Horizon Zero Dawn fase gold

Horizon Zero Dawn

PC PS4

Horizon: Zero Dawn - Provato

L’interesse per Horizon: Zero Dawn è cominciato a montare lo scorso anno, e tuttavia è riuscito a travolgere le mie difese mentali solo negli ultimi giorni, fino a innestare tutta una serie di portentose reazioni chimiche. Anzi, a dirla tutta ha ormai scatenato l’entusiasmo dell’intera squadra di TGM presente a Los Angeles, e con ogni probabilità anche quello del nostro “basista” milanese d’eccezione. Un sistema di combattimento palesemente ottimo, un setting fantascientifico dotato di straordinaria coerenza e slancio visionario, una protagonista che sembra destinata ad affiancare le più riuscite eroine del videoludo: l’insieme di queste qualità era già ben evidente dopo l’ultima conferenza Sony, ma si è trasformato in stupore durante la presentazione a porte chiuse e il conseguente, attesissimo hands on, qualche ora fa nello spazio di Sony all’Electronic Entertainment Expo. Uno stupore di natura anche tecnica, per uno degli open world più convincenti e “vivi” che si siano mai visti su PlayStation 4.

ECOSISTEMA MECCANICO

I videogame, come non ci stancheremo mai di ripetere, in potenza possono diventare un’affascinante summa di tutti gli altri medium narrativi, a cui va aggiunto il fattore della partecipazione diretta. In questo senso, la meraviglia per Horizon: Zero Dawn parte dalla pura descrizione visiva e, tuttavia, si unisce subito alle suggestive qualità del background (in parte ancora misterioso, ed è giusto così): il mondo come noi lo conosciamo non esiste più da tempi immemori, al punto che gli esseri umani ne hanno persino smarrito la memoria e si confrontano, in mezzo a larghe e coloratissime valli, con un nuovo equilibrio fatto di rigogliosa vegetazione, piccoli animali e possenti esseri di silicio e acciaio, con scariche elettromagnetiche al posto del sangue. Sarebbe fin troppo facile liquidare le creature di Horizon con la definizione di “robot”, dal momento che le stesse sembrano essersi disposte nelle sacche evolutive un tempo occupate dai dinosauri, e poi dai grandi mammiferi, contendendo agli uomini il ruolo di razza dominante del pianeta.

horizon zero dwan e3 2016 immagine ps4

ogni creatura sembra avere un posto preciso in un nuovo ordine naturale

Guardarle in azione affascina a una prima occhiata e addirittura ipnotizza durante lo svolgersi del gameplay, magari dopo averne evidenziato la composizione (ai fini del crafting), la pericolosità e persino i path di movimento (fattore importantissimo, per porre trappole sul loro cammino) con una sorta di visore per la realtà aumentata a disposizione della protagonista. Alcune trasportano risorse alla stregua di laboriose formiche, altre sorvegliano attentamente il lavoro dei propri simili, e in generale ogni creatura sembra avere un posto preciso in un nuovo ordine naturale, rappresentando una piccola e credibile frazione di un mondo da esplorare e scoprire, passo dopo passo. Nella prima parte della presentazione abbiamo seguito le azioni di uno sviluppatore all’interno di un largo territorio – versione estesa della demo vista alla press conference – con un primo approccio ai personaggi non giocanti e a una delle comunità che incontreremo nello scenario, appena fuori il “confine” con le terre dominate dai biomeccanoidi.

Anche i dialoghi non abbandonano mai la strada di una ben scritta verosimiglianza, e nel caso specifico sono serviti per introdurre il crafting e la qualità degli oggetti disponibili dai venditori, ben concepiti tra esigenze di spettacolo e caratteristiche giocabili. Abbiamo, ad esempio, una risorsa prevalente chiamata “metal shard”, la cui utilità si biforca da un lato nella costruzione di nuove armi, corazze o modifiche, e dall’altro nell’acquisto di pezzi già pronti ma notevolmente costosi, costringendoci a precise scelte nella gestione del personaggio. Allo stesso tempo, già in questa sezione sono emersi i tratti distintivi di Aloy rispetto a tanti suoi simili, tornati a superstizioni e visioni “mistiche” che, al contrario, l’eroina sembra affrontare con uno sguardo lucido e comunque tipicamente umano, non per temere i “demoni” ma per controllarli e sfruttarne le caratteristiche. In particolare, il mondo di Horizon sembra prendere ispirazione dalle antiche leggende del sol levante, le stesse messe in evidenza da Hideo Miyazaki in capolavori d’animazione come la principessa Mononoke, trasfigurate però in una nuova e imprevedibile evoluzione delle specie “viventi” sulla Terra.

ORIZZONTI A PROVA DI PAD

L’ispirazione coerente e comunque originale del setting ha continuato a farsi strada nell’hands on, con una sezione di territorio appositamente predisposta per prendere confidenza con le armi, con il sistema on the fly per creare le munizioni e con i tanti approcci alle creature. Queste possono essere combattute e uccise, naturalmente, per ricavarne risorse o liberare una porzione di territorio dal loro ingombrante dominio, ma in molti casi è possibile “addomesticarle” con una sorta di bastone che, come tanti altri elementi di gioco, si pone in perfetto equilibrio fra fantasy e sci-fi. L’atto è quello dell’hacking, ma il risultato è di ritrovarsi al galoppo su un veloce e resistente destriero, con cui muoversi più velocemente e bersagliare le creature sfruttando arco, lancia-arpioni, trappole elettrificate e diversi tipi di frecce o ordigni, più o meno utili a seconda del nemico.

il titolo di Guerrilla Games sembra già vicinissimo allo status di “creatura magica” del 2017

È possibile servirsi dell’erba alta per avvicinarsi di soppiatto agli obiettivi, così da hackerarli in relativa tranquillità oppure, nel caso di alcune colossali bestie meccaniche (corrispondenti a triceratopi o rinoceronti, per ritornare al discorso delle sacche evolutive), per annullare gli schermi energetici che ne rendono più difficile l’uccisione. Tra le altre cose, dopo aver sconfitto diverse creature, una domanda un po’ impertinente sulla difficoltà del gioco ha portato il director di Guerrilla Games a sfidarmi con un contenuto nascosto, facendo apparire con la pressione continua del touchpad il gigantesco boss visto nelle altre presentazioni, come piccolo ma gradito segreto a disposizione dei più coraggiosi. Il risultato è stato alquanto eloquente: al di là delle opzioni di gioco, che permettono di modulare l’impegno richiesto, qualsiasi errore nello schivare l’assalto del bestione porta quasi immediatamente alla morte, per cui ciò che si è visto nei video, con le rapide schivate in salto e, soprattutto, l’individuazione dei punti deboli del nemico, non corrisponde alla libera e serena interpretazione di tanti action adventure con componente sandbox, bensì a precise necessità che, se non soddisfatte, ci daranno più che un grattacapo nel procedere lungo l’esperienza.

Alla luce di tutte queste caratteristiche, l’impressione è stata quella di un gioco che non trascura nessuna delle sue componenti e, anzi, le inserisce in un quadro coerente, suggestivo e debitamente ostico da affrontare. Ed è davvero difficile aspettare la primavera del prossimo anno (il primo marzo in Europa, per la precisione) senza farsi prendere dall’entusiasmo, pur dovendoci provare fino in fondo: in qualche modo, il numero di armi ed opportunità provate con mano non è ancora sufficiente a far sciogliere del tutto le riserve, così come l’eccellente amalgama di storia e gameplay (moderatamente) ARPG non può far gridare al capolavoro senza una prova più lunga e dettagliata. Tuttavia, il titolo di Guerrilla Games sembra già vicinissimo allo status di “creatura magica” del 2017, e sicuramente si è già guadagnato la candidatura a miglior gioco di questo E3. Non che ci sia stata molta competizione, per la verità, ma Horizon: Zero Dawn avrebbe potuto tranquillamente sostenerla.

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