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Sekiro: Shadows Die Twice

PC PS4 Xbox One

Sekiro: Shadows Die Twice – Provato

Alla gamescom di Colonia ho avuto modo di provare l’ultima creatura di From Software (qui trovate data d’uscita e riferimenti alla collector). Per sicurezza ho pensato bene di finire la demo di Sekiro: Shadows Die Twice e rigiocarla, cosi che quei quarantacinque minuti di sofferenza fossero ben spesi.

Dai video dell’E3 si intravedeva il potenziale per un gioco action piu fresco nelle meccaniche e decisamente piu veloce e frenetico rispetto alle altre creature della casa nipponica, ma la mia paura era comunque di trovarmi davanti a Dark Souls ambientato nel giappone feudale. In questo senso è stato davvero molto bello sbagliarsi, anche se qualcosa della saga di From software fa capolino. Ma andiamo con ordine.sekiro shadows die twice provato

Personalmente volevo qualcosa di diverso da un Souls nel giappone feudale, e sono stato accontentato

L’ambientazione della demo mi ha portato in un tempio perso fra le montagne; nei primi minuti di gioco è richiesto di imparare una delle meccaniche base del gioco, ovvero l’utilizzo del rampino, che oltre a permettere di spostarsi molto velocemente tra alberi e pareti altrimenti invalicabili, diventerà uno dei nostri migliori alleati nell’attaccare i nemici dall’alto, permettendo di uccidere I malcapitati con relativa facilità, complice una dimensione completamente differente rispetto all’esperienza che mi aspettavo di provare. Il rampino consentirà anche di evitare morti premature, dando vita a fughe repentine per bere una pozione curativa, grazie ad appigli che paiono messi lì apposta per permetterci di riordinare le idee.

Testando rampino e salto, e passata la stranezza del potermi muovere in maniera cosi agile in un action fantasy (benchè orientale) di From Software, ho iniziato a esplorare le meccaniche di combattimento attraverso poveri malcapitati nei paraggi, scoprendo che, rispetto alla classica parata con l’arma, potevo semplicemente piombare dall’alto sui nemici, uccidendoli sul colpo; così, scardinati gli ultimi dogmi di Dark Souls, il resto é diventato intuitivo nell’atto di schivare, rotolare, saltare o,a come detto, scappare col rampino alle prime avvisaglie di un nemico piu potente, scalando pareti e afferrando gli arcieri per buttarli giù da un dirupo, o ancora, trovando il modo di avvicinarmi senza farmi notare, per poi colpirli alle spalle.

Tale dinamica è presto diventata la vera priorità: d’altronde, perché rischiare uno scontro potenzialmente mortale quando avrei potuto piombare dal cielo e finire lo scontro con un colpo ben sferrato?

LA RESSURREZIONE DELL’OMBRA

Al contrario di quel che potreste pensare fino a questo momento, anche in Sekiro si muore con una certa facilità. Basta un po’ di disattenzione, un momento in cui pensate di poter gestire lo scontro in maniera piu diretta, e un fendente di spada non parato sarà sempre in grado di porre inesorabilmente fine all’avventura ninja.sekiro shadows die twice provato

Come da titolo, il ninja “ombra” che impersoniamo può morire due volte senza perdere anime, ma con precise limitazioni

Qui compare un’altra meccanica davvero interessante, la resurrezione, nelle corde di From Software seppur in modo sensibilmente diverso. Come il titolo stesso suggerisce, il ninja “ombra” che impersoniamo può morire due volte, il tutto senza perdere anime e non doverle recuperare, quindi, come nei giochi che tanto hanno fatto imprecare I giocatori di From Software. Ovviamente, però, si tratta di una scelta da ponderare bene, perchè la ressurrezione permette di continuare a combattere e, forse, abbattere un nemico che avevate pesantemente indebolito, ma toglie dall’equazione la possibilità di effettuare le super mosse, capaci in altre occasioni di spazzare via ogni resistenza se eseguite nel momento giusto; morire o morire di nuovo ci riporterà al check point precedente, se resuscitati una prima volta, a meno che non vi siate riposati presso determinate statue che restituiscono tutto il vigore. Manco a dirlo, in tal modo verranno riportati in vita anche tutti I mob: qualcosa di Dark souls doveva esserci, insomma, anche se in una porzione più ridotta del previsto.

Il nostro non è un ninja ordinario e, anzi, possiede un braccio completamente meccanico, come perfetto compagno di morte ma sopratutto come ottimo diversivo, con tre modalità viste nella demo. La prima consiste nel lancio di shuriken verso l’avversario di turno, che subisce pochi danni ma tende a spostarsi verso di noi, a portata di spada, esattamente dove lo volevamo. L’ascia che spunta dal braccio, invece, consente colpi caricati particolarmente violenti, che se concatenati alla giusta combo, o scagliati in salto, non lasciano scampo alcuno, così da chiudere più facilmente gli scontri con mostri particolarmente coriacei.sekiro shadows die twice provato

Almeno nella demo, Il braccio meccanico del ninja presentava tre modalità

Infine, per quel che ho visto e usato in azione, abbiamo a disposizione una specie di nuvola infuocata, che oltre a stordire I nemici, e se unita a un movimento di spada, permette di infiammare la nostra katana, che diventa di fatto molto più letale. L’assortimento di opzioni di combattimento, assieme alle meccaniche da action e all’approccio stealth, spazzano via qualunque dubbio sull’identità da “fratello del giappone feudale di Dark Souls, trovando una propria dignità stilistica e di gameplay a colpi di invenzioni e indubbie qualità. Forse alcuni non troveranno il gioco che si aspettavano; personalmente, invece, per una volta sono davvero felice di incontrare un gioco veloce e intuitivo, adatto a un pubblico più vasto e a sessioni coinvolgenti in una forma più diretta. Ora bisogna solo aspettare i primi mesi del 2019, per tornare ad essere un ombra che non ha pietà e, letteralmente, può morire due volte.

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