Agents of Mayhem è stato presentato lo scorso anno a ridosso dell’E3. I tredici lunghi mesi che ci separano da quell’annuncio hanno portato il titolo sviluppato da Volition a mostrarsi agli occhi del pubblico come quello che – a tutti gli effetti – è un vero e proprio spin-off di Saints Row. A poche settimane dall’arrivo sugli scaffali ho avuto il piacere di passare qualche ora in compagnia del suddetto: tra una missione e l’altra, mentre scorrazzavo per le strade di una futuristica Seoul, ho potuto far miei svariati punti di interesse, in grado di far emergere Agents of Mayhem dalla massa dei titoli open world di cui ormai è pieno il mondo.
UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO!
Sebbene il nome faccia pensare a tutt’altro, come vi dicevo poche righe sopra, ci troviamo davanti a un videogioco che narra le gesta dell’agenzia M.A.Y.H.E.M. un ente indipendente che lavora al di sopra della legge, seppur mosso da scopi positivi, ovvero dare la caccia a un nugolo di super cattivi, che in questo caso specifico si nascondono dietro il nome di L.E.G.I.O.N. L’agenzia, capitanata da Persephone Brimstone (personaggio già visto nel DLC Gat out of Heel di Saints Row IV), si troverà quindi costretta a sventare una minaccia in una Seoul dai tratti futuristici.
I membri della M.A.Y.H.E.M. non sono ovviamente classici agenti segreti, ma personaggi in grado di sfoggiare poteri di una certa importanza, oltre a mostrare un umorismo di fondo che riporta alla memoria le battute e la leggerezza tipica della serie ispiratrice. Vi basti pensare che nel trio di partenza avremo a disposizione Hollywood, un attore specializzato in esplosioni, Hardtack un omone di colore uso al combattimento a corto raggio e dotato di fucile a pompa, e infine Fortune, una ragazza molto agile che vanta una letale torretta volante come supporto. La classica struttura di shooter in terza persona in un ambiente open world è quindi arricchita dalla possibilità di gestire una squadra di tre elementi, con l’ulteriore comodità di passare da un agente all’altro con la semplice pressione di una tasto.
La classica struttura di shooter in terza persona in un ambiente open world è qui arricchita dalla possibilità di gestire una squadra di tre elementi
TRA LE STRADE DI SEOUL
Ma cosa succede quando giunge infine il momento di andare a pattugliare le strade in cerca di cattivi? A livello di animazioni, feeling e movimenti, Agents of Mayhem è un misto tra Saints Row e Crackdown. Alla facilità di azione si aggiunge un triplo salto verso l’alto che aggiunge verticalità all’esperienza ludica, cosa confermata anche da una serie di missioni che ho percorso e che che si sviluppavano soprattutto in altezza. Il gunplay, per nel suo approccio “terra a terra”, è influenzato in maniera non troppo arzigogolata da alcuni parametri, come ad esempio il danno che aumenta in base al miglioramento dell’arma e alcune abilità speciali.
Seoul non regala un design super esaltante, ma sembra comunque piuttosto vasta e, soprattutto, ricca di cose da fare
Parlando di questioni meramente tecniche, per quello che ho potuto vedere e provare, Agents of Mayhem ha girato abbastanza fluidamente (va detto che l’ho provato anche su un PC piuttosto performante), senza particolari intoppi o preoccupazioni. Menzione d’onore per le scene animate di presentazione dei vari personaggi, tutte mostrate in stile cartoon, tanto da ricordarmi la stupenda intro di Battleborn.
Insomma, queste prime ore in compagnia di Agents of Mayhem mi hanno fatto ricredere su un progetto che in prima battuta non mi aveva colpito particolarmente. Molti elementi di interesse, che prima erano solo abbozzati, sono sbocciati definitivamente durante la prova sul campo: ora sta agli sviluppatori coltivarli e trasformarli in veri e propri punti di forza. L’appuntamento è per il prossimo 18 agosto, su PC, PS4 e Xbox One.