[sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo - Pagina 4

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Discussione: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

  1. #61
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    È sempre bello quando la morale sulla vita te la fa un insegnante statale, 1700€ assicurati a vita, che lavorerà in un anno un terzo del monte ore di un lavoratore medio...anche di altri dipendenti pubblici.

    E ma i compiti in classeh da correggereh, e ma gli scrutinihhh e ma le gite d 'istituto,quando sento mia suocera, insegnante, lamentarsi di ste cose la manderei in catena di montaggio a faticare sul serio.

    Grazie al cazzo che fai la morale sull'ottimismo, conosco amici laureati precari che sono in graduatoria da anni e sgozzerebbero la madre per prendere il tuo posto in cattedra.
    Ultima modifica di Dolphin; 09-01-17 alle 22:20

  2. #62
    Senior Member L'avatar di hoffmann
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Citazione Originariamente Scritto da Dolphin Visualizza Messaggio
    È sempre bello quando la morale sulla vita te la fa un insegnante statale, 1700€ assicurati a vita, che lavorerà in un anno un terzo del monte ore di un lavoratore medio...anche di altri dipendenti pubblici.

    Grazie al cazzo che fai la morale sull'ottimismo, conosco amici laureati precari che sono in graduatoria da anni e sgozzerebbero la madre per prendere il tuo posto in cattedra.
    1700 purtroppo no.
    Sulle ore di lavoro preferisco glissare.
    Per quanto riguarda gli amici precari: io il posto non l'ho ereditato

  3. #63
    Υπήρχαν ήρωες L'avatar di balmung
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Citazione Originariamente Scritto da Bicio Visualizza Messaggio
    Per questo motivo (e non solo..) decisi di provare a vivere facendo solo quello che volevo io e non quello che mi si era imposto di fare
    Non potendo uscire di casa visto che dovevo continuare a dar la parvenza ai miei che stavo studiando, mi rifugiai nei videogiochi e poi col tempo su internet anche :sisi:
    avrei puntato sui pocket coffee

    @Ciome

    Tra poco avrai una laurea in materie scientifiche. Pensa agli umanisti, a quelli sì che a trentanni resta solo il pero.
    A 23-24 anni, quanti cazzo ne hai, non si possono leggere ste robe.

    Nei momenti in cui sei giù, utilizza il miglior anti depressivo di sempre. Vai a trombare.
    Non è una banalità. Dopo un'abbondante e goduriosa eieculazione, ti sentirai e sarai bello, sarai allegro e sprizzerai felicità.

    Spendi quei cazzo di 100 euro e goditi la vita.

  4. #64
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    E allora non fare la morale spicciola sull'ottimismo, bella farla da statale quando c è gente libera professionista o dipendente privato che non sa se gare figli perché non sa se fra un paio di anni è sotto un ponte o meno.

    A Terni in acciaieria davanti all'altoforno vi manderei, con lo stipendio pagato ogni 3 mesi, poi vi voglio vedere come siete ottimisti sul futuro.

  5. #65
    Senior Member L'avatar di hoffmann
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    OK. La prossima volta darò le indicazioni per il pero più vicino.

  6. #66
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Fare il motivatore basandosi sul nulla fa crescere solo di più il pero in altezza rendendo il tonfo più pesante.

    Da educatore pubblico fai il tuo dovere e dì ai tuoi ragazzi la verità, ovvero di provare concorsi pubblici a nastro da appena mettono piede fuori da scuola, e nel frattempo farsi schivizzare dagli italiani per mettere su due soldi ed imparare seriamente l inglese, a 27/28 anni se ancora non si è entrati in nessun ministero fare le valigie e lasciare la barca che affonda.

    Fidati ti ricorderanno a vita per il consiglio

  7. #67
    Senior Member L'avatar di hoffmann
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Stavo per ribattere, ma vista la situazione attuale, non me la sento di dire che sono cattivi consigli.
    Eccetto la parte sullo schiavismo. Lavoro da quando ero minorenne e mi sono sempre fatto pagare adeguatamente. L'espressione "fa curriculum" non esiste nel mio dizionario.

  8. #68
    Senior Member L'avatar di Cesarino
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Tra poco avrai una laurea in materie scientifiche. Pensa agli umanisti, a quelli sì che a trentanni resta solo il pero.
    fortuna che ne ho solo 29

  9. #69
    TeoN
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Sul finiti male ne ho quanti ne volete, sottoterra per malattie e cause non naturali, tossici in strada, internati, in galera l, basta scegliere

    Per contrappasso l altra metà della vecchia compagnia ha fatto i soldi

    Inviato dal mio SM-G920F utilizzando Tapatalk

  10. #70
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    In Italia vieni sempre schiavizzato perché gli stipendi sono tra le peggiori in Europa e dubito che per te i datori facessero eccezione, semplicemente te lo facevi andare bene e probabilmente avevi qualcuno dietro che ti aiutava a fartelo andare bene

    In Italia campi solo se hai patrimoni dietro che integri con gli stipendi da fame o se sei una statale il resto è tutta carne da macello.

    Il paese non è ancora andato allo sbando semplicemente perché siamo una popolazione conservatrice e ci piace risparmiare e acquistare case e poi pagarci fior fior di tasse sopra, o almeno questo lo si faceva prima.
    prevedo che tra province che si stanno sempre più spopolando con sempre più case vuote e risparmi dei genitori e nonni che man mano si stanno prosciugando, tempo una quindicina d 'anni qui si tornerà a tempi degli anni 30, a mangiare gatti e radici selvatiche.

    Quindi evita di rovinare la vita di sti poveri ragazzi e non illuderli di qualcosa che non c è, stiamo vivendo una guerra senza armi e tu li illudi di uscire fuori con i fiori da mettere nei cannoni, devi essere preparato per farti sparare nella schiena, il tuo compito è di prepararli.

    Meritati quello stipendio che ti pago con le mie tasse.

  11. #71
    Υπήρχαν ήρωες L'avatar di balmung
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    sento puzza di choosy

  12. #72
    Senior Member L'avatar di Cesarino
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Non so quanti spettatori abbia avuto il nuovo reality della Rai Il Collegio. Non essendo un’esperta di format non so dire quanto di quello che ho visto sia reale o sia invece frutto di una forzatura drammaturgica degli sceneggiatori. Certo che ad assistere alle prestazioni scolastiche di questo drappello di simpatici adolescenti c’è da rimanere davvero turbati. Davanti a una cartina muta dell’Italia, le Marche sono state scambiate per la Puglia e le città citate qua e là senza cognizione alcuna della loro reale posizione. Per non dire della lezione di storia, in cui i ritratti di Mazzini e Cavour risultavano praticamente sconosciuti ai più, o della lezione di matematica in cui un problema di quinta elementare degli anni 60 è stato risolto solo da una ragazza che ha ammesso di amare la matematica. Che questa non sia finzione ma triste realtà ce lo confermano le statistiche internazionali che ci hanno visto precipitare nelle graduatorie Ocse di due punti in un solo anno, relegandoci al 34° posto su 70 paesi. Ci difendiamo a stento nella matematica, mentre nel campo delle lettere e delle scienze l’ignoranza risulta pressoché assoluta. Del resto anche i dati nazionali ci confermano che il numero di persone capaci di leggere un testo e di capirne il significato sia calato di anno in anno in maniera esponenziale.

    Si è parlato molto della Buona Scuola come di una riforma determinante, purtroppo — posto che tutte le riforme sono un segno di buona volontà e perfettibili — non sembra per il momento essere riuscita ad intaccare la degradata fossilizzazione del nostro sistema educativo. Introdurre i tablet, le mitiche lavagne interattive, facendo credere che l’àncora di salvezza stia nella modernizzazione informatica è un po’ come mettere del cerone su un volto ormai devastato dalle rughe. E inoltre, come ben spiega Adolfo Scotto di Luzio nel suo bel saggio Senza educazione, per non far sì che le nostre aule si trasformino in un museo del modernariato l’informatizzazione richiederebbe un enorme impegno economico, impossibile da sostenersi senza il contributo di realtà esterne.

    È indubbio che il primo passo verso questo inarrestabile degrado sia da far risalire alla riforma compiuta negli anni ottanta del secolo scorso. Fu allora che la scuola elementare, in omaggio al mondo anglosassone, venne trasformata in primaria, avviandola verso una rapida «liceizzazione», abolendo l’insegnante unica per venire incontro ai sindacati, da sempre gli unici veri interlocutori del Ministero. Così i pensierini sono stati sostituiti dall’analisi del testo, la grammatica — «sul qui e sul qua l’accento non va», ricordate? — è stata rimpiazzata da schede prestampate; al posto delle ciliegie da sommare e delle torte da frazionare sono comparse le corrispondenze biunivoche e le entità equipotenti. Per non parlare del riassunto e del ripetere un testo a memoria: cancellati con un colpo di spugna in quanto richiedevano troppo sforzo. In un mondo che insegue ormai unicamente ciò che è fluido, l’idea che esistano dei principi fondanti nel sapere — gli elementi, appunto, cioè qualcosa di universale e stabile nel tempo — non può che venir considerata obsoleta e anacronistica.

    Il disastro dei ragazzi che confondono le Marche con la Puglia, che scrivono, come mi è capitato di leggere in una tesi di laurea «s’eppure» oppure «io, vado, a casa,» e che davanti ad una foto di Mussolini balbettano incerti sul nome. «Maurizio?» e poi si giustificano dicendo, a pochi mesi dalla maturità, «veramente non l’abbiamo mai fatto…» è un disastro partorito da un sistema che, in nome del lassismo, della demagogia, del vivi e lascia vivere «tanto l’importante è il pezzo di carta», ha costantemente abbassato il livello delle pretese. È anche colpa di un sistema politico che ha sempre considerato il Ministero dell’Istruzione come un jolly da tirar fuori dal cappello nei momenti di bisogno, una botta ai sindacati, una botta ai concorsi, un po’ di fumo soffiato in faccia alle famiglie per mascherare che sotto il fumo non c’era nessun arrosto e avanti così, inventando pompose rivoluzioni che, alla prova dei fatti, si sono mostrate, per lo più, drastiche involuzioni. Delle famose tre «I» — Informatica, Inglese, Impresa — che cos’è rimasto? Aule intasate di computer obsoleti e generazioni di ragazzi che dopo tredici anni di studio della lingua e grammatica inglese sono totalmente incapaci di sostenere anche una minima conversazione dell’agognato idioma. La «I» di impresa non la cito neppure perché il più delle volte la sua stessa realizzazione è stata falciata sul nascere da una burocrazia ottusamente elefantiaca e dai capestri delle banche.

    Diciamolo una volta per tutte. Questa scuola sommamente democratica, che da troppo tempo ha smesso di pretendere dai suoi studenti — e dunque di educare — è una scuola sempre più classista. Chi può, infatti, già da tempo manda i figli negli istituti privati, se non all’estero; chi ha meno possibilità ma è consapevole della catastrofe, supplisce con l’impegno personale — ripetizioni, corsi estivi, etc. Per tutti gli altri non c’è che la deriva del ribasso, l’andare avanti di inerzia con la costante consapevolezza che impegnarsi o non impegnarsi in fondo sia la stessa cosa.

    L’educazione è la vera e grande emergenza nazionale. Non essere gravemente allarmati e non fare nulla per risolverla vuol dire condannare il nostro Paese ad una sempre maggior involuzione economica e sociale. Che adulti, che cittadini, che lavoratori saranno infatti i ragazzi di queste generazioni abbandonate alla complessità dei tempi senza che sia stato loro fornito il sostegno dei fondamenti? Sono stati cresciuti con il mito della facilità, del tirare a campare, ma la vita, ad un certo punto, per la sua stessa natura pretenderà qualcosa da loro e gli eventi stessi inevitabilmente li porranno davanti a delle realtà che di facile non avranno nulla. Allora, forse, rimpiangeranno di non vere avuto insegnanti capaci di prepararli, di educarli.

    Già, educare! Termine reietto, spauracchio dell’abuso e della diseguaglianza. Non sarà per questo che in Italia il nostro Ministero, diversamente che in Inghilterra, è chiamato dell’Istruzione non dell’Educazione? Sono la stessa cosa? Non proprio, perché istruire - cito il dizionario della lingua italiana — vuol dire «far apprendere qualcuno le nozioni di una disciplina» mentre educare vuol dire «formare, con l’insegnamento e con l’esempio, il carattere e la personalità dei giovani, sviluppando le facoltà intellettuali e le qualità morali secondo determinati principi». Educare richiede l’esistenza di un principio di autorità, principio ormai scomparso da ogni ambito della vita civile. Chi educa oggi? Le poche famiglie che caparbiamente si intestardiscono a farlo si trovano a vivere come salmoni controcorrente. Il «vietato vietare», con la rapidità osmotica dei principi peggiori, ormai è penetrato ovunque, distruggendo in modo sistematico tutto ciò che, per secoli, ha costituito il collante della società umana.

    Dalle maestre chiamate per nome, ai professori ai quali si risponde con sboccata arroganza, al rifiuto di compiere qualsiasi sforzo, all’incapacità emotiva di reggere anche una minima sconfitta: tutto il nostro sistema educativo non è altro che una grande Caporetto. Agli insegnanti validi — e ce ne sono tanti — viene pressoché impedito di fare il loro lavoro, anche per l’aureo principio, tipicamente italiano, per cui un eccellente ombreggia i mediocri che non vogliono essere messi in discussione nella loro quieta sopravvivenza. Abbiamo il corpo insegnante più anziano d’Europa, il gran caos demagogico dei concorsi ha paralizzato il naturale ricambio generazionale e la miserabile retribuzione della categoria ha trasformato l’insegnamento in una sorta di sine cura per molti.

    In realtà insegnare è un lavoro altamente usurante, richiede energie enormi, intelligenza della mente e del cuore, passione per la materia e una visione costruttiva del futuro. Fin da subito dunque migliori risorse economiche andrebbero destinate proprio alla classe docente, cominciando a restituire agli insegnanti, oltre alla dignità, l’autorità necessaria per educare veramente le giovani generazioni. Solo così la scuola tornerà ad essere una possibilità di crescita offerta a tutti, e non solo ai pochi privilegiati che si possono permettere la fuga dal demagogico lassismo dello Stato.

  13. #73
    Senior Member L'avatar di hoffmann
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Edit. Non é il caso.
    Ultima modifica di hoffmann; 09-01-17 alle 23:38

  14. #74
    La Nonna L'avatar di Lux !
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Citazione Originariamente Scritto da hoffmann Visualizza Messaggio
    L'Italia é un paese meraviglioso: é talmente andato a remengo che i ragazzi sono convinti di aver perso il treno e di essere dei falliti a vent'anni
    Colpa dei vecchiotti che li sfottono al suon di "Io ho cominciato a lavorare a 14 anni! "

    - - - Aggiornato - - -

    Citazione Originariamente Scritto da Absint Visualizza Messaggio
    Esatto, gente che pensa che tutto finisca a 30, e guarda che a Madrid tanta gente la vede un po' così eh...meno che in italia (o almeno a Roma) ma cmq.

  15. #75
    La Nonna L'avatar di Lux !
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Citazione Originariamente Scritto da Bicio Visualizza Messaggio
    io sono diventato un fallito quando in seconda o terza superiore mi si è andato in frantumi la concezione del giusto modo di vivere che mi era stato incurcato dai miei si doveva vivere studiando, andando bene a scuola, frequentando solo chi andava bene a scuola lo scopo della vita era prendere ottimi voti per poi trovare un buon lavoro ad vitam

    solo che avevo un mio caro amico, compagno di scuola, vicino di casa, che passava quasi tutto il suo tempo a cazzeggiare, ad andare in giro, a far cose e veder persone. A scuola galleggiava, non gl'importava più di tanto, prima veniva la vitaveraTM. Ho sempre visto con diffidenza questa persona per i motivi di cui sopra, solo che il tarlo del dubbio che forse lui stesse vivendo la vita nel modo giusto e io no mi cominciò a rodere fino a quando non spezzo la campana di vetro costruita dai miei dopo che mi avevano dato l'idea del giusto vivere Per questo motivo (e non solo..) decisi di provare a vivere facendo solo quello che volevo io e non quello che mi si era imposto di fare
    Non potendo uscire di casa visto che dovevo continuare a dar la parvenza ai miei che stavo studiando, mi rifugiai nei videogiochi e poi col tempo su internet anche
    Da allora non sono cambiato più di tanto, sono ancora il ragazzino di terza superiore che cerca la sua libertà, la sua vita

    giusto per, tanto per, la fiducia nel genere umano e nelle donne soprattutto la persi in prima superiore Passai mesi a diventare un grande amicone delle ragazze in classe, visto che mi sono sempre trovato meglio con le ragazze che con i ragazzi in qualsiasi situazione. Dopo aver costruito a mio avviso ottimi rapporti dove ci si cercava a vicenda, ci si parlava, ci si sentiva anche dopo la scuola e ci si vedeva come se fossimo dei grandi amiconi, verso marzo ricordo che mi ammalai e stetti a casa per una settimana/dieci giorni o qualcosa del genere. Quando mi ripresi e tornai a scuola mi resi conto che era cambiato tutto. Ero diventato quasi uno sconosciuto, uno dei tanti, e non riuscii più con nessuna ad avere un rapporto come prima. E' bastata una settimana d'assenza per passare da essere una persona importante, a non essere nessuno. Ci rimasi molto male, soprattutto a fronte del tempo che ci avevo investito per creare quei rapporti, in cui io ci credevo. Li mi resi conto di quanto in verità fosse incosistente cercare di creare dei solidi rapporti umani, visto che in fondo le persone sono tutte solo delle grandissime stronze
    E che ci avevi, la lebbra?

  16. #76
    Supreme Spammer L'avatar di Nandos
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Hey Ciome, come dice un amico "ma futtitinne"
    No, seriamente. Tu devi fare ciò che ti fa stare bene. Anche io ho passato momenti del genere, poi però si prende in braccio la realtà e la si accetta, si cerca di andare avanti e di FARE, non importa cosa, ma FARE, per stare bene con te stesso, con la tua coscienza e con la tua vita. Si parte dagli errori e ci si da una mossa, anche scendendo a compromessi all'inizio, facendo il lavapiatti, spazzino, bracciante agricolo, stagista sottopagato e vattelapesca, te lo inventi il lavoro, il cazzo che ti pare. Però fallo ignorando quelle che possono sembrare imposizioni sociali di dubbia provenienza e paragoni che lasciano il tempo che trovano (eeeh ma la figlia della vicina fa la dottoressa: <<ma che cazz me ne fott , con i prosciutti appesi son bravi tutti>>, devi chiosare).
    Passa per la merda, farmala, passa al prossimo livello, farmalo e avanti così, a testa alta, fino a quando non troverai una tua stabilità con DIGNITÀ.
    Io sto nel processo di evoluzione verso la stabilità, in mezzo a casini vari, però hey, siamo qui su questo pianeta, let's deal with it e armiamoci di coraggio, siamo meravigliosi in fondo



    Old school spammer! Rip old forum, welcome back tgm!



  17. #77
    Senior Member L'avatar di Cesarino
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    "Vorrei condividere con voi la mia esperienza" scrive sul forum Guido, 32enne disoccupato. "Mi sono laureato alla specialistica di Studi internazionali e diplomatici nel dicembre 2015. Da febbraio a luglio 2016 ho fatto un master alla Sioi di Roma. Per cinque anni ho lavorato in un ufficio che si occupa di fornitura e assistenza di prodotti informatici. Mando cv da agosto e non ho ricevuto nemmeno una convocazione per un colloquio. E' normale? Cosa me ne faccio dei miei titoli?". Non che sia l'unica testimonianza di questo tipo sul forum della RdS. Anzi, di sfoghi simili ne arrivano tanti. Ma questo è particolarmente simbolico perché racchiude tutti gli elementi che caratterizzano quella fascia di età intorno ai 30 anni, che spesso sfugge alle statistiche ufficiali, fatta di persone come Guido, plurititolate (laurea e master), perfino con esperienze di lavoro alle spalle, che si propone per mesi alle aziende e ciò nonostante viene costantemente snobbato. Sono i veri disoccupati, quelli che superati i vent'anni hanno concluso il ciclo di studi e di formazione e avrebbero tutte le carte in regola per trovare un'occupazione. Invece si ritrovano a spasso. Un dramma, e soluzioni in tasca non ne abbiamo.

  18. #78
    A punto & a capo L'avatar di Napoleoga
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Cut
    Sbagliato topic

  19. #79
    Pensatore libero L'avatar di Angels
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    Re: [sfogo][serio][feels] In una fredda notte solitaria, feelo

    Minchia a 23 anni già così negativi, tutta colpa di Leopardi e Shopenaeur.
    Restarting

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