L’alchimista Sophie, a cui si riconosce l’avventura più graziosa e divertente, torna con un secondo capitolo. La formula magica di Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream sarà nuovamente fresca e appetibile per tutti?
Sviluppatore / Publisher: Gust / KOEI TECMO Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Nintendo Switch Data di Lancio: 25 febbraio
Un JRPG incentrato sull’alchimia. In qualche modo, ogni qual volta mi appresto a mettere mano su un gioco Atelier devo scendere a patti con la natura stessa del titolo. In passato mi è capitato di aspettarmi tantissimo e rimanere deluso e viceversa. Questa volta sono riuscito ad inquadrare meglio il prodotto per la sua stessa natura e pubblico di riferimento, ma non nego che ogni tanto sogno ancora le avventure di Ryza.
ATELIER SOPHIE 2, UNA NUOVA AVVENTURA
Senza nessun fronzolo, se non un utilissimo recap incentrato sugli eventi del primo capitolo, Atelier Sophie 2 ci getta subito nella trama, con la stessa Sophie che si risveglia dopo la separazione da Plachta. Attraversando Erde Wiege nella sua missione di ricerca, la protagonista entrerà a contatto con tanti nuovi compagni di avventura e comprimari a vario titoli, pronti a instaurare nuove amicizie e far progredire la storia. Come da prassi per il brand di riferimento, ogni elemento è un raffinato contorno per tutto ciò che gravita attorno l’alchimia. Spostarsi di regione in regione nel mondo onirico di Erde Wiege è un pretesto per raccogliere diversi e sempre più rari ingredienti, da combinare nei modi più variegati ed ottenere altrettanti oggetti necessari per proseguire nell’avventura o semplicemente potenziare il nostro equipaggiamento e quello del nostro party.
Nonostante manchi il tempo necessario per acclimatare il giocatore, su schermo veleggiano indicatori e messaggi per ricordarci dove andare e cosa fare. Indicazioni utili durante le prime fasi, ma che diventano incredibilmente fastidiose dopo poche ore, specie considerato che nelle opzioni non è presente la possibilità di disattivarle. Si arriverà ad un punto in cui si faticherà ad osservare con calma quel che ci circonderà a causa dei tanti cartelli informativi su schermo.
UN PIZZICO DI CAMOMILLA E POLVERE DA SPARO
Rientrando nella sempreverde comfort zone dei giochi rilassanti, tutto quello che riguarda l’alchimia è una goduria casareccia di pregevole fattura. Sogno un gioco di questo calibro dove si possa omettere tutta la fase di combattimento e la futile trama per concentrarsi solo sulla raccolta di oggetti, seguita poi da una capatina davanti al pentolone alchemico per darsi da fare. Le fasi di alchimia dunque si confermano il fiore all’occhiello della produzione come del brand stesso. I drop del mondo più diventano rari, più permettono combinazioni di stile e rarità, di poteri elementali o abilità passive, tutto incredibilmente appagante per creare l’oggetto dalle migliori statistiche possibili con gli ingredienti in nostri possesso.
La formula di gioco è fortemente ancorata alle origini del brand
COMBATTIAMO O FUGGIAMO?
Gran parte delle perplessità si raggruppano negli scontri a turni, che in qualche modo sembrano sempre stonare con tutto il contorno del gioco, nonostante cerchino di essere sempre più ottimizzati e brillanti. Atelier Sophie 2 presenta il classico combattimento a turni appena si entrerà a contatto con un nemico, il resto sono solite opzioni di attacco, difesa, supporto, abilità e magie. Si sono rivelate piacevoli le Dual Trigger, azioni particolari tramite cui due elementi del party uniscono le rispettive abilità per un attacco combinato, con tanto di piccola cutscene di esecuzione. Momenti di gioco piacevoli, ma sempre un pelo sottotono e incapaci di evolversi in qualcosa di più appagante.
Questo secondo capitolo mette in mostra una maggiore pulizia dei menù su schermo, molto più minimali lasciando che la regia si concentri di più sullo scontro. Che sia pigrizia o meno, non è dato saperlo, lo spirito conservatore di queste opere alcune volte si getta a braccia aperte verso gli appassionati che si crogiolano proprio di questi elementi. Non nego che pur comprendendo le duplici esigenze, non mi dispiacerebbe una diretta evoluzione in un futuro terzo capitolo.
In Breve: Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream è un titolo più che discreto, fedelissimo nella formula proposta che cerca di smussare come può i difetti della serie. Tutto ciò che gravita attorno l’alchimia è sempre gradevolissimo e capace di regalare momenti di vero relax appagante, ma il resto del pacchetto è rimasto un passo indietro, al pari del capitolo precedente di cui replica le meccaniche con una forte vena conservatrice.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Senza un vera e propria versione next-gen, abbiamo giocato su PS5 in retrocompatibilità PS4 senza rilevare particolari sbavature tecniche o estetiche.