Tra tutti i titoli annunciati sul palco di Ubisoft, devo ammettere che Watch Dogs Legion mi ha letteralmente stregato. Ho giocato il secondo capitolo con piacere, notando soprattutto come gli sviluppatori si siano dedicati a creare un’avventura immersiva molto diversa dal predecessore, nonché particolarmente “vicina” al target a cui era indirizzata.
Anche qui di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e il buon minutaggio di gameplay mostrato sul palco della conferenza, accompagnato dai soliti trailer d’effetto, mi ha confermato essenzialmente che Ubisoft è sempre sul pezzo (anche se dobbiamo lavorare sul ritmo d’esposizione). Ma con questa anteprima di Watch Dogs Legion cerchiamo di comprendere meglio cosa ne sarà di noi e come, magari, gli sviluppatori hanno pensato di unire l’idea di utilizzo della tecnologia, già vista nei precedenti capitoli, a un gameplay si spera fresco ma funzionale.
WE ARE LEGION
Il periodo post-Brexit immaginato dai ragazzi di Ubisoft non sembra decisamente roseo come potremmo aspettarci. Il panorama politico deve fronteggiare una società sull’orlo del collasso, complice un’evoluzione tecnologica così celere da arrivare a sostituire l’essere umano con la macchina. In questa metropoli simile alla Detroit immaginata da Quantic Dream, anche se non ci sono i droidi senzienti, vediamo scontrarsi due fazioni molto diverse tra loro: da un lato abbiamo l’organizzazione paramilitare chiamata Albion, che cerca di mantenere l’ordine anche ricorrendo alla violenza, e dall’altra DedSec, un fronte rivoluzionario che ha l’intenzione di mettere in moto una insurrezione per ripristinare lo status quo. Il primo cambiamento importante lo si rileva sin dalle prime fasi mostrate nel gameplay, dove si capisce che il focus dell’avventura non viene più posato letteralmente sulle spalle di un unico protagonista, ma viene invece suddiviso tra più personalità presenti nella città di Londra, persone diverse che non hanno apparentemente nulla in comune, tranne la loro voglia di ribellarsi a questa repressione.
Sembra che potremo veramente guidare una piccola legione di pazzi rivoluzionari!
Esiste comunque un limite al reclutamento della nostra legione, delimitato a un massimo di venti membri che potranno essere sostituiti fino al momento della morte. Sappiamo già che è stata implementata una funzione di permadeath e questo, in ottica di gioco, fa piacere perché in qualche modo dovrebbe far alzare l’asticella della difficoltà un pelino verso l’alto. Detto in soldoni, segnalando che si può effettivamente morire definitivamente, ogni approccio, scelta o missione guadagna importanza anche il discorso del reclutamento intelligente, nel senso che avere paura della morte può portare a valutare un contatto magari più stealth e prudente oppure, qualora proprio volessimo far danni, più diretto ma con i personaggi giusti.
FUTU-LONDRA
Sul lato visivo la Londra immaginata da Ubisoft è veramente intrigante, grazie ai suoi scorci familiari che però sono stati riadattati per proporre un impatto tecnologico di rilievo, dalle guardie olografiche messe di fronte ai negozi a tutta quella cartellonistica di propaganda che lascia trasparire un’attenzione per i particolari decisamente certosina.
Il permadeath mi intriga tantissimo