Witchfire – Anteprima Hands-On

Witchfire

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Witchfire – Anteprima Hands-On

Finalmente Witchfire si presenta ai fan dei first person shooters roguelite in carne e ossa: dopo una lunga attesa, ecco il nuovo progetto de The Astronauts.

Sviluppatore / Publisher: The Astronauts / The Astronauts Prezzo: € 35,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Epic Games Store) Data di uscita: Già disponibile

Attualmente disponibile in Accesso Anticipato in esclusiva temporale su Epic Games Store (la versione definitiva uscirà anche su altre piattaforme PC e su console), Witchfire si è guadagnato un certo seguito fin dal launch trailer ai The Game Awards 2017.

Le curiosità lato gameplay, la cupa ambientazione dark fantasy e l’utilizzo della fotogrammetria per quel che riguarda il comparto grafico hanno verosimilmente contribuito a destare l’interesse di molti, ma secondo me c’entra anche il pedigree. The Astronauts, infatti, sarà pure una piccola software house indipendente con sede a Varsavia, ma, come ha già dimostrato The Vanishing of Ethan Carter, mostra chiaramente di essere composta da gente che sa il fatto suo. Nel team ci sono alcuni ex di People Can Fly che hanno lavorato a Painkiller e Bulletstorm, esperienza che si nota particolarmente bene nella nuova creatura.

Il Preyer e la Strega

Witchfire è un FPS ambientato in un oscuro mondo in cui la Chiesa, alla disperata ricerca di una possibilità di trionfare nella guerra contro le streghe, fa appello alla magia pagana proibita per trasformare i peccatori volontari in cacciatori di streghe immortali chiamati Preyers. Qui entriamo in scena noi: armati di potenti incantesimi e temibili armi da fuoco evocate dai migliori stregoni del Vaticano, la nostra missione è trovare la famigerata strega del Black Sea, distruggere l’esercito fantasma che la protegge e recuperare un misterioso artefatto che dovrebbe essere in grado di cambiare le sorti della guerra.

la nostra missione è trovare la famigerata strega del Black Sea, distruggere l’esercito fantasma che la protegge e recuperare un misterioso artefatto

L’incipit ci viene svelato da una manciata d’iniziali schermate statiche, giusto il tempo di mettersi comodi prima di ritrovarsi nell’Hermitorium, l’hub in cui ogni run ha inizio e fine giacché, trattandosi di un roguelite puro, in Witchfire la morte è nostra inseparabile compagna di ventura. Quest’area neutrale è utile per capire le basi del combat system basato sulla gestione della stamina, delle abilità magiche e dei vitali movimenti difensivi come il doppio salto, ma si rivela fondamentale soprattutto per potenziare il nostro personaggio e il suo equipaggiamento, oltre a darci modo di creare le preziose pozioni curatrici e ricercare magie, armi e bonus/perk casuali cui otteniamo l’accesso ripulendo le varie aree ma che spariscono a fine run.

Ovunque si respira un’aria epica e tetra (nella foto uno scorcio dell’Hermitorium).

Attraverso un portale che dà sui diversi domini della Strega, infatti, dall’Hermitorium si può scegliere in quale zona recarsi per lanciarsi all’avventura. Inizialmente Witchfire non sembra mettere sul piatto della bilancia grandi innovazioni, sostanzialmente si tratta di uccidere i nemici per collezionare il witchfire che lasciano alla loro morte (la risorsa con cui potenziare le statistiche), aprire i forzieri disseminati per una mappa piena di indicatori più o meno minacciosi e, se mettere a ferro e fuoco l’intera area dovesse essere momentaneamente al di là delle nostre capacità, prodigarsi per raggiungere uno dei portali d’uscita allo scopo di tornarcene all’hub iniziale, pronti a investire quanto ottenuto nella run per diventare più forti. Un inciso: se si viene sopraffatti è possibile provare a recuperare il bottino caduto tornando presso il proprio cadavere.

Continua così, Witchfire!

Non abbiate fretta di etichettarlo come “l’ennesimo roguelite”: nonostante un’IA non particolarmente scaltra, una tendenza alla ripetitività figlia della necessità, almeno all’inizio, di rivisitare le medesime zone e qualche fisiologica ruvidezza, Witchfire promette assai bene. Il sistema di progressione, la personalizzazione del loadout legata alle armi – corto/medio/lungo raggio e demoniache, tutte evolvibili fino a tre volte a suon di obiettivi specifici – e agli incantesimi, il combat system dinamico e il gunplay di buona fattura sembrano incastrarsi bene con le variabili e le sorprese di ogni partita.

In ogni mappa i nemici sono abbondanti nonché viepiù pericolosi, gironzolare per la mappa a caso è un ottimo modo per ritrovarsi rapidamente nell’Hermitorium

A seconda delle nostre scelte in fase di personalizzazione, inoltre, le cose possono mutare: potenziando un’arma, ad esempio, la strega può rispondere piazzando un nuovo, orripilante ostacolo sul nostro prossimo cammino, proprio come fosse un sadico Game Master pagato per renderci la vita sempre più difficile. Non che le cose siano facili senza il suo intervento tra eventi catastrofici e legioni di orrori da affrontare. In ogni mappa i nemici sono abbondanti nonché viepiù pericolosi, gironzolare per la mappa a caso è un ottimo modo per ritrovarsi rapidamente nell’Hermitorium.

Sfruttare l’ambiente è forse un po’ troppo facile tra il doppio salto e l’IA poco intraprendente, ma pulire un’area è comunque una soddisfazione.

Witchfire è innanzitutto uno sparatutto, l’indole è evidente. Tuttavia, se si vuole percorrere con successo l’impervia strada che conduce alla vera potenza e alla gloria, affidarsi alla sola forza bruta non è consigliabile. I combattimenti sono dinamici, adrenalinici e brutali, il mix di armi da fuoco e magie è attraente, ma se il loop pare funzionare già bene è anche perché, al di là del portale, non è solo questione di sparare a chiunque: ci sono volte in cui conviene esplorare il territorio evitando i nemici più pericolosi, lanciarsi in scontri calcolati ed esibirsi in rocambolesche fughe: vivere oggi per combattere domani è imperativo in Witchfire.

nel tetro mondo di Witchfire “vivere oggi per combattere domani” è imperativo

The Astronauts aveva lasciato intendere che il suo secondo progetto fosse ambizioso, in passato. Sebbene manchi del tempo alla fine dell’accesso anticipato e la build odierna non sia quella definitiva, le prime sensazioni sono positive. Al di là di un comparto tecnico convincente e ben ottimizzato su cui torneremo più approfonditamente in futuro, il potenziale per rivelarsi un FPS roguelite capace di appassionare anche i non fanatici del genere c’è tutto grazie a un contesto dark fantasy affascinante e, per quel che si può toccare ora, a un gameplay ben strutturato, solido come le fasi di shooting. Non ci resta che tenere monitorata l’evoluzione dei lavori, incrociare le dita e pazientare, in attesa di scoprire se il promettente Witchfire s’è fatto attendere così a lungo soltanto per spezzarci il cuore proprio sul più bello.

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