Dai drammi adolescenziali di Life is Strange ai vampiri della Londra dei primi anni del XX secolo il salto è abbastanza lungo, ma i francesi di DONTNOD non sono di quelli che si fanno spaventare da una sfida impegnativa. Allo stand Focus abbiamo visto in azione (senza poterlo giocare di persona) Vampyr, il nuovo gioco di ruolo d’azione della casa transalpina, in arrivo il prossimo anno su PC e console.
LONDRA ROSSO SANGUE
Ambientato in una capitale inglese di inizio Novecento attraversata da un’epidemia che ne sta decimando la popolazione (ispirata all’influenza spagnola del 1908), il gioco ci mette nei panni di Jonathan Reid, un medico militare che, un bel giorno, tra il lusco e il brusco, si ritrova di colpo vampiro, non sberluccicante quanto assetato di sangue.
Reid è tormentato, lacerato tra l’insaziabile desiderio di bere sangue umano, e quello di tenere fede al giuramento di Ippocrate, che gli impone di salvare ogni vita. Eliminare altri esseri umani e suggerne il sangue gli permette di rimettersi in forze, ma anche di salire di livello e potenziare tutte le sue statistiche, molto più che nelle sequenze di combattimento. Questo è un aspetto che gli sviluppatori, nel corso della presentazione, hanno sottolineato in più di un’occasione: più gente ammazzi, più esperienza guadagni. Detta così, uno potrebbe pensare che basterebbe azzannare tutti quanti senza tanti problemi, e diventare in un attimo il re dei super-vampiri. La realtà è un po’ più complicata, ed è quella su cui punta maggiormente DONTNOD per coinvolgere il giocatore: innanzitutto spetta a lui, e solo a lui, decidere chi deve vivere e chi invece deve morire. In quanto medico, Reid può accostarsi alle persone malate e colpite dall’epidemia e curarle con farmaci realizzati con ingredienti raccolti nel corso del gioco; in quanto vampiro, invece, può uccidere chi vuole con il più tradizionale dei metodi, il buon vecchio morso sul collo, possibilmente in una zona buia, lontana da occhi indiscreti.
Durante i combattimenti il gioco diventa un action RPG dal taglio abbastanza classico
SCIE DI SANGUE
Ed è qui il secondo aspetto intrigante di Vampyr: ogni azione compiuta nel gioco, ogni scelta, ogni dialogo, ogni persona salvata o uccisa, ha un impatto diretto sul mondo che ci circonda, e sull’evolversi della trama. La città è divisa in quartieri, e ognuno di essi ha un indicatore di “salute”, espressa in percentuale, calcolata sulla base degli abitanti sani, quelli ammalati e quelli deceduti, e che cambia in maniera direttamente proporzionale alle nostre azioni. Quello che però non è emerso nel corso della presentazione, e su cui gli sviluppatori non hanno ancora voluto sbilanciarsi, al di là delle roboanti dichiarazioni, è come le nostre scelte possano davvero influenzare concretamente la storia, il mondo di gioco, gli eventi e il modo in cui vengono presentati, al di là dello stato di salute dei quartieri. Informazioni importanti che, come capite bene anche voi, aiuterebbero non poco a valutare meglio il potenziale di un titolo che, al momento, possiede un indubbio fascino, ma poco altro.
DALLI AL VAMPIRO
A complicare tutto quanto, perché la vita di un succhiasangue sarà anche affascinante ma di certo non è facile, ci si mette una fazione di cacciatori di vampiri, gli unici a sapere della loro esistenza, e determinati a spazzarli per sempre dalla faccia della Terra. A questo si aggiunge anche una specie di esseri mutanti, a metà tra gli umani e i vampiri, la cui origine sembra in qualche modo legata all’epidemia che ha colpito tutta Londra.
La demo di Vampyr vista all’E3 ci ha lasciati sinceramente incuriositi
LONDRA, CITTÀ APERTA
La Londra di inizio Novecento è stata ricostruita in maniera abbastanza meticolosa dagli sviluppatori francesi, con sopralluoghi nella capitale inglese alla ricerca di fonti storiche, senza però rinunciare a elementi fittizi più funzionali alla storia. L’intera mappa di gioco e tutti i distretti che la compongono saranno liberamente esplorabili per intero fin dall’inizio dell’avventura, senza caricamenti di sorta. Le ambientazioni sono curate, così come i modelli dei personaggi e le animazioni, ma tecnicamente non si tratta di un prodotto particolarmente impressionante, né così originale da renderlo immediatamente distinguibile da altri titoli analoghi. Abbiamo assistito solo a un paio di dialoghi, tra Reid e un prete e una vampira ultra-centenaria, ma ci sono sembrati ottimamente scritti e per nulla banali, e del resto non scopriamo oggi che in DONTNOD ci sono sceneggiatori con i fiocchi.
La demo di Vampyr vista all’E3 ci ha lasciati sinceramente incuriositi, in particolare per quel che riguarda l’impatto sul gioco delle scelte compiute dal vampiro da noi impersonato; al momento, l’unica speranza è saperne di più alla prossima gamescom di Colonia. Nel frattempo, eviteremo di andarcene in giro di notte, da soli, per i vicoli di Londra.