Diplomacy is Not an Option Anteprima

Diplomacy is Not an Option

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Diplomacy is Not an Option – Anteprima

“Sire, i sudditi non hanno pane, propongo che mangino brioche?” “No, spacca loro i denti, a che servono senza cibo da masticare?”. In Diplomacy is Not an Option non c’è spazio per il buonismo.

Sviluppatore / Publisher: Door 407 / Door 407 Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam) Data di Lancio: 9 febbraio (Accesso Anticipato); 2022 (versione finale)

Essere Re in un mondo fantasy medievale non è per niente facile. Spesso ci si trova oberati dagli impegni: organizzare feste e banchetti, arredare il castello con tessuti pregiati e pietre preziose, nonché assecondare tutti i desideri dei figli viziati. Fortunatamente ci si può anche distrarre con piacevoli attività, come vessare il popolo e affamarlo a suon di tasse, gabelle e tributi. A volte, però, certi piccoli, infami, puzzolenti contadini si rifiutano di pagare minacciando di porre fine alla vita di sperperi del monarca.

Come risolvere la situazione? In Diplomacy is Not an Option, sarcastico mix tra survival real time strategy e tower defense sviluppato e distribuito da Door 407, ogni protesta va sedata con le cattive o con le pessime. Il team sta lavorando alacremente in vista dell’Accesso Anticipato, come dimostrano i frequentissimi update della versione di prova sulla quale sto irrigando i campi dei dissidenti con il loro stesso sangue.

DIPLOMACY IS NOT AN OPTION AND THEY ARE BILLIONS

Prima di ogni missione assistiamo a una breve ma divertente sequenza animata che narra le vicende del povero re, tormentato dall’ingrata plebe che invece di lavorare sedici ore al giorno chiede libertà e diritti umani come se niente fosse. In un modo o nell’altro, varie province – una per ogni missione della campagna – finiscono per ribellarsi ed è compito nostro costruire un avamposto per far capire ai miserabili chi comanda. La storia, per quanto divertente, è solo un pretesto per introdurre una meccanica di gioco simile a They are Billions o al più recente Age of Darkness: Final Stand.

Diplomacy is Not an Option Anteprima

Il consigliere che chiama “feccia puzzolente” i contadini è pura poesia.

Partiamo con un semplice castello e dobbiamo prepararci a respingere l’invasione di centinaia di bifolchi imbufaliti. Costruire case aumenta la popolazione disponibile, da assegnare quindi alla raccolta di materiali quali legno, pietra e metalli, badando bene di nutrire i nostri preziosi operai tramite pesca e agricoltura, fino a quando saremo in grado di erigere una caserma nella quale forgiare guerrieri destinati a passare a fil di spada gli odiosi riottosi.

DOVE HO GIÀ VISTO QUESTO GAMEPLAY? AH, GIÀ, OVUNQUE

La parte RTS di Diplomacy is Not an Option non si discosta molto da quanto già visto in decine di produzioni simili: bisogna avere dieci occhi per tenere sotto controllo scorte alimentari, materie prime, sovraffollamento, sviluppo della città, ricerca scientifica e sporadici scontri con avamposti contadini, inevitabili quando si mandano le truppe a perlustrare il territorio. Una volta trovata la giusta sequenza di costruzioni, ricerca e upgrade, si riesce a costruire piuttosto velocemente una signora cittadella rinforzata, complice una discreta abbondanza di risorse e una mappa dalle dimensioni piuttosto contenute che ci permette una rapida esplorazione senza troppo disperdere le truppe. Per gli amanti della classica partitella veloce, segnalo però che difficilmente una missione dura meno di mezz’ora, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati in cui i titanici scontri possono durare molto a lungo. O molto poco, nel caso veniate travolti dall’orda.

ARRIVANO I CONTADINI! FACCIAMOLI NERI

I piantapatate ribelli sono rappresentati come diavoletti neri, e in ogni missione della campagna ci attaccano a più ondate. Un timer ci mostra quanto manca alla prossima invasione, e la direzione approssimativa dalla quale arriveranno. Se per allora non avremo costruito mura e fortificazioni, piazzando arcieri, soldati e macchine da guerra in punti strategici, la distruzione del castello è assicurata. In caso riuscissimo a contenere la furia nemica, non bisogna certo riposarsi sugli allori, ma riparare, ricostruire e potenziare gli edifici, sostituire i caduti nonché dar loro degna sepoltura, dato che i cadaveri possono decomporsi e infettare la popolazione dando origine a vere e proprie epidemie, e noi non vogliamo arcieri intenti a cantare “we are the champions” dal balcone mentre i fanti preparano torte in lockdown, vero?

IL REGNO RAPPRESENTATO COME REIGNS

Graficamente, gli ambienti di Diplomacy is Not an Option sono rappresentati in un bel 3D fumettoso, con un generoso range di zoom che ci permette sia di tenere sotto controllo l’intera città che osservare nei dettagli il lavoro di un raccoglitore di bacche o di un singolo soldato. Il look dei personaggi mi ha ricordato il capolavoro mobile Reigns, soprattutto nella versione dedicata a Game of Thrones. La fisica è riprodotta molto fedelmente, soprattutto per quanto riguarda traiettoria di frecce e esplosioni magiche, con corpi che volano un po’ ovunque. I nemici sullo schermo possono essere molti contemporaneamente, anche se non sono riuscito a spingermi così oltre nella campagna da assistere alle ciclopiche invasioni rappresentate nei video promozionali.

Diplomacy is Not an Option Anteprima

Questa ondata è massiccia, ma li respingeremo.

Se la strategia è importante per prepararsi a resistere all’assedio, scordatevi di durare a lungo senza un adeguato micro management delle unità coinvolte in battaglia. Da quanto ho visto finora siamo di fronte a un gioco solido e reattivo che però non ha ancora quella scintilla in più in grado di catturare utenti che non siano già appassionati del genere, ma data la cura riposta nello sviluppo, Diplomacy is Not an Option va decisamente tenuto d’occhio.

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