Gravelord – Anteprima

Gravelord

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Gravelord – Anteprima

Curioso questo Gravelord appena uscito in Accesso Anticipato, un boomer shooter che prova a svecchiare il gameplay FPS vecchia scuola aggiungendogli un tocco di deckbuilder. Se non ne avete mai sentito parlare, rimediamo subito.

Sviluppatore / Publisher: Fatbot Games / Fatbot Games Prezzo: 19.50€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam) Data di Lancio: ND

Siccome qui su TGM siamo professiooooonali, lasciatemi presentare prima lo studio di sviluppo Fatbot Games, un piccolo team indipendente di Bratislava composto da cinque baldi giovani. Il loro titolo d’esordio, Vaporum, un dungeon crawler RPG steampunk, è datato 2017 e quel Molto Positivo racconta che all’85% delle persone che l’hanno recensito non è affatto dispiaciuto.

Veniamo a Gravelord. Nel momento in cui vergo queste righe e dal 22 gennaio per la precisione, il gioco è disponibile su Steam in Accesso Anticipato. A quanto pare rimarrà per un annetto con il cartello work in progress appeso al collo, un periodo che servirà agli sviluppatori per rifinirlo più o meno in profondità, perfezionandone i meccanismi e implementando nuove feature, armi, nemici, mappe e ritocchini assortiti.

GRAVELORD SENZA LIMITI?

Nonostante i prossimi dodici mesi si preannuncino scoppiettanti per Queedo, a ingolosire particolarmente è soprattutto l’editor di mappe che verrà rilasciato insieme alla build 1.0. Lo strumento permetterà ai giocatori di creare delle mappe con lo stesso tool che usano gli sviluppatori, una feature extra che nasconde in sé la promessa di una longevità illimitata o quasi. Staremo a vedere se la comunità ne farà indigestione oppure no, prima in verità bisogna capire se Gravelord avrà tutte le carte in regola per stuzzicarne l’appetito, quando toccherà a lui lasciare definitivamente la cucina slovena.

Gravelord

La fidata pala è un’arma utilizzabile in modi diversi.

Un momento: come sarebbe a dire chi è Queedo? Descritto “forte come un bue e stupido come l’inferno”, il becchino protagonista del gioco si lancia impavido contro orde di abomini pur di vendicare il padre.

Queedo affronta la discesa negli inferi con lo stesso spirito goliardico di Duke Nukem

Affrontando la discesa negli inferi con lo stesso spirito goliardico di Duke Nukem (come fanno sapere i dev, la fonte d’ispirazione è l’ineguagliabile Duca di Apogee Software/3D Software), Queedo si deve fare largo a suo di proiettili e colpi di pala attraverso una serie di livelli viepiù complessi, difficili e letali. Le movenze sono rapide come in ogni boomer shooter che si rispetti, i numerosi nemici vomitano proiettili da ogni direzione e non mancano nemmeno le classiche card/key colorate che aprono porte/passaggi dello stesso colore. Niente di nuovo, dunque?

L’ASSO NELLA MANICA

Non esattamente. Sebbene il gameplay tragga grande ispirazione da Quake e dagli indimenticabili FPS di una volta, Fatbot Games cerca di fornircene una rivisitazione in chiave moderna; per farlo si affida a una feature che, ammesso vada tutto per il verso giusto, potrebbe non solo fare la gioia dei deckbuilder ma anche rivelarsi un’idea vincente: le carte.

Che faccio? Tengo la carta equipaggiata o la cambio?

A dare un tocco di imprevedibilità e originalità a ogni run ci si mettono infatti i tarocchi, tre carte equipaggiabili che conferiscono bonus e abilità passive di varia natura, come la capacità di curarci del 25% per ogni colpo di pala (combat system melee-centrico e cure), dei colpi incendiari che infliggono danni nel tempo ai nemici o un totem con cooldown che fulmina i nemici nelle vicinanze, tre esempi fra svariate possibilità. Progredendo attraverso i livelli si recuperano altre carte, dato il numero ridotto che se ne possono portare nel cappello si deve scegliere quali tenere di volta in volta. Sulla carta la trovata è buona, sono curioso di scoprire quanto influirà sul gameplay perché, potenzialmente, si potrebbe dare vita a mini build e stili di gioco assai diversi tra loro.

A dare un tocco di imprevedibilità e originalità ci si mette la meccanica dei tarocchi

A corroborare l’ipotesi ci si mettono delle armi – canoniche ma non troppo – rese maggiormente interessanti dalla possibilità di potenziarle accedendo a modalità di fuoco alternative. Per riuscirci bisogna esplorare ogni anfratto delle mappe, in verità non sempre impeccabili per quanto riguarda il level design specie dei livelli subacquei, i meno riusciti per quanto visto finora. Probabilmente si può alzare l’asticella in questo senso, facendo percepire meno nettamente la suddivisione di alcune mappe in piccole arene in cui ci si ritrova circondati da una moltitudine di nemici il cui bilanciamento, probabilmente, dev’essere tarato meglio.

TRA VECCHIO E NUOVO

Se da un lato c’è la novità delle carte, dall’altro Gravelord si affida alle regole classiche che caratterizzano qualsiasi boomer shooter. Il gameplay si basa sulla rapidità di movimento e sulla velocità d’azione, l’obiettivo di ogni run è setacciare la mappa alla ricerca di item con cui sbloccare nuovi passaggi, mentre orde di mostri da ricacciare all’inferno sbucano fuori da ogni angolo o bugigattolo.

Lato gunplay ci siamo, il feeling di ogni arma e il feedback dei colpi restituiscono sensazioni gradevoli. Tecnicamente non c’è granché da lamentarsi nonostante i palesi limiti di budget, le texture e le animazioni ad esempio fanno quello che possono ma non bisogna chiedergli troppo (guardiamo il lato positivo: basta un tostapane per farlo girare bene). Con scenari piacevolmente lugubri e dei toni cupi che fanno risaltare le fonti di luce, l’art style dimostra tutto il suo carattere nei fumetti che, sotto forma di collezionabili, ci raccontano la storia una vignetta alla volta.

Al di là delle carte, Gravelord si affida alle regole classiche che caratterizzano qualsiasi boomer shooter

La curiosità di scoprire quale forma avrà il gioco il giorno della sua pubblicazione ufficiale inizia ad aumentare dopo questo primo assaggio in Accesso Anticipato. Gravelord non è partito fortissimo, l’accoglienza su Steam è “solamente” Positiva ma dopo appena 41 review, un’inezia praticamente. Il tempo per invogliare la comunità a dargli una chance c’è così come quello necessario a completare l’esperienza: dodici mesi non sono pochi e Fatbot Games dovrà spenderli tra rifiniture, contenuti aggiuntivi, bilanciamenti vari e miglioramenti che possano permettere a Queedo di distinguersi dagli agguerriti competitor sfruttando il suo asso nella manica, anzi nel cappello.

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