PlayStation 4 Pro rappresenta un esperimento ardito, un rischio non indifferente per Sony. Perché è vero che sono sempre esistiti modelli mid-gen che sostanzialmente si rifacevano il trucco, alleggerendo le architetture per renderle al passo con i tempi e generando gli hardware definiti “slim” per la loro linea più sottile, ma è anche vero che una versione del genere offriva comunque la stessa esperienza. Magari era una console più silenziosa, forse consumava meno, ma era quella roba lì. PlayStation 4 Pro, invece, è un fatto completamente diverso. Il nuovo sistema Sony, nelle intenzioni, offre un’esperienza decisamente più stratificata rispetto al passato, grazie ai diversi risultati disponibili a seconda del pannello a cui viene collegata. Avete una TV Full HD? Avrete un certo tipo di esperienza. La vostra televisione raggiunge una risoluzione di 4K? Allora il risultato sarà diverso. Magari questa TV possiede la nuova tecnologia HDR? Allora potete godere del massimo risultato tra quelli disponibili. Questa eccezionale differenza nell’utilizzazione crea una certa confusione nell’acquirente, tanto più che PS4 Pro arriva sul mercato solo a un paio di mesi di distanza dal lancio della versione slim di PlayStation 4, col trucco rifatto, due taglie in meno, e pronta a prestazioni più silenziose e meno dispendiose in termini di energia. Quindi, in definitiva, come si inserisce nel disegno generale questa nuova PlayStation 4 Pro?
QUESTIONE DI LOOK (E DI HARDWARE)
Partiamo dal biglietto da visita: l’estetica. PlayStation 4 Pro è leggermente più ingombrante del primo modello e decisamente più in carne della sorellina slim. La superficie della console è più ampia e il terzo strato ne aumenta anche considerevolmente lo spessore. È comunque facile avvicinarla all’estetica ridisegnata del nuovo modello in scala ridotta: quindi via i tasti a sfioramento in favore dei pulsanti fisici, e via anche il taglio che nel vecchio modello divideva in due sezioni la console, con la parte sinistra lucida e quella destra opaca. Questa stazza importante si traduce anche in differenze di peso notevoli: con i suoi 3,3 kg la PS4 Pro si dimostra ben 1,2 kg più pesante della slim.
La scommessa di Sony, come ogni tentativo audace, è un azzardo che ci piace
DA GRANDI POTERI DERIVANO GRANDI RESPONSABILITÀ
Lasciando da parte le cifre che dicono poco a chi non è ben informato, in termini spicci come si declina questa potenza superiore? Essenzialmente, le caratteristiche principali di questa nuova console riguardano tre possibili scenari.
Per i possessori di una televisione 4K, PlayStation 4 Pro si prospetta come il primo, vero tentativo di portare una console di videogiochi a tale risoluzione. Questa possibilità è prevista ovviamente solo per quei giochi che si aggiorneranno previa patch, che non saranno pochi. La particolarità è data dal fatto che, nonostante l’upgrade consistente, l’hardware di PlayStation 4 Pro non sarebbe comunque in grado di offrire un’esperienza a 4K nativa: il sistema, e gli sviluppatori dei giochi che saranno “convertiti”, stanno utilizzando un metodo chiamato checkboard, che altro non è che un nuovo, performante sistema di upscaling. La risoluzione a partire dal quale il sistema scala fino ad arrivare agli agognati 4K varia da titolo a titolo, e i risultati sono egualmente diversi: per esempio Uncharted 4 scala da una risoluzione di 1440p, i due InFamous da 1800p e risultano, in movimento, decisamente più belli e definiti. Il risultato è comunque un grande passo avanti rispetto alle risoluzioni Full HD a cui siamo abituati e, seppure non si possa parlare di risoluzione nativa, la differenza a livello di dettaglio è decisamente tangibile. Resta comunque un successo incredibile considerando che il prezzo per un risultato simile su un PC da gioco richiede cifre ben più alte dei 400 euro di PS4 Pro. Il tutto è comunque fortemente dipendente dalle volontà e dall’impegno dei vari sviluppatori, ma quanto visto fino a questo momento, su quei titoli che sin dal lancio hanno supportato il miglioramento della risoluzione, vale assolutamente lo sforzo economico necessario per l’aggiornamento.
L’altra caratteristica che potranno sfruttare solo i fortunati possessori di un pannello di ultimissima generazione è l’High Dynamic Range, meglio noto come HDR. Anche qui ci troviamo davanti a una feature che deve essere implementata volontariamente dagli sviluppatori e che ha impatto decisamente diverso a seconda del software. L’HDR è una tecnologia che utilizza una gamma di colori più ampia per esaltare maggiormente il contrasto sullo schermo e restituire un colpo d’occhio più brillante che in passato. Non è un caso che per dimostrare la differenza siano state utilizzate le esplosioni di InFamous Second Son o i bagliori del cielo africano di Uncharted 4. ovviamente, ancora più che per il 4K, l’HDR è una tecnologia agli albori che varia sensibilmente da un pannello all’altro.
Il nuovo sistema Sony offre un’esperienza decisamente più stratificata rispetto al passato
GUARDANDO AL PC GAMING
La libertà lasciata nelle mani del giocatore di scegliere come impostare la propria avventura è lo scenario più felice tra i futuri disponibili per questa console, e che renderà la fruizione di PlayStation 4 Pro simile a quanto avviene di fronte alle diverse configurazioni di un PC. Da questo punto di vista la speranza è che Sony incentivi gli sviluppatori a lavorare per supportare la sua nuova macchina e che possa risultare, in ogni caso, una scommessa vincente di fronte allo scetticismo generale che accompagna un grande cambiamento. L’intenzione di Sony (e di Microsoft, che a fine 2017 lancerà Project Scorpio) è proprio il voler restare al passo con un mondo, quello del PC gaming, che sta vivendo un’epoca decisamente felice e che ha reso impossibile al mercato console quei tempi di stallo tra una generazione e l’altra. Per ora, la scommessa di Sony, come ogni tentativo audace, è un azzardo che ci piace, e non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverà in futuro.