All’uscita ufficiale di Rimworld, nell’ottobre 2018, non lo notai proprio. Non l’avevo neanche seguito nella sua quinquennale incubazione in Early Access, ma negli ultimi due anni iniziai a sentirne parlare sempre più. Articoli dedicati alla profondità dei suoi sistemi e alla meraviglia della sua narrativa emergente, una scena modder davvero viva, e addirittura un intervento del fondatore a una conferenza di game design della GDC di San Francisco. Insomma, mi stavo innamorando.
Visto che, però, i giochi da provare sono sempre tantissimi, e un po’ anche perché noi Biellesi notoriamente abbiamo i serpenti in tasca, non avevo acquistato il titolo di Ludeon Studios fino a pochi giorni fa, quando gli Epic Coupon mi hanno offerto una possibilità più unica che rara di ottenere uno sconto decente sul prezzo pieno, orgogliosamente difeso dagli sviluppatori di Rimworld anche in occasione degli sconti Steam. Ebbene, amici miei, la luna di miele non è durata che un paio d’ore, consumate tra il tutorial e poco altro; in breve tempo mi sono infatti reso conto del livello di dettaglio con cui dovevo intervenire per garantire il funzionamento di base della mia neonata colonia. Un esempio su tutti, per i non avvezzi: per il banale stoccaggio delle risorse, è innanzitutto necessario cliccarci sopra e “permetterne” la raccolta, altrimenti i nostri omini le ignoreranno; servono poi locali dove collocare materiali deperibili come la carne.
Rimworld adotta soluzioni intelligenti ed eleganti, ma io non ho voglia di tenere il cervello acceso dopo aver risolto “merdoni” tutto il giorno.

Mi tengo lontano da successi come Factorio . Lì, tuttavia, è più evidente di che tipo di gioco si tratti, mentre con Rimworld non avevo visto il treno arrivare…
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