Il verme è aggiunto alla fine del processo di produzione, quando il liquore è imbottigliato. È chiamato verme maguey, ma tecnicamente è un bruco, che colora il mezcal di tonalità rosse e bianche. Lo stesso bruco è comunemente usato nella cucina messicana, fritto nei taco o qualche volta viene mangiato crudo. Se siete degli appassionati di mezcal, potreste aver notato che solo le bottiglie di bassa gamma hanno ancora il verme che galleggia minacciosamente.
La leggenda del gusano è ancora molto discussa: non era mai apparso in bottiglie commerciali fino al 1940 o il 1950, proprio quando i turisti americani avevano cominciato ad appassionarsi alla cosa. Alcune storie dicono che il verme era stato aggiunto ad alcune bottiglie di mezcal per dimostrarne la purezza. “C’è una storia che dice… se il verme rimane intatto nella bottiglia, la percentuale di alcol nello spirito è alta abbastanza da preservare il verme,” secondo il Beverage Testing Institute.
“Il verme non riguarda solo il marketing della bevanda, influenza anche la sua chimica.”
I più cinici potrebbero ridurre tutto ad una questione di marketing. L’azienda Nacional Vinicola, ora conosciuta come Gusano Rojo (“verme rosso”) è stata una delle prime ad includere il bruco nel mezcal. Secondo alcune leggende un impiegato della struttura di imbottigliamento, Jacobo Lozano Pàez, saltò fuori con l’idea. È facile capire perché diventò uno specchio per le allodole e per i turisti—sembra sia esotico che tradizionale, e dà agli uomini un campo di prova per la loro virilità.
Ma il verme non influenza soltanto il marketing, ma anche la chimica della bevanda, “il mezcal col verme ha un una maggior quantità di composti insaturi e alcol insaturi come il… cis-3-Hexen-1-ol.”
Cis-3-Hexen-1-ol, non ha un bel nome, ma ha degli effetti piuttosto interessanti. Agli essere umani sembra erba appena tagliata; per le altre specie è un afrodisiaco. “Il cis-3-Hexen-1-ol è stato classificato come un feromone coinvolto nei meccanismi e nei comportamenti di attrazione in diversi animali, come insetti e mammiferi," dice De Leòn. Finora non ci sono prove del fatto che abbia lo stesso effetto sugli esseri umani.