Il padre di Magic: The Gathering si lancia in un nuovo progetto insieme allo studio australiano The Tea Division, un auto-battler con le carte chiamato Vanguard Exiles: come potevo resistere alla tentazione di provarlo in accesso anticipato?
Sviluppatore / Publisher: The Tea Division / The Tea Division Prezzo: 14.79€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo online e locale PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data di Lancio: Già disponibile in Accesso Anticipato
Lungi da me avere la folle presunzione di emettere un giudizio, sia chiaro. I prossimi dodici mesi saranno cruciali per definire il destino del gioco tra continue limature, iniezioni di contenuti e aggiustamenti assortiti. Al massimo posso raccontarvi le prime impressioni, ma solo dopo avervi fornito un’infarinatura sulle meccaniche principali del promettente Vanguard Exiles.
Dimenticatevi il mondo fantasy di Magic: The Gathering – a proposito: avete letto l’editoriale del nostro Daniele Dolce sui suoi crossover? – perché Vanguard Exiles è ambientato in un contesto post Prima Guerra Mondiale dallo stile dieselpunk, un’epoca in cui magia e tecnologia talvolta fanno l’amore, talvolta si scannano. Ho la vostra attenzione ora? Perfetto.
IL MONDO DIESELPUNK DI VANGUARD EXILES
Diamo un po’ di colore a questa ambientazione. Il mondo è in rovina in seguito al Giorno delle Ceneri, un cataclisma che ha relegato gli esiliati di ciascuna fazione in un regno dilaniato dai conflitti. Il giocatore, nei panni di un Generale, deve riunire questi emarginati in Squadre, aiutarli a superare le differenze esistenti tra le varie Fazioni e guidare le proprie truppe alla conquista di un mondo devastato.
Il mondo è in rovina in seguito al Giorno delle Ceneri, gli esiliati di ciascuna fazione sono relegati in un regno dilaniato dai conflitti
Ogni fazione ha il suo set di carte ovvero le unità e le magie che, esclusivamente all’inizio di ogni round, è possibile giocare. Entrambi i giocatori, dopo aver scelto una delle quattro Squadre in loro possesso (le squadre sono composte da un mix di unità prese da due Fazioni, ndr), cominciano la partita con tre carte appena mentre la mappa su cui schierarle è composta da una manciata di zone, ma all’avvio di ogni nuovo round si può scegliere una carta fra tre opzioni con cui aumentare la propria “mano”.
Tutto ruota attorno alle zone e alla loro conquista: il primo a raggiungere quota 80 PV, vince
COSA STAI TRAMANDO, RICHARD?
Il gameplay è semplice e intuitivo, niente di troppo complicato. Ogni pedina ha dei valori di attacco e salute oltre a delle abilità uniche come Veleno, la capacità di colpire dalla distanza o falciare più nemici e tutta una serie di tratti da sfruttare al meglio, possibilmente in sinergia con le altre nostre unità, con le magie – pardon: Azioni zona – e con le diverse caratteristiche dei numerosi campi di battaglia che compongono la mappa (tipo “ogni unità in questa Zona subisce 1 danno a fin turno”). Niente mana, ottenere monete dalle Zone è l’unico modo per potersi permettere una scelta più costosa al draft al termine di ogni round, ma se si è a corto di pecunia si può sempre optare per una pedina gratuita, meno potente ma che aiuta comunque a fare numero.
L’augurio è che vengano aggiunte ulteriori meccaniche perché il gameplay al momento è sicuramente immediato, tuttavia i più scafati potrebbero avere nostalgia di una struttura più articolata e profonda. Lo stesso si può dire del sistema di potenziamento delle unità, una dinamica portante di ogni auto-battler qui integrata forse in maniera fin troppo collaterale. Staremo a vedere cosa ne verrà fuori, ci sono scelte di game design che deviano dai tradizionali gameplay perciò, sebbene un’idea sia possibile farsela, mai come in questo caso c’è bisogno di testare una versione completa del gioco prima di capire le reali intenzioni di Richard Garfield. Vanguard Exiles dà l’impressione di essere molto più attento del solito alla strategia adottata in fase di schieramento e posizionamento delle pedine, le quali scelgono in autonomia anche quali Zone conquistare, infatti tende a ricompensare l’approccio tattico ingegnoso: è sufficiente un’unità nel posto giusto al momento giusto per fare la differenza, l’ho imparato a mie spese. D’altronde siamo o no dei Generali?
è sufficiente una pedina nel posto giusto per fare la differenza, l’ho imparato a mie spese