È sempre un piacere doppio passare a salutare i ragazzi di Koch Media a Milano. Oltre a ritrovare facce amiche, c’è sempre l’intrigante possibilità di fare la conoscenza di qualche sensuale novità hardware o software. Questa piovosa volta ho potuto toccare con mano Shenmue III, il terzo capitolo della storica serie originaria per Dreamcast.
LA STORIA (QUASI) INFINITA
Non credo di esagerare definendo un evento straordinario l’esistenza del gioco, giacché il suo sviluppo è stato oltremodo travagliato e Yu Suzuki, la mente a capo del progetto Shenmue, ha dovuto spiegare più volte le ragioni dello slittamento della data di pubblicazione. Sviluppato da Ys Net e Neilo e nato nel 2015 grazie ad una raccolta fondi su Kickstarter gestita in modo piuttosto bizzarro – con tanto di polemiche circa la decisione di affidare l’esclusiva temporale a Epic Games Store dopo l’ingresso in scena del publisher Deep Silver – finalmente Shenmue III sta per concretizzarsi visto che la pubblicazione ufficiale è prevista per il 19 novembre su PC e PS4 (la versione che ho provato). Tra poco i fan della serie avranno quindi l’opportunità di tornare a vestire i panni dell’esperto di arti marziali Ryo Hazuki, continuando l’avventura proprio da dove si era interrotta nel 2001, circa diciotto anni fa. Nel caso non abbiate idea di cosa stia parlando è possibile porre rimedio alla lacuna perché SEGA, nel 2018, ha pubblicato una versione HD dei primi due capitoli che permette alle nuove leve di immergersi nelle atmosfere orientali della serie, a patto di non far troppo gli schizzinosi riguardo le rughe causate dallo scorrere del tempo.
C’HO I PUGNI NELLE MANI: DEMO, TIPARIO!
Nella breve demo a mia disposizione ho passeggiato lungo i candidi sentieri del villaggio di Bailu per indagare su un gruppo di teppisti. Fin dai primi passi l’atmosfera dei predecessori si è fatta percepire nitidamente, con Ryo e Shenhua impegnati a recuperare informazioni parlando con gli abitanti mentre ognuno di loro era impegnato con le proprie faccende quotidiane. Dopo alcune chiacchierate con i residenti, ho scoperto che dovevo parlare con il padre di una bambina e che lo avrei trovato a casa verso le 19:00. In quel momento era all’incirca ora di pranzo, ma anche se l’opzione del salto temporale per arrivare direttamente agli eventi importanti mi faceva l’occhiolino, la curiosità di dilettarmi con giochi e attività secondarie ha avuto la meglio per qualche tempo. L’ambientazione serafica del villaggio mi ha trasmesso un certo senso di pace interiore, aiutata dalla rilassante colonna sonora e da personaggi tratti direttamente dall’immaginario collettivo orientale. Come la storia di Shenmue insegna, i dialoghi -in inglese, al momento della prova- permettono di ottenere informazioni sul prossimo obiettivo. Il comparto tecnico m’è parso tutto sommato meno impolverato rispetto ad altri aspetti del gioco, forse non abbastanza gagliardo per via del budget limitato per competere con le meraviglie cui ormai siamo abituati ma, comunque, capace di compiere il proprio dovere.
Non credo di esagerare definendo un evento straordinario l’esistenza del gioco
RITORNO AL…PASSATO?
Il lento ma inesorabile scorrere del tempo è probabilmente la vera spada di Damocle che pende su Shenmue III e, di conseguenza, sulle sorti del brand. Gli sviluppatori che hanno lavorato al progetto hanno vergato una lettera d’amore digitale ai propri fan, una vera dimostrazione d’affetto verso quegli stessi appassionati che da così tanti anni aspettano di sapere come prosegue la storia di Ryo (non ho scritto “si conclude” di proposito, le voci che vogliono l’epilogo ancora lontano sono giunte anche qui). Questo terzo episodio sembra un equilibrista sospeso su un filo che collega passato e presente, un’idea volutamente e fortemente integralista che mantiene saldamente il legame con la tradizione anche a costo di rivelarsi anacronistica. Non che ciò sia necessariamente un male, intendiamoci, infatti è facile ipotizzare che i patiti di Shenmue impiegheranno pochi minuti per farsi rapire dal nostalgico richiamo dei tempi che furono rivisti in chiave moderna, ma resta il dubbio sull’accoglienza che gli riserverà quella fetta di pubblico meno affezionato alla serie e, pertanto, presumibilmente meno propenso a emozionarsi per qualcosa che oggi sa di già visto.
Questo terzo episodio sembra un equilibrista sospeso su un filo che collega passato e presente
La speranza è che questo titolo, che pare giocare col tempo come fosse un’altalena, sia in grado di emozionare i vecchi e al contempo incuriosire i nuovi giocatori, rinforzando i sentimenti della sua fedele comunità e garantendo così un’onorevole conclusione alle avventure di Ryo Hazuki. In un modo o nell’altro, questa serie ha fatto la storia del medium videoludico ed è stata fonte di ispirazione per molti discepoli venuti dopo di lei; fosse anche soltanto in virtù della sua importanza storica, Shenmue merita che il sipario cali sul suo epico percorso con quella stessa dignità che ha reso eternamente leggendari i samurai del paese del Sol Levante.