...e muoiono avvelenati.
No, non è Lercio: è il Corriere.it.
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LUCCA – Tre giovani migranti nigeriani morti in due diverse strutture di accoglienza, una fine inspiegabile e coincidenze che hanno il sapore di un giallo.
Il ritrovamento nell’agriturismo
Due corpi sono stati trovati mercoledì in una camera dell’agriturismo Le Poiane a Retignano, un borgo dell’Alta Versilia che in questi giorni sta ospitando un gruppo di extracomunitari e richiedenti asilo gestiti da una cooperativa di Lucca. Maxwel Emiantor, 23 anni e Olaide Adeniyi, 21 anni, arrivati in Toscana sei mesi fa, la mattina avevano giocato a tennis con alcuni amici, erano tranquilli e stavano bene. Poi nel pomeriggio i due sono andati a riposare e poche ore dopo sono stati trovati senza vita nei loro letti a castello, la bocca piena di sangue e saliva, nessun segno di violenza. Si aspetta l’esto dell’autopsia, anche se alcuni testimoni parlano di «strane erbe» che i due avrebbero utilizzato per prepararsi una zuppa tipica africana. «Erano due ragazzi in gamba – dicono gli amici – Olaide giocava nella squadra di calcio locale che milita in Terza Categoria».
Le indagini dei carabinieri
Ma a insospettire gli investigatori c’è un terzo decesso, sempre di un giovane extracomunitario, accaduto tre giorni prima. In questo caso il corpo è stato ritrovato domenica mattina a Sant’Anna, una frazione di Lucca, in un’altra struttura per richiedenti asilo. Anche stavolta la vittima è di nazionalità nigeriana, ha 23 anni e sul corpo non ha alcun segno di violenza. Sembra essere morto per un arresto cardiocircolatorio ma anche in questo caso solo l’autopsia potrà dare un responso sicuro. I tre casi sono collegati? I carabinieri non escludono alcuna ipotesi ma sono molto prudenti. I tre probabilmente si conoscevano ma le tre morti potrebbero essere anche una fatalità.