Alla gamescom di Colonia ho avuto modo di provare l’ultima creatura di From Software (qui trovate data d’uscita e riferimenti alla collector). Per sicurezza ho pensato bene di finire la demo di Sekiro: Shadows Die Twice e rigiocarla, cosi che quei quarantacinque minuti di sofferenza fossero ben spesi.
Dai video dell’E3 si intravedeva il potenziale per un gioco action piu fresco nelle meccaniche e decisamente piu veloce e frenetico rispetto alle altre creature della casa nipponica, ma la mia paura era comunque di trovarmi davanti a Dark Souls ambientato nel giappone feudale. In questo senso è stato davvero molto bello sbagliarsi, anche se qualcosa della saga di From software fa capolino. Ma andiamo con ordine.
Personalmente volevo qualcosa di diverso da un Souls nel giappone feudale, e sono stato accontentato
Testando rampino e salto, e passata la stranezza del potermi muovere in maniera cosi agile in un action fantasy (benchè orientale) di From Software, ho iniziato a esplorare le meccaniche di combattimento attraverso poveri malcapitati nei paraggi, scoprendo che, rispetto alla classica parata con l’arma, potevo semplicemente piombare dall’alto sui nemici, uccidendoli sul colpo; così, scardinati gli ultimi dogmi di Dark Souls, il resto é diventato intuitivo nell’atto di schivare, rotolare, saltare o,a come detto, scappare col rampino alle prime avvisaglie di un nemico piu potente, scalando pareti e afferrando gli arcieri per buttarli giù da un dirupo, o ancora, trovando il modo di avvicinarmi senza farmi notare, per poi colpirli alle spalle.
Tale dinamica è presto diventata la vera priorità: d’altronde, perché rischiare uno scontro potenzialmente mortale quando avrei potuto piombare dal cielo e finire lo scontro con un colpo ben sferrato?
LA RESSURREZIONE DELL’OMBRA
Al contrario di quel che potreste pensare fino a questo momento, anche in Sekiro si muore con una certa facilità. Basta un po’ di disattenzione, un momento in cui pensate di poter gestire lo scontro in maniera piu diretta, e un fendente di spada non parato sarà sempre in grado di porre inesorabilmente fine all’avventura ninja.
Come da titolo, il ninja “ombra” che impersoniamo può morire due volte senza perdere anime, ma con precise limitazioni
Il nostro non è un ninja ordinario e, anzi, possiede un braccio completamente meccanico, come perfetto compagno di morte ma sopratutto come ottimo diversivo, con tre modalità viste nella demo. La prima consiste nel lancio di shuriken verso l’avversario di turno, che subisce pochi danni ma tende a spostarsi verso di noi, a portata di spada, esattamente dove lo volevamo. L’ascia che spunta dal braccio, invece, consente colpi caricati particolarmente violenti, che se concatenati alla giusta combo, o scagliati in salto, non lasciano scampo alcuno, così da chiudere più facilmente gli scontri con mostri particolarmente coriacei.
Almeno nella demo, Il braccio meccanico del ninja presentava tre modalità