Non è Mare Fuori, non è Prison Break e non è neppure Orange is the New Black. Con The Kindemen Remedy, simulativo sviluppato e pubblicato da Trogoblytes Games, si entra in una prigione che farebbe impallidire la stessa Alcatraz.
Sviluppatore/Publisher: Troglobytes Games / Troglobytes Games Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: + 18 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e Nintendo Switch Data d’uscita: ND
Ricordo ancora quando ho conosciuto Troglobytes Games qualche anno fa in maniera casuale e inaspettata sulla piattaforma preferita di Valve, imbattendomi su un videogioco che non avevo mai udito prima. Si trattava di Hyperparasite, un’opera che sapeva buttarti nel bel mezzo di un’azione caotica, coinvolgente e violenta senza tante cerimonie, non facendoti affatto sedere sugli allori.
Lo studio italiano trapiantato in Spagna si è poi ripresentato quando ha pubblicato Ravenous Devils, produzione creata dagli abilissimi talenti di Bad Vices Games, un team composto da due persone che ha saputo ricalcare l’horror e il macabro in maniera personale e originale, ispirandosi a Sweeney Todd – Il Diabolico Barbiere di Fleet Street, nonché all’ambientazione magnifica della Londra vittoriana, sempre affascinante e mai stucchevole. The Kindeman Remedy, disponibile su Steam sotto forma di demo in occasione dello Steam Next Fest, è un videogioco che potrebbe in effetti ricordare la storia della bella ma letale Hildred e del diabolico ma affascinante Percival, entrambi moglie e marito. La nuova opera di Troglobytes Games, tuttavia, abbraccia un altro tipo di approccio e segue la storia di due protagonisti ben diversi ma allo stesso modo guidati da una perfidia analoga a quella dei due amanti, nonostante seguano uno scopo diverso.
UN DOTTORE E UNA SUORA… NO, NON SI TRATTA DI UNA BARZELLETTA
Già, niente battute ironiche sugli strumenti del dottore o sul crocifisso della suora in questione. The Kindeman Remedy è l’esatto opposto della buona creanza o del perbenismo, e lo si scopre sin dalla sua introduzione con un approfondimento dedicato al dottor Kindeman, un uomo che vanta moltissimi titoli di studio e innumerevoli punti di forza nel suo curriculum, felice del suo lavoro. Eppure, all’improvviso, qualcosa si è rotto: da dottore preoccupato per i pazienti che ha avuto in cura lungo l’intero arco della sua carriera ora si ritrova a usare le carogne dei condannati a morte per cercare una soluzione che gli consenta di arrivare a un rimedio che possa renderlo famoso e stimato dalla comunità scientifica, oltre che ricco sfondato.
A qualcuno potrebbe ricordare il classico scienziato pazzo tanto celebre in molti film. Durante la mia prova ho avuto questa sensazione mentre conoscevo meglio i protagonisti, con l’altro che ha lasciato la Bibbia da parte per sorridere ai disperati che ingeriscono le sue pastiglie, preparate a dovere da quel diavolaccio del dottor Kindeman.
IL TERRORE ESISTE DAVVERO E SI PRESENTA IN MODO BESTIALE, CATTIVO E PERFIDO SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA
IL DIAVOLO ESISTE DAVVERO
Come accennavo prima, The Kindeman Remedy è ambientato in una remota prigione negli Stati Uniti degli anni ’50 in un clima di assestamento dopo la Seconda Guerra Mondiale. È il periodo delle esecuzioni sommarie e delle condanne a morte, di leggi che non rispettano il carcerato ma lo umiliano a tal punto da considerarlo un pezzo di carne. I due personaggi, infatti, non sembrano avere molto rispetto per la vita umana e si ritrovano nell’habitat naturale giusto per commettere i loro orrendi misfatti. Anche se quanto ho provato è stato breve, sono comunque riuscito a farmi avvolgere dall’atmosfera proposta, ottimamente realizzata.
The Kindeman Remedy non si accontenta di essere solamente una produzione che cattura un contesto mai trattato prima in un videogioco, bensì di caratterizzare in maniera intelligente cosa avviene prima e dopo una condanna. Ho partecipato, infatti, a ben due esecuzioni sulla sedia elettrica, con il dottore e la sua assistente che si leccavano i baffi per tutto quel dolore inferto e cosa potevano ottenere dai cadaveri delle vittime.
UN VIDEOGIOCO CHE PROMETTE DI ESSERE ORIGINALE E DI COINVOLGERE CON UN CONTESTO UNICO NEL SUO GENERE
THE KINDEMAN REMEDY IN OGNI SFUMATURA
Immaginatevi delle ampie stanze, tre piani con dei macchinari di vario genere, un laboratorio ben attrezzato e otterrete The Kindeman Remedy in tutte le sue forme e naturali violenze. A differenza dei camerini di Percival, il buon dottore dispone di una stanza della tortura in cui può sperimentare le sue malsane fantasie e provare e riprovare la combinazione giusta d’ingredienti per arrivare al suo tanto, agognato successo. Intanto che questi si occuperà di preparare le pastiglie, le invierà a suor Anna, che si occuperà di dispensarle ai prigionieri ammalati che moriranno di una morte lenta e dolorosa. A disfarsi dei cadaveri sarà un uomo pagato dal dottore, l’unico su cui potrà affidarsi per riuscire a ottenerne il più possibile.
Esperimento dopo esperimento, il dottore sarà costretto a prendere delle decisioni incontrovertibili per soddisfare i suoi piani. A volte sarà addirittura chiamato a torturare un paziente fino a scuoiarlo vivo, oppure picchiarlo con un martelletto sulle cosce o sulle ferite per capire in che modo si comporti il sangue di quest’ultimo poco dopo l’assunzione di sua pasticca. L’ho detto prima e lo sottolineo ancora adesso: The Kindemen Remedy ha come protagonista uno scienziato pazzo con la stessa fantasia per la violenza. Da sottolineare, inoltre, che è presente una base di crafting particolarmente intuitiva, nonostante la demo non abbia proprio mostrato tutto. Si è concentrata più che altro sulle meccaniche di gioco, presentate in modo chiaro.
PRONTI A CONOSCERE LA FINE DI TUTTO E L’INIZIO DI UN DOLORE INFINITO E LANCINANTE?