Dopo aver visto qualche mese fa un video di Buzzfeed sulla deep dish pizza Chicago style ho deciso di prepararla seguendo questa ricetta.
Prima di infornarla:
Appena sfornata era molto traballante (dentro), segno che la mozzarella non era abbastanza asciutta. E che quella che loro chiamano tale di mozzarella c'ha davvero solo il nome...
Eccola qua:
Promossa. Tutto quel formaggio ci sta e la pasta non è niente male (ho seguito le indicazioni alla lettera).
Ultima modifica di gamer_povro; 07-03-16 alle 22:08
Qualcuno di voi esperti, può pubblicare la ricetta dell'impasto che usa i tempi di lievitazione e le modalità di cottura,(ovvero se usate teglie o carta forno forno statico o ventilato)
Nell'op ho aggiunto un po' di video e ricette, dai un occhio
Eccomi.
Per una pizza ottima e soprattutto leggera, il segreto è la lunga lievitazione. Quindi farina forte w320 (Manitoba va bene) 1kg, 22g di sale, 3 e dico 3g di lievito fresco di birra. Acqua a vostra discrezione. Sui 600g va bene. Che sia fredda. Poi impasto in frigorifero per 24 ore. Due ore prima di stendere, toglierlo e fare i panetti. E poi gg.
Ah, consiglio la pietra refrattaria per il forno. Cambia tutto. Per non parlare del fornetto Ferrari.
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Grazie recupero gli ingredienti e ci provo anche se ho solo il forno normale....Ho sentito del forno Ferrari che viene modificato per farlo arrivare a temperature fuori progetto... Usi le teglie unte o la stendi sulla carta forno?
Io uso spesso questa col foglio di carta da forno lievemente oliata
La Chicago Style... ammazza l'ho assaggiata nel posto dove l'hanno inventata (a Chicago ovviamente) ed e' stata l'unica volta che mi sono arreso alla superiorita delle porzioni americane. Lasciata piu' della meta'. Tipo 10 cm di formaggio... In confronto il Philadelphia cheese-steak era roba da salutisti
come rovinare una pizza insomma
lastampa.it Al foie gras o con formaggio di capra: i francesi mangiano più pizze degli italiani
La follia della pizza in Francia è inarrestabile: si è arrivati a quella preparata con formaggio di capra, anatra affumicata, il tutto cosparso di miele fuso. È una delle ricette più cliccate del mitico “chef Simon”, sul sito del quotidiano Le Monde. Senza considerare la “pizza folle”, che si ritrova ormai nei menu di tante pizzerie, con foie gras, noci e, per alleggerire, rucola. La pizza, comunque, per i francesi non è solo aneddotica: sono diventati i primi consumatori d’Europa e i secondi nel mondo, ormai a breve distanza dagli Usa.
Nella stessa classifica gli italiani si piazzano, invece, al decimo posto. Secondo questi ultimi dati, forniti da Gira Conseil, consulente nel campo dei consumi alimentari, i francesi hanno mangiato nel 2015 la bellezza di 819 milioni di pizze, dieci in più rispetto all’anno precedente. Come dire: più di 14 a testa, considerando proprio tutti, anche i neonati. “Il boom della pizza nel nostro Paese è dovuto in parte al fatto che è un piatto che si condivide: questo corrisponde alla convivialità, alla base della cultura alimentare francese – sottolinea Bernard Boutboul, direttore di Gira Conseil -. Più in generale, da cinque anni a questa parte, hanno successo tutti i piatti a base di pasta o pane, al quale si aggiungono gli ingredienti”.
Pesa pure il fattore prezzo, in tempi di crisi. Anche se la pizza in Francia non è così economica come in Italia. La “Reine” (Regina), con salsa di pomodoro, formaggio, prosciutto cotto e funghi, la più popolare in assoluto (anche più della Margherita), viene venduta in media a 10,44 euro, ma considerando anche quelle commercializzate dalla grande distribuzione, le surgelate incluse. Fra l’altro il prezzo della Reine varia tantissimo secondo la regione: dagli 8,9 di Corte, nell’interno più depresso (economicamente) della Corsica, fino ai 14,05 di Saumur, città della prospera Valle della Loira. Nel complesso la vendita di pizze ha generato nel 2015 un fatturato di 5,14 miliardi di euro, in calo del 4,08%, ma solo per il maggior peso rappresentato proprio dalla grande distribuzione (il 24% del giro d’affari).
Nel 51% dei casi, invece, la pizza è consumata in ristoranti e pizzerie, dove tanti italiani si sono piazzati nella fascia alta della qualità. Il boom della pizza sta anche stimolando l’importazione di mozzarella. Un’altra formula in crescita è quella dei “food truck”, i camioncini che, per le strade, la preparano sul momento. Come Le camion à pizzas, nel mezzo del centro culturale Cenquatre, a Parigi, che serve un’autentica pizza napoletana: un riferimento per i puristi del piatto nella capitale, che ci vanno in pellegrinaggio.
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