outpost zero provato

Outpost Zero

PC

Outpost Zero – Provato

Cosa succederà all’umanità il giorno della guerra nucleare, ammesso che quel momento arrivi mai? Il mondo videoludico ha offerto numerose risposte a questa domanda. I sopravvissuti si rintaneranno in bunker per almeno mezzo secolo? Così fu l’interpretazione in quel di Interplay una ventina d’anni fa. Oppure, dopo il primo attacco all’uranio, la stragrande maggioranza delle nazioni si unirà contro il “regime dittatoriale del Mahatma Gandhi”? Questo il copione più comune di una partita a Civ, grazie a un errore di programmazione passato alla storia dei videogiochi. In questa sede, invece, ci occupiamo della risposta data dai Symmetric Games, studio fondato nel 2016 da fuoriusciti di Phosphor Games, autori di titoli come Nether e The Brookhaven Experiment (quest’ultimo solo VR, ne parlammo qui, nd II-V). Non proprio dei classici dell’ultimo decennio, ma non si può certo dire che il fondatore Dan Nikolaides e soci siano gli ultimi arrivati.

La loro opera prima è il survival online Outpost Zero, in cui l’umanità, per sfuggire all’olocausto nucleare, lancia alcune navicelle verso la colonizzazione spaziale. A far da apripista ai feti della nostra specie, conservati in serbatoi ricchi di bionutrienti, troviamo un nugolo di droidi senzienti e antropomorfi, programmati per creare una colonia sul pianeta Gaiya, adattandola alla vita umana. Noi interpretiamo uno di loro.

IMNPEGNATIVO, MA NON FRUSTRANTE

L’incipit in stile Asimov si presta a un gameplay non troppo punitivo: in quanto robot, non siamo soggetti né a fame o sete, né ad agenti atmosferici aggressivi per l’uomo, come, invece, accade rispettivamente in The Flame in the Flood o The Solus Project, per fare degli esempi single-player (o in DayZ e tanti altri, se vogliamo spostarci nell’ambito online, nd II-V). D’altra parte, avremo una classica barra della vitalità accompagnata dalla nostra energia, in sostituzione di tutti i parametri normalmente presenti nei titoli survival.outpost zero provato

Gli androidi sono apripista dell’esodo umano su un pianeta alieno, seguito all’olocausto nucleare sulla Terra

Proprio la nostra energia è in continuo calo, ed diventa quindi necessario ricaricare le relative batterie, grazie a una delle prime costruzioni a nostra disposizione. In alternativa, potremo cercare determinate conformazioni rocciose che permettono l’estrazione della stessa risorsa, in modo da usarle come tappe intermedie durante le sortite in territori sconosciuti. Nelle fasi iniziali avremo anche modo di costruire droni di supporto: questi ultimi ci aiuteranno in alcune attività tipiche del genere, potenzialmente di una noia mortale, prima tra tutte la raccolta di materiali per costruire strutture per la propria base o equipaggiamenti per sé, peraltro con un tempo di grinding sorprendentemente basso.

Anche il combattimento non risulta punitivo, sia contro la fauna locale sia contro i pirati robotici che di tanto in tanto attaccano la nostra base. Gli scontri, specie quelli corpo a corpo, rivelano uno dei più grossi problemi tecnici di Outpost Zero, nella sostanza di brutali compenetrazione poligonali che interessano gli scontri con gli avversari e, proprio per la loro centralità, richiedono un aggiustamento urgente. Nelle ore passate su Gaiya ho notato altri aspetti bisognosi di intervento: a volte, i succitati pirati spariscono nelle vicinanze della propria base, lasciando solo il loro loot, pur non essendo stati vittima né dei miei proiettili né di animali feroci. La fauna locale, poi, ha bisogno di routine di movimento riviste, dato che non tengono conto delle costruzioni erette dai droidi, con la conseguenza, ad esempio, di trovare dei “mufloni” alieni intenti a pascolare in mezzo alla base. Si tratta comunque di elementi su cui si può chiudere un occhio, almeno al momento, considerato che Outpost Zero è disponibile in Accesso Anticipato solo da pochi giorni, e gli sviluppatori statunitensi avranno tutto il tempo di metterci mano nei prossimi mesi.

BELLO, MA NON MAGNIFICO

Il pianeta alieno Gaiya offre fin dai primi istanti sensazioni contrastanti: da una parte, si aprono paesaggi all’orizzonte verso i quali verrebbe voglia di correre a perdifiato; dall’altra, basta guardare nelle immediate vicinanze per scoprire una realizzazione tecnica non al passo dei tempi. Laddove, però, non arrivano poligoni e texture, gli effetti di luce ed ambientali trasformano alcuni biomi in mondi a sé da esplorare in lungo e in largo.outpost zero provato

Effetti di luce ed ambientali sopperiscono abbastanza bene alla scarna realizzazione estetica

Il paesaggio cambia con una certa frequenza, il che di per sé è positivo, ma va considerato che i survival online sono pensati per offrire decine e decine di ore di gioco. Per lo stesso motivo, la grandezza effettiva del mondo di gioco esplorabile – tutt’ora da verificare – diventa un fattore tutt’altro che trascurabile, esattamente come la varietà degli elementi visivi e giocabili del pianeta Gaiya. Per il momento ho rilevato una flora così ispirata da lasciarmi sorpreso, specie dinnanzi a certe piante, mentre il bestiario abbisogna di maggiori esemplari e tratti più distintivi. Per ora, le bestie di una stessa specie possono presentare gradi di letalità molto diversi tra loro, ma non sono distinguibili esteticamente in alcun modo. Se chiedete a me, basterebbe farli tanto più grossi quanto più cattivi sono. Et voilà.

Symmetric Games pubblicizza Outpost Zero come un titolo dalla forte componente FPS, specie sui server PvP, vero cuore dell’esperienza futura. Al momento li ho trovati mezzi vuoti, ed è dunque troppo presto anche solo per avere qualche sensazione a riguardo. Nel complesso, tuttavia, trovo che lo stato dello sviluppo del gioco giustifichi l’uscita dalla fase di Closed Beta, e così la pubblicazione su Steam in Accesso Anticipato: tutti i sistemi base e le meccaniche principali sono in piedi, anche se ogni aspetto richiede miglioramenti e gli sviluppatori, naturalmente, dovranno recepire i riscontri dei propri utenti per arricchire ulteriormente il proprio titolo d’esordio.

Se vi aggrada l’idea di essere partecipi del processo di creazione, e la colonizzazione da spazio profondo esercita su di voi un forte fascino sci-fi, potrebbe essere il momento per partire alla volta di Gaiya. Per tutti gli altri, Outpost Zero merita comunque di rimanere sui radar, considerate le peculiarità distintive rispetto alla maggior parte dei survival online.

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