Ecco, l’hanno fatto di nuovo. Con Another Fisherman’s Tale, i ragazzi di InterspaceVR ci hanno portato un racconto delicatissimo e delizioso, proprio come con il primo capitolo.
Sviluppatore / Publisher: InterspaceVR / Vertigo Games Prezzo: € 24,99 Localizzazione: Sottotitoli Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile su: Quest 2, PC VR, PS VR 2 Data di uscita: Già disponibile
Questa volta però l’hanno rimpolpato di contenuti in modo da togliere almeno parte l’amaro in bocca quando arriviamo ai titoli di coda.
Torniamo a controllare Bob in un’altra fantastica avventura, dove la storia della linea narrativa principale si incrocia con le vicende personali del narratore e la sua famiglia, in un giro di punti di vista che forniscono prospettive complementari sulla medesima vicenda. Starà a noi tirare le fila.
LA METANARRAZIONE DI ANOTHER FISHERMAN’S TALE
Metanarrazione. Che bel concetto, eh? E che bella parola. Io l’adoro, la vorrei usare almeno cinque volte al giorno, anche perché, diciamocelo, fa proprio figo. E allora permettetemi di soddisfare la mia quota quotidiana in questo articolo, perché la metanarrazione è un elemento fondante di Another Fisherman’s Tale. Si potrebbe quasi dire che questo gioco sia il “Dark Souls della metanarrazione”. Qualsiasi cosa voglia dire. Se vogliamo mettere un po’ di chiarezza, forse conviene partire dall’inizio, che di solito è un buon metodo per farsi capire.
Another Fisherman’s Tale è il Dark Souls della metanarrazione
Nella sua essenza meccanica, anche questo secondo capitolo si compone di puzzle ambientali da risolvere, accompagnati appunto dalla voce di Bob stesso che racconta la sua avventura alla figlia Nina. In parecchie occasioni la soluzione degli enigmi ruota intorno all’identificazione del tipo di arto adeguato alla situazione, che potrebbe per esempio richiedere un uncino per raggiungere aree altrimenti inarrivabili, o una chela di granchio per tagliare corde o altri tipi di legacci. In ogni caso, sta a noi capire con quali altri elementi sostituire le nostre mani per procedere nella storia. Il livello dei puzzle non richiede un impegno molto elevato, e se proprio siamo alla fine di una giornata stancante, possiamo attivare gli aiuti. Questi sono ben integrati e si manifestano tramite commenti aggiuntivi di Bob che ci indicano la strada senza dirci cosa fare per filo e per segno.
la soluzione degli enigmi spesso ruota intorno all’identificazione del tipo di arto adeguato alla situazione
UN RACCONTO PER UNO, NESSUNO, CENTOMILA
Ma allora tutta questa metanarrazione dove sta? Innanzitutto, il Narratore è Bob, quindi ci troviamo di fronte a un personaggio che racconta la sua stessa storia. Inoltre, senza fare spoiler, molto presto si scopre che Bob è una miniatura sia figurativamente che letteralmente: noi muoviamo il nostro personaggio all’interno di veri e propri modellini costruiti da persone in carne e ossa, che in questo caso si trovano nel seminterrato della casa della madre di Nina. Quindi c’è un secondo livello di narrazione, parallelo ma anche incidente al primo, in cui Nina apre scatoloni e trova oggetti abbandonati, che mette insieme per ricostruire le storie del padre. Dunque Nina racconta a se stessa e a noi come il padre creava e raccontava a lei le storie di Bob. Che vi avevo detto? Metanarrazione. Sono arrivato a cinque? Probabilmente sì, ma se mi scappa ce ne infilo anche un altro paio prima della fine.
Ho molto apprezzato Another Fisherman’s Tale anche perché si presta con facilità a diversi livelli di lettura, adatti a vari tipi di ascoltatori. Mi è sembrato che il racconto sia perfetto per adulti, magari padri da poco, che potrebbero essere più in sintonia di altri con le tematiche affrontate: a prima vista, abbiamo un racconto della buona notte che parla di avventure piratesche; basta però scavare appena appena in superficie per trovare qualcosa che ci parla di tematiche più impegnative, come il rapporto tra generazioni diverse, la genitorialità e le scelte di vita.
Another Fisherman’s Tale anche perché si presta con facilità a diversi livelli di lettura
Il problema sta nella sostanziale ripetizione degli schemi risolutivi degli enigmi. Gli sviluppatori cambiano ambientazioni e vari dettagli per fare in modo di ridurre questo problema, ma sul finale ho trovato che gli enigmi fossero piuttosto chiari dal principio, e la difficoltà stesse più nell’esecuzione che nella scoperta della soluzione. Detto questo, devo sottolineare una grandissima eccezione che riguarda tutto il corpo centrale dell’avventura, il quale si distacca nettamente per qualità e spettacolarità. Tra l’altro, è la parte che implementa al meglio la componente di gestualità insita nella VR, e in più non posso non citare le canzoni che fanno da accompagnamento a questi capitoli: è una di quelle esperienze davanti cui si rimane a bocca aperta e la meraviglia di ritrovarsi immersi a trecentosessanta gradi in un mondo fantastico compie la sua vera magia. Fidatevi di me: ve lo ricorderete per un bel po’.
In Breve: Il punto forte di Another Fisherman’s Tale risiede sicuramente nella narrazione. Anzi, nella metanarrazione. Il racconto svela in fretta di avere più strati e più profondità di quando sembri all’inizio, e ogni capitolo del gioco aggiunge livelli di lettura che creano maggiore struttura e complessità, e in definitiva chiavi di lettura, all’avventura. I puzzle non fanno gridare al miracolo, e pare quasi che gli sviluppatori abbiano calibrato la durata del gioco per evitare ripetizioni eccessive. Ripeto, i due o tre capitoli centrali sono spettacolari e in pratica quelli da soli varrebbero il prezzo del biglietto.
Piattaforma di Prova: Quest 2
Com’è, Come Gira: Another Fisherman’s Tale ha uno stile molto essenziale, sembra quasi che i personaggi siano imparentati con Pinocchio, e non mette sotto sforzo Quest 2. Le molte opzioni di comfort facilitano l’utilizzo anche a chi soffre di motion sickness. Io non ho avuto alcun tipo di problema.