Se siete appassionati del mondo indie, Locomalito è un nome che sicuramente avete a cuore. Erede della scuola spagnola (straordinaria maestra di programmazione, nonché foriera di improperi hardcore ai tempi degli otto bit e di Dinamic) il nostro Locomalito ama i classici con una certa dedizione, tanto da sfornare titoli eccezionali che riprendono e omaggiano il manifesto del game design d’antan, offrendo sfide dure ma remunerative. Tra questi, Maldita Castilla (il nome originale del qui presente Cursed Castilla) è forse il gioco che ha riscosso il maggiore successo, creato a tavolino per essere il tributo definitivo a Makaimura (Ghosts ’n Goblins per i non nippofili) e universalmente accolto come uno tra i più riusciti capolavori amatoriali di sempre.
PER TOLOMERA!
Cursed Castilla è un titolo stupendo, ammaliante nelle meccaniche che strizzano un occhio (o due) a Daimakaimura (il secondo capitolo della saga di Arthur, nonché uno dei primi giochi per lo storico hardware CPS1) e dall’ambientazione originale, che pone il cavaliere Don Ramiro davanti a situazioni e nemici ispirati a miti, tradizioni e opere letterarie europee.Stanchi dei soliti zombie? Non c’è problema: qui c’è solo l’imbarazzo della scelta tra un Don Quixote più folle che mai, il Nuberu o – addirittura – la Tarasca, ovviamente senza Santa Marta a togliervi le castagne dal fuoco! Alla pixel art assolutamente “autentica” si affianca una chiptune altrettanto riuscita, realizzata dal compagno d’armi Gryzor87 (all’anagrafe Javier Garcia, una costante nelle opere di Locomalito) suonando in emulazione il chip Yamaha YM2203.
Cursed Castilla è una versione espansa e commerciale del gioco; l’episodio originale resta disponibile gratuitamente sul sito dell’autore
Maldita Castilla esce come titolo completamente gratuito alla fine del 2012, e i fan richiedono a gran voce una conversione per console; un traguardo difficile da raggiungere, anche a causa della filosofia stessa del giovane game designer spagnolo che, incredibile dictu, non chiede neppure un soldo bucato per i suoi bellissimi giochi! In questa singolare ottica, l’accordo stretto con Abylight Studios è stato il miglior compromesso possibile: creare una versione espansa e commerciale, senza però ostacolare la distribuzione gratuita dell’episodio originale che resterà disponibile sul sito dell’autore sempre e comunque.
Tra le novità presenti vanno segnalate due nuove armi: i coltelli, da lanciare in tre direzioni che fanno tanto Contra, e le bombe, in tutto e per tutto simili alle torce di Makaimura. A queste vanno aggiunti due livelli inediti, sicuramente il motivo più succoso per tornare a indossare l’armatura e partire alla volta delle terre di Tolomera, assieme a una serie di obiettivi e a un’enciclopedia che verrà popolata mano a mano che raggiungeremo traguardi o seccheremo nemici e boss. In tutta onestà, non c’è nulla di realmente imperdibile, specie se conoscete a memoria il gioco originale, avendo passato al setaccio tutti i vecchi livelli alla ricerca delle lacrime di Moura per guadagnare l’accesso al vero finale. Va comunque detto che questa edizione EX ha avuto il merito di proporre a un pubblico più vasto e poco avvezzo alla scena indie il più sincero tributo alla saga di Tokuro Fujiwara mai scritto.
CAVALIERI TASCABILI
Purtroppo, portabilità a parte, questa versione per 3DS non è in grado di aggiungere elementi di interesse tali da renderla preferibile rispetto alla configurazione base, davanti a un monitor con arcadestick a seguito.
Le meccaniche di Cursed Castilla strizzano un occhio (o due) a Daimakaimura
La cosiddetta modalità coin-op, sbandierata all’annuncio del gioco, è francamente una boiata: praticamente, il touchscreen riproduce la plancia di un’ipotetica versione arcade di Cursed Castilla, con joystick e pulsanti che vengono attivati in corrispondenza di quel che accade durante la partita. L’unica vera interazione è lo sportello di servizio: toccandolo, ci ritroveremo davanti una fittizia PCB dove sarà possibile operare sui DIP switch, selezionando le stesse identiche opzioni che avremmo a disposizione semplicemente premendo Start. L’apoteosi dell’inutilità.
L’effetto 3D è presente e contribuisce a impreziosire la grafica quanto basta, donando profondità all’azione senza snaturare la pixel art originale. Al di fuori dell’avventura, viene usato principalmente per sottolineare lo “stacco” tra lo schermo e il fittizio bezel (una cornice illustrata che spesso abbelliva i coin-op originali, circondando lo schermo), creando l’illusione di avere davanti un monitor arcade. A parte tutto, fa sorridere come un titolo simile arrivi oggi senza problemi né censure su una console Nintendo, vantando situazioni macabre e nemici come Satana in persona. Gli anni Novanta sono davvero passati da un pezzo!
Cursed Castilla si riconferma un ottimo gioco, oggi come cinque anni fa. Tralasciando il fatto che, volendo, potreste giocare la versione originale gratuitamente, semplicemente scaricandola dal sito di Locomalito, questa incarnazione non mi ha convinto più di tanto a causa di una serie di caratteristiche che vanno dal patetico (non saprei come definire altrimenti la modalità coin-op) al poco convincente, vedi le dimensioni un po’ lillipuziane della grafica. Se proprio volete devolvere dei soldi a Locomalito, ma il pulsante delle donazioni sul suo sito vi sta dannatamente antipatico, sganciate pure l’obolo; tuttavia, sarebbe meglio se il vostro 3DS fosse un modello XL.