The Finals

PC PS5 Xbox Series X

The Finals – Anteprima

L’affollato panorama degli FPS online free to play sta per essere ancora più popolato grazie all’arrivo, seppure in versione Beta, di una nuova proposta che abbiamo provato in anteprima: The Finals.

Sviluppatore / Publisher: Embark Studios / Embark Studios Prezzo: Free to Play Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Competitivo / Co-op PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam), PS5, Xbox Series X|S Data di uscita: ND

È veramente difficile stabilire adesso, dopo due ore di prova di una build pre Beta divise tra vari Quickmatch e un Torneo, se il progetto di Embark Studios riuscirà a spiccare nel marasma di F2P.

Sicuramente è più facile raccontare attraverso impressioni, aneddoti e parole degli sviluppatori, su quali caratteristiche punta lo studio di Stoccolma per permettere al suo pargolo di distinguersi dalla massa.

THE FINALS, UN GIOCO NEL GIOCO

The Finals è uno show televisivo in cui i contendenti inseguono la fama mondiale a suon di combattimenti decisamente dinamici. Videoludicamente parlando, ciò si traduce in un FPS multiplayer dove dei team da tre si affrontano all’interno di arene distruttibili. Lo scopo è recuperare delle cash box e, di volta in volta, portarle nelle cashout station per mettere al sicuro il malloppo. Chiaramente a fine match vince la squadra che ha portato in salvo più cash box, peccato che ogni recupero e soprattutto ogni estrazione di denaro richieda del tempo, momenti frenetici in cui gli avversari le tentano tutte per metterti i bastoni fra le ruote e rubarti il bottino prima che sia troppo tardi.

Ogni recupero e soprattutto ogni estrazione di denaro richiede del tempo, e sono proprio questi i momenti in cui gli avversari le tentano tutte per rubarti il malloppo

Questo è The Finals in poche parole, un gioco nel gioco raccontato dai suoi autori come un Hero builder, non un Hero shooter”. La definizione sta a significare che qui non ci sono abilità alla Overwatch, Embark ha optato per tre tipi di corporatura (Light, Medium ed Heavy) con tanto di rispettiva abilità speciale (un Dispositivo di occultamento, un Healing Beam per curare à la medico di Team Fortress e una Torretta Automatica) oltre a statistiche diverse tra HP, armatura e velocità di movimento. La personalizzazione si affida tanto al loadout – un’arma e tre gadget – quanto all’aspetto grazie a una sfilza di oggetti cosmetici da sbloccare nell’immancabile battle pass che, presumibilmente, celerà tra le sue pacchiane ricompense il segreto del modello di business adottato.

NON È UN PAESE PER STATICI

Che sia in un Quickmatch in cui quattro team si affrontano in partite da otto minuti ciascuna oppure nel corso di un Torneo dove sedici squadre competono finché non viene decretato un vincitore, l’anteprima ha detto chiaramente che il gameplay altamente dinamico di The Finals ben si sposa all’escalation di ritmo e caos di Cashout, la modalità principale nonché l’unica disponibile per quanto ne sappiamo al momento. Meglio accantonare tutte le proprie conoscenze pregresse: niente approccio cauto né basso profilo, sì alla frenesia, al saltare da un tetto all’altro senza paura di cadere ché tanto i danni da caduta non ci sono, al rincorrere mentre si è rincorsi e all’azione travolgente.

The Finals

La distruttibilità degli scenari è il piatto forte di The Finals, sia visivamente sia tatticamente.

Sì soprattutto a una distruttibilità ambientale pressoché totale, una caratteristica talmente centrale nell’idea di Embark da influenzare pesantemente il gameplay, le tattiche e il comportamento dei giocatori. Praticamente ogni palazzo può essere demolito, ogni muro ha vita breve, ogni copertura è effimera in quelle che sono a tutti gli effetti delle arene dalla fisionomia in continua mutazione. In The Finals non si è mai completamente al sicuro, tenerlo sempre bene a mente è vitale così come lo è cooperare con i propri compagni… a meno che non si voglia fare la fine del mio team, eliminato al primo turno nel torneo. Nelle due mappe a nostra disposizione s’è capito presto che lo scenario svolge un ruolo di primaria importanza in ogni match, la mancata conoscenza dei vari ambienti infatti ci ha remato contro – non è assolutamente una scusa per giustificare la nostra figura barbina, oh no – sia nella vertiginosa verticalità di Seoul, sia nel fitto labirinto di edifici e vicoli di Monaco.

REGOLA N°1: ASPETTARSI L’INASPETTATO

Sulle mappe bisogna aggiungere che l’ora e le condizioni atmosferiche in cui si svolgono le partite che possono variare, ma anche che alcuni eventi casuali – come una pioggia di meteore o la gravita diminuita – possono modificare alcune condizioni di gioco. Prima di passare oltre va sottolineato inoltre che i movimenti e la distruzione ambientale sono server-side, ovvero vengono gestiti tramite client e quindi avvengono contemporaneamente per tutti i giocatori. Bene così, del resto The Finals è uno show in cui la vera protagonista è la competizione ergo se è ad armi pari ben venga.

La distruttibilità ambientale è talmente centrale nell’idea di Embark da influenzare direttamente il gameplay, le tattiche e il comportamento dei giocatori

Stando alle parole dei dev ci sono altri due concetti fondamentali in The Finals. In primis la volontà di fornire ai giocatori la massima possibilità d’espressione: da un ninja capace di affettare i nemici usando una katana a un cowboy dotato di lanciarazzi, senza dimenticare l’importanza della zip-line, un gadget particolarmente utile giacché la mobilità è essenziale, i limiti alla personalizzazione del proprio stile di gioco sono teoricamente pochi. L’altro dogma è lasciare spazio all’improvvisazione e all’istinto dei giocatori, i quali vengono spinti dal gameplay stesso e dall’elevata distruttibilità a utilizzare gli scenari a proprio vantaggio, spesso facendo un uso anche creativo del proprio arsenale e di quel che li circonda, come le bombole di gas velenoso o quelle incendiarie.

The Finals

La verticalità di Seoul, una comoda ma pericolosa zip line e un minaccioso alert a centro schermo: più adattabili di così si muore!

La Closed Beta di The Finals comincerà domani su PC via Steam, ma la versione finale del gioco arriverà anche su next-gen. Al di là di qualche fisiologico bug data la build work in progress e un’ottimizzazione perfettibile, l’FPS svedese si è rivelato divertente, immediato, solido nelle fondamenta e matto abbastanza da meritare una chance o due, meglio se insieme a un paio di amici. Proiettandolo sul lungo periodo c’è da capire quanto basterà la distruttibilità, il suo vero tratto distintivo, a invogliare gli appassionati di team shooter co-op ad abbandonare definitivamente la loro “comfort frag-zone” per abbandonarsi all’ebrezza di primeggiare in The Finals.

L’FPS svedese si è subito rivelato divertente, immediato e folle abbastanza da meritare una chance o due, meglio se insieme a un paio di amici fidati

Qui toccherà agli sviluppatori essere bravi, dimostrando ai più scettici che tra battlepass, personalizzazioni assortite e costanti iniezioni di novità, la loro proposta free to play ha tutte le carte in regola per occupare un posto in pianta stabile in un panorama estremamente competitivo come quello degli shooter gratuiti, una letale giungla dove, seppur con le loro differenti filosofie, s’aggirano titani del calibro di Valorant e Overwatch 2.

Articolo precedente
League of Legends Milio

League of Legends: ecco Milio, La Fiamma Gentile

Articolo successivo
Batman Arkham City

Prima volta ad Arkham: la City spalanca le sue porte

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata