Virtual Reality Machine #02

Superhot VR

Queste, anche per il gaming in Realtà Virtuale, non sono settimane di particolare fermento, ed è il momento giusto per introdurre alcune sfumature della rubrica in ambito PC. Se, infatti, l’offerta di Sony ha dalla sua la maggiore economicità e un’immediatezza di utilizzo ancora più estrema, i sistemi VR su computer possono beneficiare della tipica duttilità della “madre di tutte le piattaforme”, infrangendo la barriera dei giochi nativi e, per certi versi, anche i vincoli eretti dal capofila della realtà virtuale (con il progetto Revive, su cui avremo modo di tornare).


PC VR ZONE

A cura di Mario Baccigalupi

Superhot VR

Piattaforme: Oculus Rift
Comfort: ottimo
Controlli: Oculus Touch
Prezzo: 24,00 €
Pagina Oculus Store

Superhot VR

La cosa che più dovrebbe colpire, persino dalla stringata mascherina qui sopra, è il fatto che Superhot VR risulti “confortevole” ai sensi. Ed è subito necessaria una precisazione: pur se altrettanto sensazionale, la versione di Oculus differisce dallo stampo primigenio in modo sufficientemente profondo da risultare un’esperienza a sé, quasi del tutto nuova anche per chi ha già giocato l’originale. Uno dei motivi della riscrittura, accanto al nuovo sfoggio di talento degli sviluppatori, è stata la scelta di spostare l’azione su una serie di postazioni “fisse”, definizione comunque impropria dal momento che è possibile muoversi sfruttando visore e controller cinetici, prima di spostarsi in un’area successiva volgendo lo sguardo a una piramide nera: in questo modo (e con la gran fluidità del framerate) è stato quasi del tutto scongiurato il sopraggiungere del motion sickness, e il contesto è rimasto abbastanza stiloso da risultare distinto da qualsiasi wave-shooter VR sul mercato.

SuperhotVR_The Games Machine (2)I nemici ci vengono incontro come al solito, uscendo da porte, scale o persino elicotteri delle nuove ambientazioni, e allo stesso modo dobbiamo sfruttare armi e oggetti per districarci in coreografie di combattimento sempre più complesse, paragonabili a “puzzle dinamici” anche in Superhot VR. La differenza, naturalmente, è che è possibile contorcersi in stile Matrix per evitare proiettili, e soprattutto godere in realtà virtuale della stessa meccanica di avanzamento dell’azione: possiamo liberamente osservare con il visore la scena, che tuttavia rimarrà immobile se lo saranno anche i controller Touch; muovendo le mani o spostandoci di lato, invece, l’azione ricomincerà a scorrere accelerando quando faremo fuoco, o quando prenderemo al volo un’arma/utensile dalla mappa. Immaginate, quindi, di essere una sorta di “Paganini degli shooter”, che agita le “bacchette” nell’aria schivando proiettili mentre pensa alla prossima mossa.

Non mancano siparietti narrativi riscritti per la realtà virtuale, contestualizzati in una stanzetta da programmatore anni ’80: a un certo punto è pure spuntata una citazione da Videodrome di Cronenberg, con un floppy al posto della “morbosa” cassetta VHS del film; la sensazione si è rafforzata quando ho provato uno dei poteri inediti concessi da Superhot VR, una sorta di “brain-breaker” in puro stile Scanners. La costatazione mi ha quasi dato le vertigini, e stavolta non era per il motion sickness.

Quell 4D

Piattaforme: HTC Vive/Oculus Rift
Comfort: variabile
Controlli: Controller Vive/Oculus Touch
Prezzo: 19,99 €
Sito ufficiale

Superhot VR

Per inquadrare Quell 4D potete pensare a un mix tra Duke Nukem 3D e Hotline Miami, con un tocco ironico che non innervosisce nemmeno per il paragone. Il gioco di Rubycone usa intelligentemente alcuni stilemi tecnici degli FPS anni ’90, come i nemici 2D che mostrano sempre lo stesso lato a mo’ di sprite, o i colori saturi e le forme semplici che aiutano, in questo caso, a raggiungere una fluidità perfetta in funzione del comfort.

Superhot VRCon Quell 4D, infatti, si torna a parlare di un sistema di controlli misto, cinetico per testa e armi ma affidato al trackpad per lo spostamento all’interno delle ambientazioni, senza teletrasporto e con due opzioni differenti: una prevede la pressione del grilletto sinistro nella direzione desiderata, l’altra – con cui ho giocato – presenta una mappatura in tutto e per tutto simile ai controlli tradizionali, compreso il movimento di strafe. Tutto il resto si distingue con stile e punte di maestria: musica elettropop incalzante nelle orecchie (non quella di Hotline Miami, ma possiamo accontentarci), scariche di pura psichedelia visiva e un livello di sfida considerevolmente alto, peraltro senza salvataggi intermedi delle missioni. Davvero sorprendente, oltre che sostanzioso.

vorpX

Piattaforme: Oculus/Vive
Comfort: variabile
Controlli: gamepad Xbox One/360, mouse e tastiera
Prezzo: 29,99 €
Sito ufficiale

Superhot VR

Come spesso accade su PC, il responsabile di una tecnologia sorprendente e tutto sommato complessa può anche essere una persona sola. È il caso di Ralf Ostertag, creatore del software vorpX, tutt’ora impegnato a rendere i suoi driver compatibili con tutti i titoloni che lo consentono. La compatibilità è spesso determinata da due fattori: la presenza nella cartella di gioco di un file di configurazione per il FOV, per ampliare la visuale in prima persona, insieme a un engine che si presti particolarmente bene alla stereoscopia: risultati più che discreti si possono ottenere con tutti i più recenti ARPG di Bethesda, oppure con Bioshock, Black Mesa, Alien: Colonial Marines (che così, ma solo così, riesce finalmente ad avere un suo perché) e altri giochi che supportano il sistema Direct VR di vorpX, capace di sfruttare i sensori di Oculus/Vive per tracciare la testa e non utilizzare, come in altri casi (comunque funzionanti, trovate qui una lista), una più semplice emulazione del mouse attraverso il visore.

Una comoda finestra in-game consente di scegliere se utilizzare il 3D stereoscopico “vero” (pesante calcolo di due prospettive, una per ogni occhio) o una emulazione decisamente più leggera, valida nel restituire profondità sulla distanza ma meno convincente per i modelli vicini all’osservatore (che non “emergono dallo schermo”, per intendersi). Oltre, però, a offrire varie scelte per profondità del 3D, zoom, formato d’immagine da visualizzare nelle lenti e altro ancora, il programma permette di interagire con qualsiasi schermata gestionale attraverso la funzione “EdgePeek”: il punto di osservazione viene spostato indietro, con il rettangolo di gioco che appare sospeso davanti a noi nella sua interezza e, appunto, permette di scorrere tranquillamente le opzioni con il pad o il mouse. È anche presente una valida modalità cinema, in cui giocare in un salotto virtuale come se stessimo davanti alla televisione: in effetti non ho mai capito il senso di una simile opzione, disponibile anche su Steam, come se uno dovesse sentire il bisogno di giocare in VR mimando una situazione normale. Il bello è che non è “normale” per nulla.


PS VR ZONE

A cura di Danilo Dellafrana e Nicolò Paschetto

DiRT Rally VR

Comfort: variabile
Controlli: Dualshock 4, Steering Wheel
Prezzo: 12,99 € (69.99 € per il bundle VR del gioco)
Sito ufficiale

Superhot VR

DiRT Rally non è certo una novità, ma il supporto per la realtà virtuale dovrebbe essere un motivo sufficiente per indossare nuovamente il casco e tornare in gara. La magia è disponibile come patch o, volendo, come bundle tutto in uno, in un pacchetto comprendente gioco più aggiornamento da acquistare in forma fisica o sul Playstation Store. In ogni caso, anche se possedete già il gioco, dovrete comunque sborsare 13 euro per indossare il visore e immergervi nei polverosi percorsi del titolo Codemasters. Il risultato, tuttavia, è davvero entusiasmante: fluido come lo ricordavamo, DiRT in versione VR permette di gustare la totalità del titolo originale con la periferica ben calcata in testa, dall’inizio alla fine. La perdita dal punto di vista grafico è tutto sommato ininfluente, con la sensazione di trovarsi alla guida assolutamente convincente, forse anche troppo.

Superhot VRSe tra le periferiche di PS4 figurasse un sedile idraulico (dai, mettiamo i soldi assieme e kickstartiamo l’idea, recuperando i progetti della Power Chair di Konix!), probabilmente starei scrivendo questo articolo in preda al mal d’auto più feroce; fortunatamente il motion sickness mi è parso invece assai meno impattante rispetto a Driveclub VR. Si tratta comunque di un fattore molto soggettivo: ho avvertito il bisogno di mettere da parte il visore durante qualche curva o dislivello particolarmente brusco, mentre il mio amico Piero (vero rallysta locale) si è divertito come un pazzo, desideroso di salutarmi a metà serata per andarsi a comprare una PS4! Lasciarlo al volante mi ha permesso di testare la modalità copilota, ovvero una sorta di rhythm game in cui bisogna premere pulsanti o disegnare curve con il pad, osservando le sequenze che scorrono sullo schermo. Ogni input andato a segno fornirà indicazioni extra al compagno che si trova al volante: un’idea originale, ma ho dubbi sulla capacità di interessare alla lunga. Molto meglio restare al volante.

VR Ping Pong

Comfort: buono
Controlli: Playstation Move
Prezzo: 14.99 €
Pagina PlayStation Store

Superhot VR

Lasciate perdere per un attimo l’immediatezza arcade del Ping Pong di Konami, col suo cameo di Pentarou: VR Ping Pong è frutto delle menti dei ragazzi romani di Reddoll, e si presenta come una simulazione piuttosto accurata del tennis da tavolo, grazie a una convincente simulazione della fisica. In altre parole, durante la mia prima sessione di pratica la CPU mi ha mandato a casa con qualcosa come cento punti di distacco, mentre cercavo di inutilmente di servire e ribattere con tutta la forza di volontà inculcatami da Nietzsche, spedendo puntualmente la pallina in Mozambico. Ci sono volute diverse sessioni di pratica per domare la sfera, colpa anche (si sa, quando uno è scarso il demerito è sempre del sistema di controllo) della non precisissima gestione della superficie della racchetta, che tende a rilevare la battuta quando la pallina è prossima al centro. O al segnale luminoso del Playstation Move, che dir si voglia.

Superhot VRCon tre livelli di difficoltà, un’appassionate modalità torneo e diverse varianti di stampo arcade – tavoli da gioco distruggibili, ad esempio, o macchine spara palline – VR Ping Pong offre tutti gli strumenti per diventare forti come Forrest Gump senza annoiarsi prima, variando e imparando dai propri errori. Particolarissima la grafica, con quello stile voxel che riporta alla memoria il buon vecchio 3D Dot Game Heroes. E poi, nel caso vi sentiste a disagio sotto gli sguardi vacui del cubettoso pubblico, è sempre possibile terminare gli astanti puntandogli contro la racchetta! O eliminare del tutto l’audience tramite le opzioni, che si fa prima. Divertente, impegnativo e dotato di un’interfaccia pulita e essenziale: VR Ping Pong fa centro, ma tenete presente che senza la dovuta pratica non andrete lontano.

Star Wars Battlefront: X-Wing VR Mission

Comfort: buono
Controlli: Dualshock 4
Prezzo: DLC gratuito
Pagina ufficiale

Superhot VR

La piccola ma gustosissima espansione consente di vestire i panni di un pilota dell’Allenza Ribelle nel corso di una missione di soccorso, in eventi legati al racconto di Rogue One; l’esperienza è decisamente compatta (non supera i 20 minuti) ma gli sviluppatori di Criterion e DICE hanno saputo comunicare la propria passione per Star Wars attraverso dettagli grafici e d’atmosfera, dentro e fuori il cockpit del nostro caccia stellare.

Superhot VRIl senso d’immersione è aiutato dalla completezza della soggettiva sul corpo del pilota; all’interno dell’abitacolo è inoltre possibile (per quanto inutile) interagire con innumerevoli tasti, o voltarsi per fare una chiacchierata col proprio droide R2. Lo stile dei combattimenti è quello di Battlefront, ma le esplosioni dei Tie Fighter fanno tutto un altro effetto, come anche passare a volo radente sul ponte di uno Star Destroyer cercando di destreggiarsi tra gli attacchi turbo laser. X-Wing VR è un prodotto progettato con intelligenza e metodo: non solo sfrutta alla grande il marchio Star Wars, ma risulta anche ben studiato nell’offrire in pochi minuti obiettivi secondari e trofei, così da aggiungere motivi per tornare più e più volte a bordo del caccia stellare. Ho pronto per voi un test Voight-Kampff, nel caso non vi venga la pelle d’oca a fine missione…

Trovate qui la nostra anteprima del gioco fatta a Colonia.

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