Antonblast - Recensione

PC Switch

Perché perder tempo a calibrare salti e schivare nemici quando possiamo brandire un enorme martello e farci strada menando come fabbri? Antonblast è un riuscito tributo a Wario Land, con secchiate di rabbia e ignoranza.

Sviluppatore / Publisher: Summitsphere / Summitsphere Prezzo: 19.50 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam), Switch Data d’uscita: Già disponibile

Sapete perché Wario si è ritagliato uno spazio tutto suo nell’universo Nintendo? Perché è burbero, collerico e irascibile, diversamente da Mario che a prescindere dalla situazione mantiene sempre un certo aplomb. Diventiamo tutti un po’ Wario, o Taz, o Bluto, quando proprio nel momento in cui stiamo per abbattere quel granitico boss finale ci ritroviamo come per incanto sul desktop a causa di un crash del gioco. Se amate dare il peggio di voi, amerete sicuramente Dynamite Anton e Dynamite Annie, i rozzi protagonisti di Antonblast, adrenalinico platformer partorito da Summitsphere nel quale ci troveremo a combattere nientepopodimeno che Satana in persona. Il temibile e terribile boss degli inferi è qui raffigurato come un vanesio narcisista intento ad ammirarsi seminudo dinanzi a uno specchio parlante che probabilmente un tempo fu della regina Grimilde. Specchio, servo delle mie brame, chi è il più rosso del Reame?

Oggetto della vanità del diavolo è infatti la sua stupenda pelle color cremisi. Un bel giorno arriva la ferale notizia: in un lercio bar, intento a sbronzarsi in occasione di ogni benedetto Happy Hour alla fine di una lunga giornata trascorsa a spaccar pietre, ci sarebbe un tale Anton, ben più rosso; forse a causa dell’alcol ingollato? Per non sbagliare, Satana ruba la preziosa collezione di spiriti alcolici dell’antagonista, scatenando la sua ira. E qui entriamo in gioco noi, armati del nostro fido Mighty F’n Hammer – Flying, sono sicuro che sia l’abbreviazione proprio di Flying – per spakkare tutto, con la doppia “k” proprio a sottolineare la furia orkesca che permea ogni pixel del gioco.

ANTONBLAST, FRANGO ERGO SUM

Scopo di Antonblast è raggiungere sani e salvi l’inizio di ogni livello. Già, proprio l’inizio, non è un refuso, dato che una volta localizzato e attivato l’enorme detonatore situato in fondo a un lungo cammino attraverso dedali di rampe, tunnel, precipizi e tutto lo scibile platformisitico, bisogna far precipitosamente ritorno al punto di partenza prima di rimaner coinvolti nell’esplosione. Come di consueto, a cercare di sbarrarci la strada troveremo un pugno di poveri mostri destinati a venir massacrati, qui ancor più che in titoli simili dato che il leitmotiv è la demolizione per mano – anzi martello – di Anton, furioso più di Orlando quando venne a sapere di Angelica e Medoro tramite un video eloquente divenuto virale; visto, Ludovico?

Tre minuti all’esplosione, meglio muoversi.

Così si scrive un poema! Tale è la rabbia del protagonista che il gioco non prevede nemmeno il doppio salto, sostituito dall’Hammer Vault: una volta in aria, un’appropriata combo di tasti ci fa impattare al suolo con un tale violenza da consentirci di rimbalzare ancor più in alto, per raggiungere piattaforme altrimenti inaccessibili. Io l’ho chiamato “Rimbalzo Rabbioso” e, credetemi, rende l’idea alla perfezione.

Il doppio salto? Non serve, Anton è così furioso da impattare al suolo con una violenza inaudita, permettendogli di rimbalzare più in alto che mai

Le mappe all’apparenza lineari in realtà sono ricche di passaggi segreti, solitamente celati da muri pronti a esser mandati in frantumi dandoci accesso a rari oggetti collezionabili utili anche a sbloccare trofei. Il paesaggio sullo sfondo inoltre non è un mero dettaglio estetico bensì parte integrante del livello e raggiungibile con apposite pedane, portando l’azione su due piani nei quali azioni e distruzioni dell’uno influiscono sulla conformazione dell’altro. Del resto, che sfondo sarebbe se non si potesse sfondare?

BOSS, RIGIOCABILITÀ E PIXEL ART

Tra una devastazione e l’altra, giusto per concedersi ulteriori vizi, Anton fa una capatina al casinò per investire i gettoni accumulati e acquistare potenziamenti da utilizzare nella run successiva. L’approccio ad alcuni livelli può cambiare radicalmente a seconda delle perk utilizzate, favorendo la rigiocabilità al fine di raggiungere una specifica zona segreta o limare di qualche secondo il proprio miglior tempo.

Un suggerimento per lo scontro con questo boss: usate le corde!

Se i nemici non paiono abbastanza ispirati e non emergono mai dal loro ruolo di comprimari, lo stesso non si può dire dei boss, che oltre a occupare una buona porzione del monitor richiedono anche un approccio diverso dalla semplice raffica di attacchi. Il tutto in una pixel art dai tratti deformati e pieni di dithering che mi hanno ricordato vagamente Day of the Tentacle. L’azione già molto veloce è resa ancor più frenetica quando saliamo in groppa a una creatura volante simile a un pesce spada o una volta entrati in cannoni pronti a spararci da una parte all’altra del livello quasi fossimo in Donkey Kong Country. La fluidità dello scrolling, potenziale tallone d’Achille di questa produzione, è impeccabile e non conosce incertezze.

ALCUNI COPERCHI DIMENTICATI

In Antonblast il diavolo ha rubato gli spiriti e fatto le pentole ma, come sua consuetudine, dimenticato qualche coperchio. Questo si traduce in un paio di difettucci fisiologici in tutti i platfomer frenetici, ma che in questo caso sono un pochino più marcati del solito. Partiamo dalla necessità di imparare a memoria vari passaggi, soprattutto quando siamo a cavallo delle mount, perché tale è la velocità di scorrimento da presentarci ostacoli mortali o appigli provvidenziali con un preavviso di due nanosecondi. Come uscirne indenni? A meno che non abbiate il tempo di reazione di un gatto che è appena passato per la cucina di Walter White, schiattando miseramente e giocando d’anticipo alla run successiva.

Le mount sono esilaranti, così come i companion sbloccabili.

O magari di pura fortuna, perché fatalità stavate saltando o martellando a casaccio e avete inconsapevolmente superato il pericolo. Questa ultima possibilità ci porta alla seconda imperfezione: una certa predisposizione al button mashing, in quanto generalmente correre come pazzi vibrando mazzate come se non ci fosse un domani paga molto più che avanzare con circospezione pianificando le proprie mosse. Un gioco che non mancherà di catturare gli speedrunner, capace di risultare avvincente anche a chi preferirebbe muoversi con precisione pixel perfect e aspettare pazientemente il momento giusto per passare lungo piattaforme mobili.

In Breve: Antonblast risponde all’esigenza primordiale di giocare per spaccare tutto e accumulare punti senza curarsi troppo della storia, che per quanto bizzarra è semplicemente un pretesto per introdurre l’azione. I vari livelli sono molto diversi tra loro ma sempre legati dal filo rosso della distruzione. L’atmosfera che si respira deve molto a Wario e a volte pure a Sonic, con corse pazze lungo ripidissime discese e salti nel vuoto incrociando le dita affinchè tutto vada per il meglio. Viene premiata più la capacità di ricordare i punti critici della mappa rispetto alla reale abilità dei giocatori, ma che importa? Diverte, e tanto basta.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Il velocissimo scrolling non perde frame per strada garantendo un’ottima esperienza, le combo necessarie per effettuare le varie mosse speciali non sono subito immediate, ma ci si abitua.

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Pro

  • Azione frenetica / Protagonista carismatico / Distruzione totale

Contro

  • Alcuni passaggi impossibili senza imparare a memoria il livello / Incoraggia il button mashing
8.2

Più che buono

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