[SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme. - Pagina 2

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Discussione: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

  1. #21
    Il filosofo dei giochini L'avatar di Nevade
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    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    Ah boh lo sto comodamente leggendo tra tel e tablet Tempo dieci pagine e ti cattura, sembra davvero un bel pezzo da 90

    Inviato dal mio XT1562 utilizzando Tapatalk

    Il nostro :Vodcast - Le mie rece su ShelterNetwork -La mia musica come Ngf

  2. #22
    Kallor
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    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    Messo in wishlist, l'app kobo continua a consigliarmelo

  3. #23
    Senior Member L'avatar di david
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    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    Finito ieri sera
    Non è un capolavoro a mio parere, dopo crossposto il commento da anobii

  4. #24
    Senior Member L'avatar di david
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    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    Per chi è interessato

    Città in fiamme è l’opera prima di Risk Hallberg Garth, un bel mattone di 1000 pagine che ha avuto critiche molto positive in terra natia, arrivando persino ad assurgere alla nomea di nuovo grande romanzo americano. Un’etichetta decisamente impegnativa ed ingombrante direi, soprattutto per un esordio e poi per un ragazzo molto giovane che si dovrà confrontare con i vari Roth, Irving, De Lillo, Steinbeck, Franzen, Lethem, Wallace, Pynchon e compagnia, giusto per citare i primi venuti in mente.

    Lo stile di scrittura di Risk Hallberg Garth è molto denso, molto pregno, direi sorprendente per un giovane di 37 anni. Non ha sicuramente la raffinatezza e la ricercatezza di un Franzen, l’artigianalità di un Lethem o la causticità di un Roth, ma i periodi sono piacevoli, ben scritti, anche se purtroppo talvolta ho sentito la necessità che fossero un po’ più stringati. Ogni tanto infatti il romanzo a mio avviso si perde un po’, magari risultando un po’ troppo prolisso a conti fatti. Qualche sforbiciata qua e là non avrebbe guastato insomma.

    Città in fiamme è costruito principalmente intorno a due notti. La prima in cui avviene un fatto molto grave che funge diciamo da catalizzatore per quanto riguarda tutti i personaggi coinvolti, un grosso grande intreccio di figure che andranno a costituire la trama principale. Notevole in questo caso la narrazione, nel senso che l’autore crea una fusione perfetta tra la temporalità degli eventi ed i protagonisti, qualcosa che ho visto fare solamente a due grandissimi che sono Franzen e Roth, gli unici capaci di narrare saltando avanti ed indietro di anni senza far perdere l’orientamento temporale a chi legge ma soprattutto garantendo grande gusto nel percepire tutte le piccole raffinatezze di una narrazione non lineare di questo tipo. Ecco Risk Hallberg Garth è bravissimo nella prima sezione a fare tutto questo, purtroppo poi nel resto del romanzo tutto ciò non risulta però più perfettamente integrato. La seconda notte attorno a cui ruota il libro è quella conclusiva, quella in cui si verifica il blackout. In questo caso assistiamo ad un cambio di scena, direi quasi anche stilistico dell’autore. Il romanzo assume infatti toni più cupi, quasi da romanzo di genere (tipo Stephen King) e per fare paragoni cinematografici direi grosse palate di S.O.S. Summer of Sam (film splendido a cui secondo me il romanziere si ispira molto come ambientazione anche nel resto del libro). Un’orgia finale che però a mio parere stona un po’ con il resto del libro molto più pacato e compassato.

    Come ho detto sopra se nel primo capitolo la narrazione non lineare risulta ben congegnata, il resto del romanzo pecca un po’ da questo punto di vista, nel senso che le altre sezioni sono strutturate a grossi compartimenti stagni che ci rivelano un po’ di background sui protagonisti coinvolti nelle vicende. Background che servono sì a farci capire come si è giunti a certe dinamiche nel presente, ma che il più delle volte sono dei meri compendi volti a definire in maniera più dettagliata i protagonisti, che risultano forse un po’ troppo standard: si va dalla coppia omosessuale bianco e nera, alla coppia etero con matrimonio in crisi, passando per l’amore adolescenziale tutto intriso di droga, sesso e in questo caso punk. Ecco visto che uno dei temi è proprio la musica, mi sarei aspettato un po’ più di riferimenti in merito. Se leggete quel capolavoro de La fortezza della solitudine di Lethem ci sono numerosi riferimenti alla musica dell’epoca che fanno da “colonna sonora” alle vicende e danno all’opera un senso più ampio e corposo, speravo che anche in Città in fiamme ci fosse un bel connubio tra musica e narrativa, ma invece ci sono solo sprazzi, sporadici, qua e là. Un altro tema molto importante del romanzo è sicuramente la città di New York vissuta sia nel suo periodo invernale, sia in quello estivo. L’autore riesce indubbiamente a restituire molto del fascino che ha questa metropoli, dedicandole descrizioni e richiami che contribuiscono a creare l’atmosfera giusta. Si ha sempre la sensazione di esserci, di essere presenti in quel preciso momento ed in quel preciso istante. Una qualità non da poco visto che ormai questa città è stata oggetto in lungo ed in largo di film e romanzi e riuscire ancora a trasmettere qualcosa di nuovo non è scontato.

    Le aspettative su questo romanzo erano molto alte ed in parte sono state disattese. Città in fiamme è un buon libro, sicuramente non un capolavoro, ma direi notevole per essere un’opera prima. Un po’ troppo prolisso in certi momenti, impaginato impeccabilmente, direi accattivante sotto questo aspetto con quegli intermezzi ricchi di foto ed altro. Però non è quel libro che ti fa rimanere alzato fino a sera tardi per leggere un’altra pagina, non è quel libro che ti fa sognare, che ti fa riflettere, che quando torni a casa hai subito voglia di leggere. Un buon libro indubbiamente, ben narrato, con qualche difetto, sicuramente non il nuovo grande romanzo americano, non in grado di fotografare un’epoca, quanto piuttosto un nuovo grande ambizioso romanzo per un nuovo grande ambizioso scrittore, sicuramente da tenere d’occhio. Non un esordio folgorante, ma buono sicuramente. Non è uno di quei romanzi che mi sentirei di consigliare a scatola chiusa. Credo che, in termini di narrativa americana, siano altri i libri a cui dare priorità. Certo se avete esaurito tutto Roth, tutto Franzen, tutto De Lillo, tutto Lethem, tutto Steinbeck allora potete darci un occhio, ma non aspettatevi un capolavoro.
    Voto un 3 su 5

  5. #25
    The stranger L'avatar di Milton
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    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    Sembra interessante, ma sinceramente comincio a cedere di fronte ai lavoroni, sempre più onnipresenti, da mille e passa pagine. Tanto per dirne due: "grosso libro uguale grosso male" e "io sono solo. Loro sono tanti". Nun ja fo più
    In questo mondo / contempliamo i fiori; / sotto, l’inferno (Kobayashi Issa)

  6. #26

    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    "un giovane di 37 anni"?!?

  7. #27
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    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyreal Visualizza Messaggio
    "un giovane di 37 anni"?!?
    perchè mi uccidi così?

    quando ho letto per la prima volta quella frase sono rinato dentro

  8. #28
    Senior Member L'avatar di david
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    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyreal Visualizza Messaggio
    "un giovane di 37 anni"?!?
    "Giovane" come età per uno scrittore

  9. #29
    Senior Member L'avatar di freddye78
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    Re: [SuccessoAnnunciato?] Città in Fiamme.

    Non mi è piaciuto, troppo lungo e prolisso e inoltre il passaggio continuo tra i vari protagonisti fa perdere il filo della vicenda, almeno per me è stato così
    Ultima modifica di freddye78; 13-09-16 alle 09:47

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