Arrivato alla presentazione di Monster Hunter World, negli uffici milanesi di Digital Bros, ho sentito fortissimo la voce di tutti gli amici che, nel corso degli ultimi anni, si sono persi a ogni nuova iterazione del gioco di Capcom. Nella testa riaffioravano epici racconti di mostroni picchiati in faccia con armi più grosse di loro (inteso proprio “più grosse dei miei amici *e* dei mostri”) in mondi ricchi di flora e fauna esotica e affascinante. E, soprattutto, mi sono ricordato che quegli amici affrontavano il viaggio in maniera assolutamente totalizzante: cominciavano a parlare del gioco dall’annuncio, e fino a due mesi dopo l’uscita erano sostanzialmente irreperibili, completamente trasfigurati, esaltati fino al midollo dalle gesta dei loro zarrissimi avatar cacciatori. Un approccio coatto che, onestamente, non ho mai avuto la forza di affrontare in prima persona, anche un po’ spaventato dall’aura di Trainspotting che inevitabilmente un titolo di questa magnitudo si porta dietro. D’altro canto, essendo fatto anch’io di carne non potevo fare a meno di sentire il fascino dell’escapismo gutturale fatto di caccia e tamarraggine giapponese, e appena ho avuto l’occasione di gustare un’anteprima del prodotto (quasi) finito, non ho resistito al richiamo dell’abisso, stringendomi sulla testa la bandana col Sol Levante.
CACCIA APERTA
Joypad alla mano, Monster Hunter World mi si è subito parato davanti con una cornucopia di contenuti discretamente spaventosa. Il gioco, provato nella sua versione praticamente definitiva (con tutti i contenuti presenti, al netto delle numerose limature tecniche che lo aspettano da qui all’arrivo sugli scaffali), è infatti stato concepito come un punto di arrivo che fungesse anche da nuova ripartenza, con Capcom che si è premurata di soddisfare diverse richieste arrivate dalla community di appassionati nel corso degli anni. Innanzitutto, come il nome lascia intendere, Monster Hunter World ha dalla sua un mondo di gioco aperto e vastissimo, in cui scorrazzare liberamente senza caricamenti vistosi e fastidiose transizioni da un’area all’altra. Certo, sono presenti alcuni piccoli escamotage di tanto in tanto, e il passaggio all’hub una volta finita una missione richiederà comunque di pazientare un attimo, ma è tutto assolutamente ragionevole se consideriamo la mole delle creature su schermo, così come la verticalità e la profondità degli ambienti. Allo stesso tempo, è apprezzabile notare come vengano offerti snodi e biforcazioni anche durante le missioni, per cui ci ritroveremo a cacciare una creatura e, una volta finito, potremo subito metterci a inseguire la successiva senza passare necessariamente dall’hub.
Monster Hunter World mette sul piatto un arsenale enorme, diversissimo e in grado di cambiare radicalmente l’esperienza di gameplay
MEU AMIGO CABELA
Una varietà e uno stile che potranno essere messi in mostra anche e soprattutto grazie alla modalità multiplayer. Monster Hunter World offre infatti la possibilità di lobby di gioco in cui saranno presenti contemporaneamente fino a sedici giocatori, e tutte le missioni saranno affrontabili anche in gruppi da quattro. In questo modo, i mostri affrontati saranno più potenti e, come da tradizione, lasceranno del bottino più ricco una volta abbattuti. Anche se, come sempre succede in questi casi, più del loot rimarranno le memorie di avventure incredibili, coronate da gesti atletici e, perché no, anche da figure barbine mica da ridere.
Nel mondo di Monster Hunter World può davvero succedere di tutto
TROFEI DA ESPOSIZIONE
Come detto, la versione di Monster Hunter World che ho potuto provare per un paio d’ore era definitiva a livello di contenuti, ma non a livello formale. Su PlayStation 4 Standard lo spettacolo visivo non era dei più eclatanti, con alcune texture rivedibili e, in generale, la sensazione che ci fosse fin troppo grigiume su schermo. Su PlayStation 4 Pro, d’altro canto, il gioco pareva molto più vibrante e – complice anche un filmato con fasi di gameplay più avanzate – ancora più ricco di avvenimenti, con mostri che si scontravano tra loro, noncuranti della presenza del cacciatore di turno. In generale, comunque, anche in questo stato prima dei miglioramenti di sorta, Monster Hunter World pare capace di sfruttare sapientemente la verticalità degli ambienti, perno del gameplay, e una direzione artistica tra il fantasy e l’esagerato giapponese, di cui c’è sempre un sacco bisogno. Va segnalato e ricordato che tutto il gioco è stato sapientemente adattato e doppiato nella nostra lingua, e che il tutto uscirà anche in versione PC, a sancire come questo World sia davvero un nuovo Monster Hunter, tutto da scoprire, per tutti: vecchi cacciatori e nuove reclute. Alle armi!