blumhouse. La star però è lui, il co-sceneggiatore/regista/montatore Mike Flanagan che continua a non sbagliare un colpo e qui ritrova quella zampata di cattiveria conclusiva assente in Somnia (il suo film più debole), concedendosi alcune trovate di fino puramente estetiche come il ricorrente effetto della pellicola bruciata a marcare l'inesistente cambio di bobina. Se cercate un horror tradizionale e scorrevole che cita in modo divertente questo è il film giusto.
Edit 28/02:
Zampaglione e Tulpa avrebbero dovuto rappresentare la rinascita del cinema di genere all'italiana, dello slasher à la Dario Argento. Invece a quella speranza hanno inflitto il definitivo colpo letale. Messa in scena degna di un Rai Fiction con le suore o i carabinieri e il dilettantesco reso cifra stilistica del ridicolo involontario come in The Lady, però serissimo e con due attori non proprio esordienti (Claudia Gerini che all'epoca era la moglie di Zampaglione e Michele Placido). Insalvabili perfino le tre o quattro sequenze con l'uccisione di turno, pudiche quanto un'educanda benchè siano tirati in ballo topi e fili spinati. Un "vorrei ma non posso" talmente sbagliato da farti anche passare la voglia di accanirtici sopra.
Edit 01/03:
Il paragone col libro è scomodo e ingombrante ma non si può dire che il film fallisca nel rappresentare la fine dell'american way of life. Purtroppo, l'evidente impegno di McGregor - palese che il testo gli stia particolarmente a cuore - fatica a trovare una chiave emotiva che riesca a legare il protagonista allo spettatore. Da personaggione letterario che incarna gli ideali anni 50/60 del "se sei bello e giusto potrai ottenere tutto dalla vita" viene ridimensionato a uomo comune fatto sempre più piccolo dall'elefante nella cristalleria (di quelli che funzionano bene fra una pagina e l'altra ma diventano molto improbabili in forma live-action). Forse ha ragione chi sostiene l'infilmabilità di Pastorale Americana, ciò non toglie che spogliato dagli oneri del paragone rimanga un film sincero che alla fine lascia qualcosa.
Ultima modifica di Dies Irae; 01-03-17 alle 23:13
Visto Doctor Strange
Prima parte molto buona, compreso il combattimento iniziale e la genesi del personaggio (anche se spiegata troppo frettolosamente)
La seconda parte molto .... meh ... villain inutile e pure sputtanato dal protagonista ...
Ho trovato poi inutili, fastidiose e fuori luogo le battute di Strange ...
inviato dal mio Huawei P9 lite
Visto Trainspotting 2, visivamente hanno fatto centro. A livello di trama, si mischia una storia che fa acqua con un'operazione nostalgia. Ne parlo sul mio bog in maniera più esaustiva.
Alla fine, 6.50 euro forse ben spesi.
Non volevo fare pubblicità/spam
http://odioefollia.blogspot.it/2017/...entiva-il.html
Sausage Party; un tempo i portabandiera del cinema d'animazione per adulti erano Heavy Metal e Fritz il Gatto, oggi ci toccano le salsicce che vogliono scoparsi le fette di pane. Talmente cretino che qualche risata riesce a strapparla e (a sorpresa) non mancano alcuni momenti filmici particolarmente azzeccati, su tutti la caduta dal carrello con il simil-sbarco di Normandia. In generale è meno scemo di quanto sembri, cosa che lo rende furbo ma non insopportabile come la media della produzione animata statunitense. Masterminds invece parte bene con alcune gag irresistibili ma finisce male, là dove le comedy vanno a morire. Nella noia.
Visto trainspotting 2. Non è al livello del primo ma mi è piaciuto comunque molto
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