Songs of conquest provato anteprima apertura

Songs of Conquest

PC

Songs of Conquest – Provato

Quella di Heroes of Might and Magic è una serie che ha fatto scuola e che ancora oggi ha ben pochi rivali, tuttavia un nuovo contendente è appena entrato nell’arena: si tratta dell’affascinante Songs of Conquest.

Sviluppatore / Publisher: Lavapotion / Coffee Stain Publishing Prezzo: € 29,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo online PEGI: N.D. Disponibile Su: PC (Steam, GOG, Epic Games Store) Data di Lancio: 2023 (versione completa)

Gli sviluppatori di Lavapotion non hanno mai nascosto la loro fonte di ispirazione. L’influenza che la saga di Heroes of Might and Magic ha avuto, e sta continuando ad avere, nello sviluppo di Songs of Conquest è palese e trasuda da ogni pixel. Letteralmente. Sì perché il primo elemento che salta all’occhio nello strategico a turni di questo piccolo studio indipendente svedese è proprio il comparto grafico realizzato in pixel art; eppure se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte – e l’estetica di Songs of Conquest è senz’altro deliziosa – oltre l’ottima pixel art sembra esserci anche un videogioco vario, profondo e sfaccettato, persino in questa prima versione disponibile in Accesso Anticipato.

L’opera di Lavapotion è difatti disponibile sulle principali piattaforme digitali per PC come titolo in divenire, il cui sviluppo – stando a quanto dichiarato dal team – dovrebbe concludersi ufficialmente tra circa un anno. Nel frattempo gli sviluppatori si assicureranno di raccogliere i feedback della community e di pubblicare aggiornamenti che introdurranno sempre nuovi contenuti fino all’uscita della versione completa. Va comunque precisato che già ora Songs of Conquest si presenta in uno stato non direi proprio avanzato, ma comunque vicino a quello stadio. Nella versione provata in anteprima, infatti, sono presenti due campagne single player, quattro fazioni giocabili, varie mappe per le schermaglie, il comparto multiplayer e un comodo editor di livelli.

LE CANZONI DELLA VITTORIA

Lo stile di gioco è piuttosto classico e si rifà ai capisaldi del genere. All’inizio della partita abbiamo a disposizione un eroe, o branditore utilizzando il termine del gioco, che può contare su un piccolo seguito di unità militari di base, nonché un insediamento da far crescere costruendo edifici economici che generano risorse e strutture militari tramite le quali assoldare ulteriori soldati per il nostro branditore.

Lo stile di gioco è piuttosto classico e si rifà ai capisaldi del genere

Turno dopo turno, l’eroe può muoversi all’interno di una mappa più o meno vasta a seconda delle dimensioni della partita raccogliendo i cumuli di risorse presenti sul terreno, oppure interagendo con le strutture presenti nel mondo di gioco. Queste possono essere miniere d’oro, segherie, antiche rovine fonti di conoscenza (e quindi punti esperienza), o magari covi di banditi da cacciar via, cascate in grado di fornire un sollievo momentaneo (e bonus) all’esercito, e così via.

Songs of Conquest provato anteprima 04

Pur nella sua semplicità, il mondo di gioco è molto dettagliato.

Inutile dire che l’esplorazione è essenziale al fine di far crescere non soltanto il branditore e il suo seguito, ma anche per ottenere le risorse necessarie a potenziare le strutture del proprio insediamento. Poi, man mano che la partita va avanti, è possibile catturare ulteriori villaggi e assoldare nuovi eroi con tanto di seguito, così da avere sempre più strumenti per eliminare la concorrenza e vincere la partita. È chiaro che gli avversari proveranno a fare lo stesso, per questo bisogna sempre stare attenti a trovare l’equilibrio giusto tra esplorazione, crescita degli eroi e impianto economico in grado da sostenere gli sforzi bellici.

LE PECULIARITÀ DI SONGS OF CONQUEST

Quando sulla mappa ci imbattiamo in un esercito nemico, poi, ecco che partono i combattimenti tattici a turni. Dapprima appare una finestra che ci mostra un’approssimazione delle forze nemiche e ci permette di posizionare le unità nelle rispettive posizioni iniziali, offrendoci anche la possibilità di risolvere la battaglia automaticamente. Scegliendo l’opzione manuale, invece, la visuale passa a una scacchiera con caselle esagonali.

Songs of Conquest provato anteprima 01

La fazione dei Rana riunisce le creature delle paludi: rospi antropomorfi, tartarughe e insetti giganti.

Qui le unità si muovono alternandosi in base all’ordine di iniziativa che dipende dalla velocità dei soldati, partendo ovviamente dalle creature più rapide fino ad arrivare a quelle più lente. La conformazione del terreno può inoltre garantire vari benefici, soprattutto alle unità dotate di armi da tiro: posizionando un arciere su una casella sopraelevata, infatti, la gittata della sua arma aumenta considerevolmente, consentendogli di colpire i bersagli più lontani. Molte unità, soprattutto quelle avanzate, hanno anche delle abilità speciali.

I musici rappresentano uno dei tratti distintivi di Songs of Conquest

Interessante la presenza dei musici, che rappresentano uno dei tratti distintivi di Songs of Conquest. Ogni fazione ha infatti accesso a una specifica tipologia di unità che, intonando canti di guerra, fornisce bonus a tutte le truppe alleate o malus a quelle nemiche. Per finire, il branditore non è mai presente fisicamente sul campo di battaglia, ma invece può interagire lanciando delle magie spendendo l’essenza generata turno dopo turno dalle unità alleate schierate. L’essenza è l’equivalente del mana, per intenderci, ed è legata a cinque elementi specifici, a loro volta correlati a diverse tipologie di incantesimi. L’essenza dell’Ordine, per esempio, offre l’accesso a magie che potenziano le creature amiche, laddove gli incantesimi della Distruzione sono spesso deleteri per le truppe avverse.

Songs of Conquest provato anteprima 03

Non c’è una vera schermata della città, invece le strutture vanno costruite singolarmente negli spazi appositi della mappa.

Arrivati a questo punto avrete sicuramente intuito che Songs of Conquest non reinventa la ruota, ma punta a offrire un’opera che segue le orme dei videogiochi che lo hanno preceduto. Ciò non significa che si tratti di una banale copia carbone di uno qualsiasi degli Heroes of Might and Magic che si sono avvicendati nel corso degli anni, bensì siamo al cospetto di un’opera con una personalità ben distinta che può comunque garantire qualche interessante elemento di novità, soprattutto sul versante della caratterizzazione – non solo estetica – delle fazioni e del mondo di gioco. Va poi precisato che manca ancora un annetto prima della release ufficiale, pertanto è possibile che le cose cambino da qui alla release, tuttavia le fondamenta appaiono sin da ora decisamente solide.

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