World of Warcraft Wrath of the Lich King Classic Anteprima

World of Warcraft Classic

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World of Warcraft: Wrath of the Lich King Classic Provato

Bentornati su Wrath of the Lich King: Northrend conserva il suo fascino magnetico, con le sue distese gelide popolate da mostri ormai diventati uno dei cardini della storia di World of Warcraft. E ovviamente, sempre sia lodato, ritorna anche Arthas Menethil, il vero e unico Re dei Lich.

Sviluppatore / Publisher: Blizzard / Blizzard Prezzo: ND Localizzazione: Completa Multiplayer: Online (richiesto) PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Battle.net) Data di Lancio: 2022

World of Warcraft è stato uno dei prodotti che hanno cambiato il mondo del videogioco, almeno per quanto riguarda il panorama di settore a cui fa riferimento. Ne hanno sentito parlare praticamente tutti, e forse tutti ci hanno giocato almeno una volta, affrontando in tempi diversi le difficoltà che gli sviluppatori di casa Blizzard, ultimamente persi nell’occhio del ciclone come la piccola Dorothy de “Il Mago di Oz”, hanno posto sul nostro cammino. Esiste sempre un cattivo, o qualcuno vive troppo a lungo e finisce per diventarlo. Ed è proprio il caso di Arthas Menethil, uno dei personaggi più importanti della storia di Warcraft, capace di accogliere sotto la sua aura giocatori che hanno finito per amarlo in ogni sua incarnazione, fino al culmine in cui è diventato il Lich King che abbiamo dovuto sconfiggere nell’espansione di riferimento: Wrath of the Lich King.

La seconda per essere precisi, una delle più belle. Quella che contenutisticamente puntava sull’epica di una lore rispettabilissima, sebbene fossero comunque presenti tutti quei classici problemi di minore entità, che fortunatamente non finivano per inficiare tragicamente sulla qualità complessiva del prodotto. Wrath of the Lich King tornerà presto in auge, seguendo quello che da un po’ di tempo è diventato il nuovo progetto di Blizzard: restituire allo zoccolo duro dei fan l’esperienza vecchio stampo del prodotto. Saremo pronti?

PIÙ LE COSE CAMBIANO, PIÙ RESTANO LE STESSE

Anno domini 2008. Dopo aver assaporato le avventure nelle Terre Esterne di Burning Crusade, il manipolo di giocatori online su World of Warcraft venne chiamato a raccolta per compiere nuove conquiste nei territori di Northrend. I più appassionati conoscevano già parte della storia, ben descritta in Warcraft III, il famosissimo strategico in tempo reale che aveva dato i natali, è giusto dirlo, a tutti quei personaggi che avevano popolato Azeroth anche sull’MMORPG pubblicato da Blizzard. Ieri come oggi, quegli stessi giocatori si troveranno presto ad accogliere la versione Classic di Wrath of the Lich King. Mi ritorna in mente il buon Jena Plissken, mercenario interpretato da Kurt Russell negli anni ’90, che amava fare uscite teatrali come quella citata nel titolo di questo paragrafo, quando sottolineava come spesso le cose finiscono per restare “sempre le stesse”, anche se sottoposte a un cambiamento non definitivo.

La fontana di Dalaran ci ha tenuto compagnia per un sacco di pomeriggi.

World of Warcraft ha subito lo stesso tipo di trattamento: è cambiato negli anni, ha accolto novità e nuovi elementi di gameplay pensati per migliorarlo e semplificarlo, sebbene negli ultimi anni si sia avvertita una certa necessità di rievocare i vecchi fasti di un tempo, come a voler accontentare quello zoccolo duro d’utenza sempre pronto a ricordare le cose com’erano piuttosto che abituarsi a come sono adesso.

BLIZZARD HA DECISO DI ATTUARE QUALCHE CAMBIAMENTO, MA BISOGNERÀ ATTENDERE L’USCITA PER VEDERNE GLI EFFETTI

Ecco perché forse Blizzard, come avrete letto anche nella nostra intervista agli sviluppatori, ha deciso di portare avanti un progetto parallelo come Classic, un progetto che sorprendentemente ha rispecchiato proprio le parole del buon vecchio Plissken, quando dalla filosofia del #NoChanges si è passati alla nuova corrente di pensiero del #SomeChanges. Non mi piace seguire molto questo genere di cose, ma è importante notare e sottolineare come spesso alcune scelte debbano in qualche modo ridimensionarsi, al fine di permettere una migliore fruizione di particolari prodotti, forse in qualche modo non invecchiati proprio bene come ci piacerebbe pensare. Ed è qui che tornano a bomba le tante discussioni spese intorno al progetto, al come Blizzard voglia assolutamente trasmettere quel senso di appartenenza a ciò che è stato, una storia epica che non si vuole dimenticare (e a volte non lasciare andare). Perciò cosa puoi fare per rievocare un certo tipo di sentimenti mettendo comunque mano, quanto possibile, sul gioco senza cambiarlo?

PENSA A FARE LE COSE BENE

Puoi intervenire su alcuni elementi del gameplay al fine di equilibrarne l’utilizzo. Insomma, la prima modifica sostanziale che mi viene in mente è quella del Dungeon Finder, eliminato dalla formula perché interveniva negativamente sull’interazione tra giocatori. Chi ha giocato per molto tempo un MMO sa perfettamente che i giocatori si possono dividere in due grandi costole: chi decide di fare una vita da gilda seria, con orari ben precisi per “raidare” o “grindare”, o chi invece si approccia al gioco con meno serietà, optando per gustarsi i contenuti passo dopo passo senza dover necessariamente massimizzare il proprio avatar nel gioco. Il Dungeon Finder aiutava maggiormente la seconda fetta di giocatori, ed è onestamente difficile capire gli effetti di questa mancanza in questo momento, al netto di una feature di Group Finder non proprio all’altezza, viste le naturali limitazioni imposte a livello di partenza. È chiaro che la volontà è quella di enfatizzare il gioco e le sue interazioni sociali, soprattutto nell’abusare della chat per chiedere o proporre a più riprese gli interventi in gruppo, ma al netto di questi elementi faccio fatica a immaginarmi un gioco come World of Warcraft amputato della feature del Dungeon Finder.

World of Warcraft Wrath of the Lich King Classic Anteprima

I Tuskar di Northrend torneranno anche in Dragonflight, ma nel frattempo ripassiamo un po’ la loro storia.

POTER UTILIZZARE NUOVAMENTE IL DEATH KNIGHT FA UN CERTO EFFETTO!

Al netto di questo, le intenzioni di Blizzard restano comunque nobili se analizzate con occhio critico e magari anche un po’ smaliziato. Migliorare le interazioni sociali dovrebbe essere una delle basi su cui offrire un’esperienza di gioco, soprattutto da valutare in un MMO, pertanto l’idea di voler rendere il giocatore un reale protagonista dell’esperienza è un’intenzione assolutamente genuina, in qualche modo giusta da enfatizzare. La traduzione in gioco potrebbe non corrispondere in tutto e per tutto all’esperienza descritta, rischiando così che l’esperienza Classic diventi un prodotto esclusivo per tutti quelli che hanno amato il gioco in quel particolare momento della sua vita. Tornare a esplorare Ulduar, o Icecrown Citadel, rievocherà sicuramente tanti ricordi agli appassionati, che difficilmente mancheranno di visitare ancora una volta Northrend e le sue lande ghiacciate, e indubbiamente Wrath of the Lich King riscuoterà un buon successo tra l’utenza di riferimento. Non ci resta dunque che attendere l’uscita per capire bene i numeri e trarre le dovute conclusioni, sebbene il vero ritorno in auge di World of Warcraft, come franchise, verrà deciso con Dragonflight.

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