Con questa frase, ormai, in redazione ci divertiamo a sfottere chi non riesce a superare un pezzo di un gioco, a vincere una gara o a superare un enigma (perlopiù sono io, l’oggetto degli sfottò, ma non è questo il punto). Se anche voi avete frequentato le sale giochi da ragazzini, vi sarà sicuramente capitato di imbattervi nell’adolescente iper-tricotico alto una pertica e mezza, con i primi cenni di barba e il chiodo, che vi guardava giocare dall’alto in basso, e che di fronte all’ennesima vita persa si offriva volontario per scroccarvi qualche minuto delle vostre 200 lire e sconfiggere il mostro che a voi non riusciva proprio di mandare al tappeto. In questa manfrina l’unico vincitore (morale, ma non solo) era lui, chiaramente, che si faceva una partita aggratis; poi, tanto, i livelli successivi erano comunque troppo difficili e il Game Over si abbatteva implacabile sulla vostra scarsezza nel giro di un amen. Almeno, così capitava a me.
Chi non ha mai incontrato, in sala giochi, l’adolescente col chiodo che si offriva di superare un pezzo per noi?
La cosa che mi lascia più perplesso è invece leggere di gente che fa lo stesso previo accredito di denaro, se non addirittura passando il proprio account al cosiddetto “esperto”, con tutto quel che ne consegue in termini di privacy, sicurezza, ecc. A scanso di equivoci, seguo – pochino – la scena di Destiny e mi sono imbattuto in questo genere di cose, ma non fatico a credere che lo stesso avvenga anche da altre parti, con altri giochi. Che poi, non è neanche una cosa così nuova, eh: è dai tempi del primo World of Warcraft che si parla delle gold farm, di gente di qualche paese più o meno sperduto che racimola oro per conto terzi.
Che senso ha pagare qualcuno perché si diverta al posto nostro?
Se è qualcun altro a farlo per noi, che senso ha? Potersi bullare con gli amici di avere Trofei che in realtà non sono stati guadagnati per davvero? Far credere ad altri di essere bravi, quando la verità è che non lo si è abbastanza? È davvero così vergognoso ammettere di non essere sufficientemente bravi da non riuscire a raggiungere il Faro di Osiride da mettere dei soldi sul piatto per farlo fare a qualcun altro? Il prossimo passo qual è? Non mi piace andare a correre, però fa un sacco figo, quindi pago qualche runner che indossi il mio braccialetto da fitness, così poi posso postare la corsa sul mio profilo social? Non è che succede già, vero? Dai, ditemi che non succede 🙂