Alla scoperta di Jusant, un nuovo cinematic action adventure mostrato all’Xbox Showcase e sviluppato dai parigini di Don’t Nod, i creatori di Life is Strange e Harmony: The Fall of Reverie.
Sviluppatore/Publisher: Don’t Nod / Don’t Nod Prezzo: ND Localizzazione: Presente Multiplayer: Assente PEGI: 3 Disponibile su: PC (Steam), PS5, PS4, Xbox Series X|S e Nintendo Switch Data d’uscita: 2023
La vita è magia. L’acqua è la sua linfa vitale. Il vento, caldo e rassicurante, è l’estasi che definisce ogni sua sfumatura. C’è la pace, che è totale in un mondo stanco, decaduto e senza più luce com’è quello di Jusant. C’è un mondo post-apocalittico che ha perso sé stesso, ora ricoperto di sabbia, parole non dette, strutture distrutte e tanta desolazione. Tra quegli intricati palazzi celati dalla nebbia è rimasto ben poco. Una volta c’erano strade, ma ora solamente tanta e amara consapevolezza. Non c’è neppure un pianto sommesso. Neanche un sospiro. Solo il silenzio, rotto da quel vento incessante, che spinge via la certezza. Alza la sabbia, ma poco altro. Altro silenzio. All’improvviso si sentono dei passi trascinati.
Un ragazzo cammina adagio, certo che il mondo non cambierà da domani, poiché è sicuro che non lo farà mai. Resta ben poca speranza per chi spera di rivedere il verde dell’erba, la vita in ogni respiro o qualunque altra cosa ci sia di rigoglioso. Il ragazzo tossisce mentre sposta la maschera, camminando piano, sempre più piano, con il cuore gonfio e i pensieri altrove.
Dal passato non si può tornare indietro
LA STORIA DI UN MONDO PERDUTO
Non so spiegare bene come potrebbe essere morto il mondo all’interno di Jusant, e non ho idea di chi potrebbe sentirsi felice di questo, sempre se qualcuno è rimasto, oltre al silenzioso protagonista, sia andato avanti con la consapevolezza che è rimasto ben poco tempo per accettare le proprie debolezze. So per certo, tuttavia, che quanto ho provato è stato utile per capire che niente appare per cosa sembra e che la vita, imprevedibile e brutale, non fa sconti a nessuno neanche nel mondo post-apocalittico di Jusant. L’ho compreso una volta superata la prima roccia, capendo che quel ragazzino di cui ho vestito i panni sono esattamente io quando penso tutto sia impossibile.
Al netto di questa breve ma inutile rivelazione, la demo di Jusant, durata soltanto mezz’ora, ha delineato un contesto preciso da apprendere appieno nella sua interezza una volta che l’opera verrà completata ufficialmente. Jusant racconta la storia di un mondo perduto a cavallo fra la rovina e il terrore, con le macerie di un passato ancora intatte che però vengono consumate lentamente dalle sabbie del tempo. Il ragazzo, in tal senso, è una sorta di messaggero silente che ne accoglie le sfaccettature. Il suo cuore è pesante come un masso di pietra irremovibile nonché impossibile da smuovere, e la sua mente è libera e fresca, capace allo stesso tempo di concepire la bellezza anche là dove non esiste più. Nonostante la trama sia appena accennata, nella demo disponibile su PC (Steam) di Jusant ho avuto modo di carpire un breve ma particolareggiato cenno a una storia che promette di essere intensa e commovente. E non potrebbe essere altrimenti, considerando chi c’è dietro: Don’t Nod, ormai da anni, presenta un perfetto connubio di struttura ludica e narrativa.
UN VIAGGIO CHE VA OLTRE LE ATTESE
ARRAMPICARSI NEL MONDO DI JUSANT
A differenza delle altre produzioni del team francese, Jusant si propone come un cinematic adventure tridimensionale in cui è necessario arrampicarsi in ogni modo per raggiungere la sommità di un qualunque luogo dedicato per proseguire il proprio cammino, anche se ho giocato troppo poco per capire effettivamente se l’intera opera si evolve in questo modo. Nonostante la demo sia durata poco, sono comunque riuscito a farmi un’idea complessiva sul resto e a restarne comunque estasiato, sebbene mi manchi fra le mani l’intera esperienza nella sua essenza. Affascinante e potente è pure il suo significato, in cui al suo interno ho trovato delle ottime idee, analizzabili solo a videogioco completo. Il ragazzo, oltre a essere un camminatore provetto, se la cava bene anche con le arrampicate, il cuore pulsante della struttura ludica di Jusant. Lo vedremo litigare con una corda per proseguire, cercando l’appiglio giusto per reggersi e procedere alla prossima sezione, dove sono presenti un numero generoso di enigmi da risolvere. Non ne ho sviscerati molti, nonostante ne fossero presenti due che mi hanno impegnato parecchio.
E che mi hanno fatto sorridere perché non ho mai visto Don’t Nod interfacciarsi con un’opera tanto diversa dalla sua filosofia quanto, al contempo, narrativamente azzeccata nonché convincente sotto l’aspetto ludico. Ho notato, inoltre, che ha concentrato ogni sua energia sull’atmosfera e l’impatto scenico di Jusant, come accade con tante produzioni conosciute e rinomate. Se c’è una cosa che mi ha colpito più delle altre, riguarda la varietà di situazioni che si possono trovare lungo l’intero percorso all’interno della produzione.
UN MONDO TUTTO DA CONOSCERE, UNA PAZIENTE SCALATA ALLA VOLTA