Raccogliere l’eredità di quello che è considerato da molti il più grande JRPG di tutti i tempi. Un’impresa, quella di Eiyuden Cronichles: Hundred Heroes, che richiede il coraggio di cento eroi.
Sviluppatore / Publisher: Rabbit & Bear Studios / 505 Games Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam, GOG ed Epic) PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch
Suikoden 2 è perfetto. Con il suo classicismo in chiave bitmap entra in un’arena popolata da rivoluzionari mondi poligonali e da personaggi con capelli a punta armati di enormi spadoni solo per uscirne da eroe, forte di una narrazione appassionante che mette in gioco sin dalle prime battute una potente storia di amicizia e redenzione, all’ombra di uno dei cattivi più opprimenti e carismatici della storia dei videogiochi.
E non cede di un millimetro fino ai titoli di coda, lasciandoti in gola il magone a seconda del finale raggiunto, gestendo alla grande – letteralmente – centinaia di personaggi. Per ripetere una simile magia ci vuole il genio di Yoshitaka Murayama, creatore e uomo chiave della serie sotto l’egida di Konami, purtroppo venuto a mancare lo scorso febbraio; non è questa però la sede adatta per giudicare il suo seguito spirituale, bensì per iniziare a mettere assieme le idee scaturite durante le prime ore di gioco.
EIYUDEN CHRONICLES: HUNDRED HEROES OMAGGIA LA TRADIZIONE
Dopo aver trascorso qualche ora in compagnia del codice beta, l’impressione che Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes voglia far sentire a casa i fan di Suikoden con un sistema di gioco familiare è assolutamente lapalissiana. Sin dalla personalizzazione dei protagonisti, con armi fisse ma migliorabili presso il fabbro, o con un sistema di magie dove collocare apposite rune all’interno di alloggiamenti che verranno resi disponibili salendo di livello. Del resto, con un centinaio di eroi che aspettano solo di essere reclutati, la semplicità di un sistema di gioco snello ma efficace doveva restare un elemento imperativo, e Rabbit & Bear Studios pare aver centrato egregiamente l’obiettivo.
Stesso discorso per il sistema di combattimento a turni, a conti fatti identico all’illustre ispiratore: si danno le istruzioni alla squadra valutando le azioni in base alla timeline in alto e poi via, cattivi e protagonisti si scambiano colpi rapidamente, con una telecamera dinamica che dona enfasi e profondità al campo di battaglia. Tornano gli immancabili attacchi di gruppo, e come sempre assemblare una squadra affiatata che permetta di attivarli si conferma parte del divertimento; stavolta però la cadenza degli scontri si affida a due risorse – il classico mana destinato alle magie e dei punti azione che si rigenerano a ogni turno – che obbligano a una scelta delle opzioni più oculata.
Gli anacronistici scontri casuali saranno sicuramente un argomento divisivo
Non è male, così come la caratterizzazione dei primi compagni integrati nei ranghi della Guardia, ovvero il corpo di milizia tuttofare a cui il volenteroso protagonista Nowa si unisce per fare la differenza; tra questi spicca un’energica parodia del genere majokko, una guaritrice dall’apparenza angelica che nasconde una doppia personalità non dissimile dalla Lunch di Dragon Ball e la versione fantasy di un teppista bōsōzoku, con tanto di posa yanki zuwari sfoggiata durante la vittoria. La loro rilevanza all’interno della storia e di un cast tanto grande sarà però tutta da verificare.
QUALCHE LEGITTIMO DUBBIO
Le battute iniziali di Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes sono piuttosto lente, con numerosi intermezzi che iniziano a tratteggiare il cattivo di turno e le sue intenzioni. Non ho intenzione di esprimere giudizi a riguardo, rimandando il parere al momento in cui avrò assaporato la vicenda nella sua integrità, ma qualche appunto ho il dovere di muoverlo. Messo da parte qualche bug della prima ora – una delle direzioni del pad ha mostrato una puntuale predilezione nel bloccarsi senza motivo – che mi aspetto di vedere risolto all’uscita, tutto quello che gira attorno al combattimento merita qualche giro di vite per rivelarsi veramente godibile.
Gli anacronistici scontri casuali saranno sicuramente un argomento divisivo, ma allo stato attuale mi preme puntare il dito contro la loro frequenza. Spuntano fuori troppo lentamente, costringendo a girovagare all’interno di ambienti vuoti per interi minuti senza fare nulla; mi rendo conto che possa trattarsi di una scelta implementata per consentirci di proseguire senza troppe seccature in sede di anteprima, ma questo ha reso l’esperienza inaspettatamente noiosa e indegna dell’eredità di un colosso come Suikoden.
La voglia di proseguire il viaggio di Nowa non è venuta meno