BattleTech ha alle spalle una storia di più di trent’anni come gioco da tavolo di combattimenti tra mech ambientato in un futuro lontano in cui l’universo è in costante conflitto tra le fazioni feudali che lo dominano; il cospicuo zoccolo duro di appassionati è molto dedito all’ambientazione e vede sempre di buon occhio una trasposizione videoludica. Durante una presentazione a porte chiuse di Paradox alla Gamescom appena conclusa, i ragazzi di Harebrained Schemes – quelli della serie Shadowrun, per intenderci – ci hanno fatto provare il loro ultimo titolo, e durante la fugace ma intensa mezz’ora a nostra disposizione il co-fondatore Mitch Gitelman ce lo ha raccontato, a partire dalla campagna Kickstarter lanciata nel settembre di un paio d’anni fa, che ha raggiunto l’obiettivo prefissato nel brevissimo lasso di un’ora, per poi sfondare con prepotenza il tetto del milione di dollari nel giro di un giorno… mica bruscolini!
UNA TRADIZIONE DI TUTTO RISPETTO
Per noi videogiocatori, quest’universo è noto soprattutto grazie alla serie di simulatori in prima persona MechWarrior, mentre BATTLETECH richiama maggiormente lo strategico di Microprose del 1998 MechCommander, di cui possiamo dire si proponga come successore spirituale anche grazie alla presenza di diversi sviluppatori che lavorarono sull’originale.
potremo migliorare l’equipaggiamento dei mech e le abilità dei membri della squadra
Per i patiti dello story mode è comunque presente una compagna in singolo che ci vedrà impiegati da un regnante appena deposto in seguito a una guerra civile: in sostanza, saremo una sorta di unità speciale sfruttata per compiere il lavoro sporco necessario per ristabilire lo status quo. Durante l’hands on non abbiamo approfondito questo aspetto, nondimeno contiamo sulle capacità narrative già ampiamente dimostrate da Harebrained Schemes, unite al ricco universo BattleTech, per creare qualcosa che vada oltre il mero pretesto per radere al suolo tutto e tutti.
FUOCO E FIAMME
La parte che abbiamo potuto testare riguarda lo skirmish mode, in cui abbiamo affrontato una squadra nemica comandata dall’IA. Nel momento in cui è iniziato lo scontro vero e proprio è stato evidente come la grande attenzione alla complessità tattico-strategica faccia parte del DNA del team di sviluppo.
alcune armi colpiscono in traiettoria diretta, altre sono di natura balistica
Il verso in cui indirizziamo i nostri robottoni è fondamentale per determinare quale delle undici parti dell’armatura viene bersagliata; l’obiettivo standard è infatti distruggere una sezione specifica per poi colpire i sistemi critici. A un certo punto lo scontro si è fatto più serrato e sono ricorso ad attacchi melee: non vi nascondo quanto mi siano piaciuti, perché vedere un mech alto quanto un edificio sferrare uno destro micidiale ad un altro robot – per poi scaricargli addosso tutte le proprie armi a corto raggio, lanciafiamme compreso – trasmette una sensazione di potenza travolgente, quasi ai livelli degli epici scontri di Pacific Rim.
OCULATA GESTIONE
Un altro elemento da tenere in considerazione riguarda la stabilità dei mech, che possono finire al suolo a seconda del danno subito e della propria configurazione; una volta inabilitati avremo capacità offensive limitate e, soprattutto, gli avversari potranno scegliere direttamente quale nostra componente colpire.Alcune armi – fra cui i laser – sono decisamente potenti, ma vanno centellinate con attenzione, perché la gestione del surriscaldamento è un altro elemento di grande importanza e, se sottovalutato, porta allo spegnimento totale dei sistemi per un certo periodo di tempo (una situazione in cui, ovviamente, è preferibile non trovarsi).
Alcune indicazioni, come le percentuali di successo e gli schematici delle armature, permettono di mantenere tutto sotto controllo e valutare con rapidità le possibili mosse
Come potete intuire da questa rapida carrellata di elementi che costituiscono gli scontri, il livello di profondità e complessità è notevole, e per fortuna sia la telecamera che l’interfaccia aiutano a leggere la situazione con rapidità; indicazioni come le percentuali di successo e gli schematici delle armature permettono di mantenere tutto sotto controllo e valutare con rapidità le possibili mosse, nostre e altrui.
Ammetto di aver approcciato il titolo Paradox con una certa aspettativa, visto che l’ambientazione mi stuzzica parecchio e il genere è tra i miei preferiti, e quanto visto a Colonia sembra giustificare le mie speranze: nel lavoro di Harebrained Schemes si notano grande passione nei confronti dell’universo originale e attenzione per il feedback fornito dai backer di Kickstarter. Inoltre, è altrettanto chiaro come il team di Seattle si senta a proprio agio con i strategici a turni, c’è quindi il potenziale per fare un ottimo lavoro e riportare i mech sui nostri schermi dopo tanti anni. Rimangono da vedere alla prova la campagna narrativa, la varietà delle mappe offerte e la progressione di armi ed abilità; elementi di cui potremo parlarvi solo in sede di recensione.
L’uscita del gioco è prevista su Steam per un non meglio specificato “inizio 2018”. Se però, già ora, dovesse esservi salita la frégola potete sempre diventare backer con accesso alla skirmish beta dal sito ufficiale.