Di ritorno dalle prime ore di gioco passate a soppesare le novità e le caratteristiche già conosciute di Dragon Ball Xenoverse 2, posso confermare che ci troviamo di fronte ad un sequel della specie “larger than life”. La struttura del titolo è fondamentalmente la medesima, così come è lo stesso il leitmotiv che incalza la narrazione, di scazzottata in scazzottata.
La struttura del titolo è la medesima, così come è lo stesso il leitmotiv che incalza la narrazione
Sorvolando quindi sull’impianto narrativo, che tutto sommato non sembra riservare particolari sorprese, pare che in questo atteso seguito gli appassionati del classico di Akira Toriyama potranno incrociare le onde energetiche con i villain conosciuti nei film e negli speciali TV, colpevolmente assenti nel titolo del 2015. Bandai Namco assicura che le novità non sono finite qui: non a caso, preordinando il gioco in formato digitale su PS Store, si possono già notare DLC bonus tratti dalla serie TV Dragon Ball Super, attualmente in onda in Giappone. Ah, e a ‘sto giro c’è pure C16, tanto per gradire!
PIÙ GROSSO E PIÙ FORTE!
Dragon Ball Xenoverse 2 riprende la struttura in perenne bilico fra campagna single player e MMO introducendo un nuovo protagonista che, similmente a quello del predecessore, entra a far parte dei time patroller, ovvero coloro che hanno il compito di vigilare sull’ordine e sull’equilibrio delle linee temporali dell’universo di Dragon Ball Z.
Volendo è possibile importare i dati di salvataggio del primo Xenoverse per godere di diversi bonus iniziali, ma basta davvero poco per ritrovarsi immediatamente a casa, una volta esplorato il nuovo hub principale rappresentato da Conton City, ben sette volte più grande – e soprattutto ricco di cose da fare! – rispetto a Toki Toki City. Oltre alle missioni che costellano la storia principale, il titolo propone diverse attività secondarie, alcune riprese dal predecessore, altre completamente inedite e spesso vincolate dalla razza d’appartenenza dell’eroe creato. Purtroppo questi compiti specifici non erano testabili nella versione da noi provata, ma possiamo affermare senza troppe remore che la carne al fuoco, questa volta, sembra davvero tanta.
Dragon Ball Xenoverse 2 sembra aver mantenuto gran parte di quell’ossatura ludica tanto amata da centinaia di migliaia di giocatori
Parlando del sistema di combattimento bisogna ammettere che le novità non sembrano molte, almeno in apparenza, e a parte una limatura generale delle animazioni e qualche modifica al sistema di attacchi energetici questo sequel sembra aver mantenuto gran parte di quell’ossatura ludica tanto amata da centinaia di migliaia di giocatori, spalmati fra console di vecchia e nuova generazione. Dragon Ball Xenoverse riuscì a ritagliarsi una discreta fama fra i fan della serie animata finendo per vendere un buon numero di copie, e non stupisce che Bandai Namco abbia riproposto tutte quelle caratteristiche che sono riuscite a far breccia nel cuore degli aficionados del marchio Toei Animation, ponderando con cautela eventuali stravolgimenti sotto il profilo prettamente ludico. Sarà per la sua anima metà MMO o per il vasto numero di oggetti, vestiti e accessori con cui è possibile personalizzare il proprio avatar, ma sembra proprio che questa nuova serie targata Dragon Ball sia destinata a fiorire, anche al netto di un comparto tecnico non esattamente all’ultimo grido.
Le differenze col predecessore, sviluppato tenendo in conto anche PS3 e Xbox 360, sono infatti minime a livello estetico – al di là di un gameplay finalmente ancorato ai proverbiali 60 fps – e se dovessimo sforzarci di non essere troppo pignoli diremmo che i tempi di caricamento di questa versione preliminare si sono dimostrati tutto fuorché all’altezza delle piattaforme di gioco di corrente generazione. Dimps e Bandai Namco hanno ancora un po’ di tempo per limare le ultime criticità di un titolo che, salvo imprevisti dell’ultimo minuto, debutterà su PlayStation 4, Xbox One e PC il prossimo 28 ottobre. Squadra che vince non si cambia, dunque? Per ora sembrerebbe proprio così, ma non escludiamo la possibilità di incantarci di fronte ad eventuali stravolgimenti della formula durante il nostro test della versione finale.