Bear With Me - Recensione

PC

A un anno abbondante dall’uscita del primo episodio, giunge a conclusione l’epica noir giocattolosa di Bear With Me, avventura punta e clicca indie sviluppata da Exordium Games e pubblicata su Steam nell’arco di tre uscite. Il gioco mette in scena con gran gusto, inventiva, verve comica e – forse inizialmente insospettabili – ambizioni drammatiche le vicende di Amber, una bambina di dieci anni che, nei meandri della propria immaginazione, si figura dark lady protagonista di un poliziesco fumoso. Al suo fianco c’è il detective Ted E. Bear (un nome la cui pronuncia è identica a quella di “teddy bear”, orsacchiotto), classico gumshoe scontroso ma dal cuore d’oro, dalla bottiglia facile e dalle abitudini discutibili, nondimeno pronto a tutto pur di inseguire la sua visione di giustizia. I due si trovano a indagare sulla scomparsa del fratello di Amber e finiscono, in pieno stile noir, per scoperchiare un tragico pentolone di corruzione, errori e crimine, che potrebbe portare alla distruzione di Paper City.

UNA SPECIE DI TOY STORY

Il taglio di Bear With Me, come forse avrete intuito, può ricordare in una certa misura quello di Toy Story. Come nella trilogia firmata Pixar, vediamo il mondo privato della piccola Amber prendere vita e osserviamo le vicende filtrate attraverso l’utilizzo dei giocattoli per l’interpretazione di ogni loro elemento (personaggi, ambientazioni, ecc.).Bear With Me immagine PC 02

il finale prova a colpire nello stomaco

La similitudine sopraccitata è però solo superficiale, dato che il gioco prende una piega comunque differente rispetto a quella dei film nominati, con Amber che si trova a percorrere (forse letteralmente, magari è solo la sua immaginazione) le strade di una Paper City che – nella realtà – è solo una città giocattolo di carta riposta in soffitta. Tuttavia, lo spirito goliardico con cui gli elementi giocattolosi vengono reinterpretati nella finzione, volendo, è molto simile e permette di ritrovarsi, per esempio, con squali gonfiabili nei panni di capimafia e un orsacchiotto detective che si “alcolizza” bevendo succo di carota.

L’integrazione fra immaginazione e realtà e l’applicazione del filtro bambinesco agli stereotipi dei film noir funzionano (quasi) sempre a meraviglia, trovando una buona sintesi tra il piglio serioso e la sdrammatizzazione. Questo non impedisce a Bear With Me, come del resto non lo impedisce ai migliori film Pixar, di alzare l’asticella delle emozioni quando vuole prendersi sul serio, soprattutto con un finale che prova davvero a colpire nello stomaco.

SVOLTE INATTESE

Come dicevo, le fasi finali dell’avventura, quelle che si svelano al termine del terzo episodio, prendono una piega abbastanza diversa nei toni da quanto visto fino a quel momento e non necessariamente prevedibile.Bear With Me immagine PC 05

Bear With Me è un gioco dalla narrazione gradevole

In tutta onestà e per larga parte dell’avventura, mi ero convinto che si sarebbe giunti a una conclusione che pensavo abbastanza telefonata, ma mi sbagliavo di grosso. La svolta in questione è piuttosto ambiziosa e apprezzabile nel tentativo, anche se forse non funziona fino in fondo nel contesto della messa in scena, magari proprio perché si perde per strada il senso dell’umorismo tanto importante fino a quel punto o forse perché si scivola su tematiche già viste di recente in altre produzioni indie dove, magari, sono state trattate con maggior dimestichezza. Rimane comunque un bell’atto conclusivo, che chiude le vicende in maniera interessante e lascia un bel ricordo. Nel complesso, Bear With Me è un gioco dalla narrazione gradevole, scritto con una bella personalità, anche se alcuni potrebbero essere respinti da una certa dose di logorrea (peraltro forse inevitabile, quando si mescolano le voci narranti tipiche dei film noir ai dialoghi interminabili canonici dei punta e clicca).

PUNTARE E CLICCARE COME DA TRADIZIONE

Bear With Me è un’avventura grafica molto tradizionale nella gestione di meccaniche ed enigmi. Il primo episodio, ambientato in una location ristretta, è largamente introduttivo e ha come scopo quello di far abituare all’impostazione di enigmi e situazioni, mentre nel secondo la struttura di gioco si apre come numero di ambientazioni e offre una crescente complessità degli enigmi, anche se non si raggiungono mai i livelli delle avventure punta e clicca più ostiche (inoltre, le fasi finali del terzo episodio tornano ad essere piuttosto semplici, lasciando spazio alla narrazione).Bear With Me immagine PC 04Di rado si trovano più puzzle da affrontare contemporaneamente, senza contare che i luoghi fra cui spostarsi rimangono sempre in numero contenuto e circoscritti agli enigmi “attivi”. Gran parte del gioco ruota attorno al classico combinare oggetti, con situazioni sempre piuttosto logiche (seppur surreali, nel loro legarsi alla natura giocattolosa dell’inisieme), mentre i picchi di difficoltà – per quanto sempre morbidi – giungono con quei due o tre enigmi che richiedono di interpretare indizi, poemi e suggerimenti fugaci. Funziona tutto molto bene e ci si diverte, anche se l’avventuriero esperto non incontrerà particolari problemi.

Bear With Me è un’avventura grafica molto tradizionale nella gestione di meccaniche ed enigmi

Infine, vale la pena di spendere due parole sulla bella personalità di Bear With Me, che si esprime sul piano visivo con una grandissima attenzione ai dettagli e alla caratterizzazione degli ambienti (delizioso l’ufficio dell’orsacchiotto investigatore privato: si trova dentro al guardaroba di Amber). L’accompagnamento musicale, poi, si inserisce a meraviglia nella tradizione del film noir e serve a dovere lo stile grafico cartoonesco davvero molto bello, che porta in dote alcune animazioni invero pregevoli. Di qualità anche il doppiaggio, che riesce molto bene a camminare sul sottile confine che separa l’omaggio dalla parodia. In aiuto dei non angolofoni, fra l’altro, giunge la localizzazione italiana di menu e sottotitoli.

Bear With Me è una bella avventura punta e clicca di stampo classico, con enigmi mai eccessivamente tosti e sempre logici. Sul piano narrativo, mescola una classica storia da poliziesco noir con una visione giocattolosa e trova una buona sintesi tra umorismo e dramma, anche se il finale non centra forse del tutto le sue apprezzabili ambizioni emotive. Gli appassionati del genere dovrebbero dargli una chance, sapendo però che non troveranno un livello di sfida esagerato.

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Pro

  • Stilisticamente delizioso.
  • Bel mix fra dramma e umorismo.
  • Impianto enigmistico ben strutturato.
  • La parte conclusiva mostra idee e ambizione...

Contro

  • L’avventuriero hardcore potrebbe trovarlo un po’ facile.
  • Visivamente ha alti e bassi.
  • Scrittura a tratti un po’ logorroica.
  • … ma non centra pienamente il bersaglio.
7.9

Buono

Non ha mai capito per quale motivo queste robe si debbano scrivere in terza persona, ma si adegua. Vorrebbe raccontare qualcosa di fico, ma è troppo impegnato a inseguire la gatta e la bimba per casa. Fate prima a leggere, ascoltare e guardare il mare di roba che partorisce quotidianamente.

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